L'Amaca
Il fantasma della libertà
di Michele Serra
Devo essermi perso qualche fase dell’evoluzione della morale sessuale, perché non riesco a capire che cosa ci sia di scandaloso nella relazione tra una preside sulla quarantina e uno studente maggiorenne.
Due adulti consenzienti. È un tipo di rapporto che, volendo, può essere considerato poco opportuno. Ma inopportuno non vuol dire scandaloso, e tanto meno illegale. Difatti, dopo quelli che nelle cronache si definiscono “dovuti accertamenti”, alla signora non è stato inflitto, dalle autorità scolastiche, alcun provvedimento.
La pena, per altro, l’aveva già scontata, con una esposizione mediatica molto greve, ovviamente sospinta dal cicaleccio pettegolo dei social, che è identico al cicaleccio pettegolo di sempre, ma moltiplicato per un miliardo.
Il peto che diventa uragano, lo sputo che diventa valanga. Con buona pace dei valori apparenti in auge, la libera determinazione delle scelte sessuali, la fine del pregiudizio “ageista” — credo si dica così — contro le donne che hanno uomini più giovani di loro, il fantasma di una libertà evidentemente più recitata che praticata. Tutto svanisce di fronte alle vecchie e alle nuove opinioni più o meno moraleggianti, parecchie delle quali, a quanto si è letto, espresse purtroppo da studenti di quella scuola.
Forse sono solo un anziano libertino (in senso intellettuale) che non riesce a riorganizzare il suo giudizio. Ma mi provoca un certo sgomento l’idea che persone più giovani di me possano avere, a proposito di sesso, un pensiero più chiuso e più giudicante del mio. Non mi piaceva il moralismo dei padri e delle madri, non vorrei trovarmi a fare i conti con il moralismo dei figli.
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