venerdì 15 aprile 2022

Attacco al drago

 

Chi l’ha visto?
di Marco Travaglio
Qualcuno ha notizie di SuperMario, il Migliore che aveva ereditato dalla Merkel lo scettro dell’Europa e doveva guidare l’Italia fino al 2023, anzi al 2028 (senza neppure il fastidio di candidarsi alle elezioni), anzi finché era vivo e forse pure da morto? Sul fronte interno – da quando l’hanno trombato al Quirinale, che è un po’ il suo Papeete – è passato dal “tutti pro” al “tutti contro”: i magistrati annunciano lo sciopero contro la schiforma del Csm (così imparano a trattar meglio Bonafede, il miglior ministro della Giustizia dalla notte dei tempi); i sindacati sono sul piede di guerra; Confindustria, che ce l’aveva regalato issandolo sulle lingue dei suoi giornaloni, l’accusa di dimenticare le imprese; persino il sindaco-aedo Sala si sente tradito; cittadini e imprenditori alle prese con le bollette raddoppiate, così come il mondo della scuola e della sanità, si chiedono dove pensasse di trovare i 15 miliardi in più per le spese militari visto che a loro riserva spiccioli se va bene e tagli se va male; lo sbraco sulle regole anti-Covid ci regala 150 morti al dì; e la maggioranza più ampia mai vista (col consenso più basso mai visto) lo costringe a continue fiducie, più del Prodi-2 e del Conte-2 (che si reggevano su un pugno di voti). A parte gli evasori, grati per il condono e l’abolizione del cashback, gli è rimasto solo il Pd, che però deve spiegare agli eventuali elettori l’asservimento alla Nato.
Sul fronte estero, se possibile, ancora peggio. Draghi annuncia che andrà alla cena di lavoro all’Eliseo con Macron, Scholz e Ursula, poi che parteciperà via Zoom (a una cena!), infine che non potrà collegarsi per “problemi tecnici”. Sapete quali? Che nessuno l’ha invitato. Manda armi all’Ucraina fregandosene della Costituzione (che lo vieta). Impiega 40 giorni per telefonare a Putin e poi racconta che ci ha parlato un’oretta, ma non è sicuro di aver capito ciò che quello gli ha detto su un dettaglio come i pagamenti del gas in euro o in rubli (e domandarglielo?). Su quell’altra cosuccia dell’embargo al gas russo, dice che “deciderà l’Europa” (come se l’Italia non c’entrasse) e noi dobbiamo scegliere “fra pace e condizionatori” (come se le due cose fossero incompatibili). Biden manda in vacca i negoziati annunciando un golpe a Mosca e accusando Putin di genocidio: viene scaricato da Macron e Scholz, smentito dal suo portavoce e dal segretario di Stato, criticato persino da Letta e Calenda, ma Draghi tace come Fantozzi col Megadirettore galattico. Tanto contiamo un po’ meno di Malta. Anche i suoi lecchini preferiti sono rassegnati a salutarlo dopo il voto del 2023. Ma un anno è un’eternità: sicuri di poterci permettere altri 12 mesi di agonia? Non è meglio congedarlo subito? Chi non vuol farlo per noi lo faccia per lui.

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