martedì 28 dicembre 2021

Quanto ci Costa-rà?

 



Questa svolta storica evocata dal Sottosegretario alla Salute Costa, assomiglia, a parer mio, a ricevere un passaggio, dopo aver abbandonato l’auto in panne in aperta campagna, da un mezzo della ditta Luigini Ecologia, il servizio di spurgo dei pozzi neri spezzino; lo stesso “profumo” che avvertirei allorché il camion di Luigini si fermasse ad un semaforo, lo ritrovo in quest’accordo tra pubblico e privato per costruire l’oramai famigerato nuovo nosocomio cittadino. Ammesso infatti che la filantropia sia oramai arte destinata alle opere natalizie - guardatevi al proposito il caritatevole video della Santa(de)ché sfoggiante il faraonico centrotavola natalizio e la sua conseguente pia sofferta meditazione sul fatto che molti, purtroppo, non se lo possano permettere - l’unica pietra miliare agevolante l’intervento privato in una struttura sanitaria è uno ed uno solo: fare grana, alias il profumo dell’automezzo Luigini fermo al semaforo.
Lo stile regionale infuso da Yoghi - Toti, tra l’altro già dichiaratosi grande elettore di un pregiudicato - puttaniere - pagatore seriale di tangenti alla mafia nella corsa quirinalizia, è palesemente tipico di quella nobiltà destrorsa e cattofascista assurta al governatorato di molte regioni: piano piano, lemme lemme, acquisire sempre più spazio, soffusamente, nel più grande granaio di spesa pubblica esistente, la sanità.
L’apripista di questa demoniaca e scellerata politica fu il mai dimenticato - quand’era in galera lo pensavo molto, immerso com’ero nel suono a festa di decine di campanili - pregiudicato, sommo vate pio, nonché memores domini, il Celeste Formiga, ideatore di uno dei più indecenti sciacallaggi di denari pubblici che la storia ricordi.
Recentemente Vittorio Agnoletto in merito alla riforma Moratti - altra papabile al colle più alto benché già condannata, quand’era sindaco di Milano, a versare oltre 591 mila euro per due voci di spesa: 11 incarichi dirigenziali esterni a non laureati per quasi 1 milione e 900 mila euro, e retribuzioni ritenute troppo costose, più di 1 milione, di alcuni addetti stampa - ha illustrato così i pericoli della penetrazione della logica liberista:
“Se la Lombardia fosse uno stato indipendente, come chiedeva Umberto Bossi, oggi sarebbe al 7° posto nel mondo come numero di morti per Covid in relazione agli abitanti: 343/100.000; nella prima fase della pandemia, la Lombardia era addirittura al primo posto: una tragedia nella tragedia, nella regione che si vanta di avere il miglior servizio sanitario del Paese.
Un modello di sanità portato in palmo di mano non solo dalla destra, ma anche da settori del centrosinistra.
In Lombardia circa il 40% della spesa sanitaria corrente è destinata alle strutture private convenzionate.
Per il privato, come in qualunque altro settore, l’obiettivo è fare profitti, ma in questo caso i profitti si fanno sulle malattie e sui malati, non sulle persone sane, quindi, la prevenzione per i privati è solo una pericolosa concorrente. Il privato sceglie i settori nei quali investire: non il pronto soccorso, né il dipartimento d’emergenza, ma la cura delle patologie croniche e la specialistica di alto livello.
Al contrario, il servizio pubblico più previene, meno persone si ammalano, più risparmia; ma in Lombardia (e non solo) il servizio pubblico da oltre venticinque anni è gestito con la stessa logica e i medesimi obiettivi del privato.
LA SPESA È ORIENTATA verso una medicina unicamente curativa, la parte del leone la fanno gli interventi di altissima specialità e le cure di ultima generazione, spesso ancora inserite nei trial di sperimentazione; queste eccellenze richiamano malati da ogni parte d’Italia, ma per le caratteristiche e per i costi che hanno (una terapia oncologica con gli ultimi farmaci può superare i 100.000 euro) possono riguardare un numero limitato di persone spesso curate in strutture private convenzionate, le quali si aggiudicano gran parte dei finanziamenti.
In assenza di una programmazione sanitaria pubblica a farne le spese, è stata la medicina preventiva e le strutture territoriali ridotte al minimo, private del personale e delle risorse necessarie: dalla carenza dei medici di medicina generale, all’esiguità dell’assistenza domiciliare, alle liste di attesa lunghe talvolta anche un anno, alla chiusura dei servizi di psichiatria, alla insufficienza di quelli dedicati ai minori, alla mancanza di personale nella medicina del lavoro ecc.”
Si comprendono quindi i rischi di far entrare soldi privati nella costruzione del nuovo ospedale cittadino, punta dell’iceberg del progetto di Yoghi che da una parte depotenzia, attraverso una cronica mancanza di personale, il servizio sanitario pubblico, con estenuanti liste di attesa per semplici esami, e dall’altra, con le RSA oramai quasi completamente in mano ai privati, incoraggia l’uso delle strutture private accreditate, dove tra sfavillii di luci e ninnoli, prontezza e rapidità degli esami, le persone vengono convinte ad abbracciare la nefasta scelta di affidare la prevenzione e la salute di noi tutti a chi di default è lì soltanto per ingigantire i suoi già sterminati guadagni sanitari, che alla fin fine paghiamo sempre noi.
Il nuovo ospedale corroborato da risorse private sarà il cuneo per la definitiva entrata della Liguria nei meandri di quel pressappochismo trasformante un diritto costituzionale in una stratosferica tavola imbandita per pochi Epuloni, apripista per quel progetto tanto caro ai soliti noti che vorrebbero affidare alle assicurazioni il destino della nostra salute, riducendo oltremodo i poco lucrosi controlli di prevenzione. La fermata dell'automezzo di Luigini al semaforo, appunto.

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