venerdì 30 luglio 2021

Daje Daniè!


“La Stampa” illuminata che invoca i colonnelli

di Daniela Ranieri

Noi lo dicevamo per scherzare, che questi volevano i colonnelli, dove questi sono gli sposini di Draghi (visto che chi non ama Draghi e non prega nella sua direzione tre volte al giorno loro lo chiamano “vedovo di Conte”). Invece ieri su La Stampa Marcello Sorgi l’ha scritto chiaro e tondo: “Se Draghi fosse costretto a dimettersi (ma va ripetuto: è un’ipotesi del terzo tipo, il periodo ipotetico dell’impossibilità)”, il Signore non voglia, Dio ce ne scampi e liberi, mi caschi la lingua se lo ripeto, “Mattarella lo rinvierebbe immediatamente alle Camere, mettendo i partiti di fronte alle loro responsabilità”. Quindi tutto a posto, sono inconvenienti della democrazia che il sistema, responsabilizzato dai tanti miracoli draghiani in fatto di Ripresa, Resilienza, Finanza, Lavoro, Salute e Amore, ammortizza con letizia.

“Ma metti anche che”, dice Sorgi sbiancando e mordendosi la lingua, “in un intento suicida, gli stessi responsabili delle dimissioni insistessero per mandare a casa il banchiere, giocandosi la fiducia dell’Europa e i miliardi di aiuti… al Presidente della Repubblica non resterebbe che mettere su un governo elettorale, forse perfino militare, com’è accaduto con il generale Figliuolo per le vaccinazioni. A mali estremi, estremi rimedi”. Avete letto bene. Sul giornale più azzimato del gruppo Gedi, il fiore della borghesia industriale italiana, su cui scrivono progressisti e gente attenta alle desinenze non discriminatorie, l’editorialista di punta chiede i carrarmati. A parte che se c’è di mezzo il Gen. Figliuolo il golpe sarebbe molto probabilmente una pagliacciata confusionaria (“Usate il cannone, no: il lanciarazzi, anzi no: la scimitarra! Occuperemo 500 uffici ministeriali entro settembre, no: 1 milione entro ottobre, anzi 600 mila entro novembre! Arruolatevi tutti, no: solo sotto i 50 anni, anzi solo sopra i 60”, e così via), fa una certa impressione la naturalezza con cui sul giornale più cool dell’establishment si invoca il rimedio estremo contro i partiti che questionano sulla Giustizia invece di amare Draghi e le sue sante riforme incondizionatamente. Ci hanno preso gusto, segno; del resto, le vaccinazioni sono andate così bene (a proposito: prima di attuare il piano eversivo, Sorgi potrebbe consigliare al Gen. Figliuolo di riaprire gli Open Day con AstraZeneca, giusto per accoppare i più giovani, notoriamente poco empatici coi militari).

È che, ci spiegano i liberali sui social apprezzando molto l’invocazione di Sorgi, i militari sarebbero comunque meglio di Conte (ormai lo dicono proprio apertamente, fino a qualche anno fa si vergognavano quando gli dicevi che sono da sempre i migliori fiancheggiatori dei fascisti) e bisogna perpetrare il governo Draghi a ogni costo, finanche quello di revocare d’imperio la democrazia. Anche se sospettiamo che questo per Sorgi e quelli come lui non sia un costo, ma un piacere: nel suo articolo la democrazia è, icasticamente, “la grande e crescente confusione che si registra alla Camera”, una escrescenza inutile, una cistarella che si può incidere e far scoppiare. Come? Con le baionette.

Questa gente che sembra pulitina e non dice “cazzo”, e giammai nella stessa frase con la parola “Draghi”, non si fa nessun problema, dopo il caffè, a proferire in un editoriale dolente, in cui prevede la fine del Governo dei Giusti benedetto dall’Europa, l’inaudita proposta. “Anche se non è affatto detto che ci si arriverà”, concede l’autore nella chiosa con una certa malinconia, mentre l’aroma mentolato della schiuma da barba svanisce nell’aria insieme al bel sogno di un attimo. Gli stivali dentro Montecitorio, l’odore di polvere da sparo, le palestre trasformate in carceri per i dissidenti, Conte che scappa in aereo in lacrime e si collega via FaceTime con la base come Erdogan, un capo del Governo col petto guarnito di mostrine, l’ad di Goldman Sachs ministro delle Finanze, Figliuolo che si fa paracadutare per sbaglio dentro un pollaio di Maccarese… Peccato, sarà per un’altra volta (naturalmente stiamo esagerando, loro hanno solo prospettato uno scenario, i terroristi siamo noi che diciamo che la lotta di classe esiste, mentre loro la vincono).

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