Un luogo ideale per trasmettere i miei pensieri a chi abbia voglia e pazienza di leggerli. Senza altro scopo che il portare alla luce i sentimenti che mi differenziano dai bovini, anche se alcune volte scrivo come loro, grammaticalmente parlando! Grazie!
sabato 29 febbraio 2020
venerdì 28 febbraio 2020
Sappiatelo!
Mentre abbiamo arti, e forse ahimè faringi, cosparse di Amuchina Gel, non troppo distante da noi si sta consumando una tragedia, la peggiore del XXI secolo, a detta dell'Onu.
Stanno morendo atrocemente donne, bimbi in Siria per mano di bastardi che se per una volta l'Altissimo carbonizzasse le loro bastarde figure, probabilmente, io per primo, non potremmo che compiacercene.
Il turco, il russo e quel gran pezzo di merda del siriano, che non nomino per dispregio, sono concentranti nell'assassinare bimbi, donne, anziani. E noi qui a cercare di svuotare ipermercati per un cazzo di raffreddore un pochetto più ostile!
Leggete, informatevi, lamentatevi, disprezzate gli orchi che fingono di essere statisti, in realtà tra i più pericolosi assassini in circolazione.
Il link che vi propongo è dell'ottimo sito TPI
Cliccate qui per leggere!
giovedì 27 febbraio 2020
Il niente, il nulla
Il Nulla, il Vuoto, l'Inane pare non arrendersi davanti a niente. Emergenza nazionale? Ekkissenefrega! Questo simbolo, eclatante esempio di cosa non si dovrebbe fare in politica per non offuscare dignità, senso di appartenenza allo stato, moralità, principi fondamentali operanti in modalità socialmente utile, questo nanetto cotto, decotto, stracotto, ansima, mette ansia ogni giorno a tanti per la perpetua voracità egoriferita che lo porta a dibattersi meglio di un'anguilla di Comacchio al fine di ritrovare uno spazio centrale, tornando a contare qualcosa, va bene anche una fetecchia.
Si dispera, cogita, puro eufemismo, gracchia, ulula ma niente! Nessuno lo considera più!
Le ultime cagate tipo il sindaco d'Italia, il maxi investimento biblico per far ripartire l'Italia ma cazzo! E' sempre quello che ad Amatrice, immersa e sommersa dalla distruzione sismica, promise una velocissima ricostruzione, mentre dopo tanti anni che per i poveri abitanti saran sembrati secoli, devono levar almeno un 30% di macerie!
E' quello che promise che avrebbe dedicato un giorno alla settimana per andare nelle scuole, perché le scuole le avrebbe rese dignitose in un batter d'occhio!
E' la stessa persona che dette la mancetta accordandosi scapestratamente con l'Europa e da quel giorno divenimmo il porto unico per l'accoglienza dei fratelli in disgrazia, che rimasero con noi per essere sfruttati e maltrattati.
E' lui che soffiò nei padiglioni auricolari di De Benedetti annunciandogli un provvedimento prossimo ad essere votato nel Consiglio dei Ministri, permettendogli di guadagnare 600mila euro in un solo giorno di scambi borsistici!
Ed in queste ore profondamente buie, in questi istanti pregni di incertezza, fobia, paure che pensa, che propone questo giullare?
Di fare un governo di unità nazionale, la madre di tutte le fregnacce, col solo scopo di tornare sul proscenio, di riveder le stelle, non capendo che è finito, finito, finito!
Persino il mascherato e ghignoso Fontana, governatore della Lombardia ha evidenziato, in un sussurro, quanto sia eclatante l'odio del poverello nei riguardi di un uomo perbene, magari un po' inesperto, che attualmente è Premier!
Sconvolgendo menti e ragione, lo Sberleffo Logorroico sta tentando di stringere accordi addirittura con il suo nemico storico, solo perché rappresenta l'unico pertugio ancora in auge per uscire dal deserto spettrale in cui la sua nuova compagnia d'avanspettacolo è piombata in fatto di consensi.
Una nausea infinita, una sofferenza senza paragoni venire a conoscere queste infime trame sdolcinate, fini a sé stesse, senza orizzonti di decenza, architettate per sfamare il proprio ego smisurato e da strasicura analisi psichiatrica.
Al suo confronto quello in foto sulla destra lo possiamo benissimo paragonare a Winston Churchill!
Ancora un piccolo sforzo!
Virus travagliato
giovedì 27/02/2020
Non tutti i virus…
di Marco Travaglio
Per colpa del coronavirus, nei talk show scarseggiano i politici e abbondano gli esperti (anche se poi litigano fra loro, ma questa è un’altra storia).
Per colpa del coronavirus, il telespettatore medio sta sviluppando anticorpi poderosi, compreso un sesto senso che gli fa subito notare la differenza fra un esperto e un Capuozzo, un Meluzzi, un Sallusti, un Liguori.
Per colpa del coronavirus, l’Innominabile non straparla più. Anzi, meglio: continua a straparlare da solo e non se lo fila nessuno.
Per colpa del coronavirus, molti italiani si domandano sgomenti che ne sarebbe di noi se avessimo votato a novembre e ora il premier fosse Salvini, con Siri, Rixi, Pillon, Romeo, Fontana, Borgonzoni ministri, oltre naturalmente a B. e Gasparri.
Per colpa del coronavirus, si riesce persino a distinguere fra un leghista serio, Luca Zaia (e basta), e un Cazzaro Verde.
Per colpa del coronavirus, Camera e Senato votano senza tante pippe la fiducia sulle intercettazioni e sul trojan horse (raro caso di virus benefico), archiviando la boiata-bavaglio di Orlando&Renzi.
Per colpa del coronavirus, non si parla più di Santa Prescrizione come baluardo della Civiltà Occidentale e del Diritto Romano. Tantopiù che ieri la Commissione europea ha elogiato la legge Bonafede che la blocca dopo il primo grado come “riforma benvenuta, in linea con una raccomandazione specifica formulata da tempo”. A riprova del fatto che la Spazzacorrotti non ci fa entrare nella barbarie, ma più modestamente in Europa. E paradossalmente con una legge votata dai noti antieuropeisti M5S e Lega, con la feroce opposizione dei noti europeisti Pd, Iv e FI.
Per colpa del coronavirus, si noterà un po’ meno l’ultima impresa masochistica delle Sardine ad Amici da Maria.
Per colpa del coronavirus, il Tribunale di Roma tiene le udienze alla sola presenza dei soggetti interessati e non più in modalità “mercato del pesce”; gli avvocati trasmettono gli atti per via telematica, senza portarli in forma cartacea in tribunale; gli avvocati che vogliono mandare la causa in decisione (cioè non hanno più nulla da aggiungere) possono inviare un’istanza congiunta in tal senso al giudice anziché recarsi in tribunale per un’apposita udienza; il tutto in aggiunta ad altre novità sensazionali che, se adottate 365 giorni all’anno, contribuirebbero non poco a ridurre i tempi dei processi civili.
Per colpa del coronavirus, il presidente della Corte d’appello di Roma ha informato giudici e avvocati, con la solennità degli eventi eccezionali, che le aule erano state igienizzate.
Per colpa del coronavirus, milioni di italiani si lavano anche più volte al giorno.
Per colpa del coronavirus, chi intasava quotidianamente i Pronto soccorso degli ospedali alla minima bua, paturnia o fisima se ne sta finalmente a casa, lasciando lavorare i medici e gl’infermieri su chi ne ha davvero bisogno.
Per colpa del coronavirus, molte imprese e persino la Pa scoprono quegli oggetti misteriosi chiamati smart working (lavoro da casa) e telelavoro (in collegamento a distanza), che consente loro di ridurre i tassi di assenteismo e a tanta gente di guadagnare tempo, denaro e salute senza intasare metro, bus, tram, taxi, treni, aerei né impestare da mane a sera le città di traffico, smog e bile.
Per colpa del coronavirus molti italiani, inspiegabilmente infatuati dal federalismo regionale, scoprono quanti danni fanno le regioni e quanto si vivrebbe meglio se quei carrozzoni capeggiati da sedicenti “governatori”, quasi tutti mezzi spostati in fregola di originalità che per giunta si credono Napoleone, un bel giorno sparissero.
Per colpa del coronavirus, si scopre che sbaglia persino l’infallibile Roberto Burioni: oggi allarmista isterico con instant book in rampa di lancio, ieri negazionista spinto (“Il rischio di contagio è zero, in Italia possiamo preoccuparci dei fulmini, ma non di questo” , Che tempo che fa, Rai3, 2 febbraio 2020), prossimamente non più Scienziato Unico, ma Uno Dei Tanti.
Per colpa del coronavirus, forse sarà rinviato quel monumento allo spreco che è il referendum costituzionale del 29 marzo sul taglio dei parlamentari. Anzi ci sono buone speranze che, nella distrazione generale, se lo scordino in saecula seculorum, facendo risparmiare allo Stato mezzo miliardo.
Per colpa del coronavirus e degli sciacalli che tentano di entrare nelle case fingendo di dover fare il tampone, milioni di italiani hanno cominciato a diffidare degli sconosciuti che citofonano.
Per colpa del coronavirus, abbiamo più tempo per riflettere sulla nostra vita, come i dieci protagonisti del Decameron durante la “mortifera pestilenza… alquanti anni davanti nelle parti orientali incominciata…” che, “senza ristare d’un luogo in uno altro continuandosi, verso l’Occidente miserabilmente s’era ampliata” fino a Firenze, dove aveva moltiplicato l’ignoranza tanto dei mendicanti quanto dei sedicenti scienziati (“de’ medicanti… oltre al numero degli scienziati, così di femine come d’uomini senza avere alcuna dottrina di medicina avuta giammai, era il numero divenuto grandissimo”). E aveva diffuso “diverse paure e immaginazioni in quegli che rimanevano vivi, e tutti quasi a un fine tiravano assai crudele era di schifare e di fuggire gl’infermi e le lor cose; e così faccendo, si credeva ciascuno medesimo salute acquistare”. Parole scritte da Giovanni Boccaccio a metà del 1300, ma molto più attuali e utili dei nove decimi dei nostri giornali.
Se non fosse per i morti, i malati, i terrorizzati, i danni all’economia e il rinvio del nuovo film di Verdone, quasi quasi…
A pensarci..
Solo Matteo Messina Denaro può capire cosa stia passando in questi giorni il Paziente Zero...
Interessante, molto interessante!
Coronavirus, la matematica del contagio che ci aiuta a ragionare in mezzo al caos
C’è un numero, diverso per ogni malattia, che si chiama «erre con zero» e indica le persone che, in media, ogni individuo infetto contagia: se quella cifra è inferiore a 1, la diffusione si arresta da sola
di Paolo Giordano
Coronavirus, la matematica del contagio che ci aiuta a ragionare in mezzo al caos shadow
La matematica del contagio è semplice. Tanto semplice quanto cruciale. Ora che abbiamo imparato a lavarci le mani come si deve, il secondo aspetto a cui dovremmo rivolgere la nostra attenzione è proprio, a sorpresa, la matematica. Se rinunciamo allo sforzo, rischiamo di non capire granché di quanto ci sta accadendo e di lasciarci prendere, come molti in queste ore, da suggestioni poco fondate.
Per cominciare dividiamoci in tre gruppi. Un segreto della matematica è di non andare mai troppo per il sottile, e la matematica del coronavirus distingue la popolazione, tutti noi, in modo grossolano: ci sono i Suscettibili (S), cioè le persone che potrebbero essere contagiate; gli Infetti (I), cioè coloro che sono già stati contagiati; e i guariti, i Recovered (R), cioè quelli che sono stati contagiati, ne sono usciti e ormai non trasmettono più il virus. Ognuno di noi è in grado di riconoscersi all’istante in una di queste categorie, le cui iniziali formano il nome del modello a cui gli epidemiologi si rivolgono in queste settimane come a un oracolo: il modello SIR. Fine.
Ok, non proprio fine. Manca almeno un altro concetto. Dentro il modello SIR, dentro il cuore di ogni contagio, si nasconde un numero, diverso per ogni malattia. Nei giorni scorsi è spuntato qua e là in discussioni e articoli. Viene indicato convenzionalmente come R0, «erre con zero», e il suo significato è di facile interpretazione: R0 è il numero di persone che, in media, ogni individuo infetto contagia a sua volta. Per il morbillo, ad esempio, R0 è stimato intorno a 15. Vale a dire che, durante un’epidemia di morbillo, una persona infetta ne contagia in media altre quindici, se nessuna è vaccinata. Per la parotite, R0 è all’incirca 10. Per il nostro coronavirus, la stima di R0è intorno a 2,5. Qui qualcuno salta subito alle conclusioni e smette di leggere: «Evviva! È basso! Al diavolo la matematica!». Non esattamente. L’R0 dell’influenza spagnola, quella del 1918, è stato calcolato retrospettivamente intorno a 2,1.
Ma per adesso non vogliamo affrettarci a stabilire se l’erre-con-zero del coronavirus sia alto o basso. C’interessa sapere, più in generale, che le cose vanno davvero bene quando R0 è inferiore a 1. Se ogni infetto non contagia almeno un’altra persona, la diffusione si arresta da sola, la malattia è un fuoco di paglia, uno scoppio a vuoto. Se, al contrario, R0 è maggiore di 1, anche di poco, siamo in presenza di un principio di epidemia.
Per visualizzarlo, basta immaginare che i contagiati siano delle biglie. Una biglia solitaria, il famigerato paziente zero, viene lanciata e ne colpisce altre due. Ognuna di queste ne colpisce altre due, che a loro volta ne colpiscono altre due a testa. Eccetera. È quella che viene chiamata una crescita esponenziale, ed è l’inizio di ogni epidemia. Nel primo periodo, sempre più persone vengono contagiate sempre più velocemente. Quanto velocemente, dipende dalla grandezza di R0 e da un’altra variabile fondamentale di questa matematica trasparente e decisiva: il tempo medio che intercorre tra quando una persona viene infettata e il momento in cui quella stessa persona ne infetta un’altra — una finestra temporale che, nel caso di Covid-19, è stimata a circa sette giorni.
Fine, per davvero. Avendo assorbito queste poche informazioni, possiamo riassumere tutti gli sforzi istituzionali, tutte le misure «draconiane», le quarantene, la chiusura di scuole e teatri e musei, le strade vuote, in un’unica intenzione matematica: abbassare il valore di R0. È quello che stiamo facendo con le nostre dolorose rinunce. Perché quando R0 si abbassa, l’espansione rallenta. E quando R0 viene faticosamente riportato sotto il valore critico di 1, la diffusione inizia ad arrestarsi. A partire da quel momento è l’epidemia stessa, non più le persone, a soffocare.
Che esagerati!
Negli ultimi giorni si è aperta una faglia tra chi accetta con umiltà quanto viene disposto dall’alto e chi grida all’esagerazione, alla follia, alla «psicosi collettiva». O magari non grida nemmeno, assume un atteggiamento più sprezzante, più intellettuale, come a dire «poveri stolti, si lasciano infinocchiare», che in fondo è la stessa cosa. Questo tipo di scetticismo è trasversale, non dipende dal livello d’istruzione, né dalla provenienza o dall’età — forse dall’età un po’ sì, gli adulti-adulti sembrano particolarmente inclini. A ogni modo è un atteggiamento umano, ed è particolarmente in voga nella nostra epoca. Ma chi insiste a dire che il contenimento eccezionale messo in atto è «esagerato» non ha capito la matematica. Oppure l’ha travisata.
GUARDA IL GRAFICO
CORONAVIRUS, LA MAPPA DEL CONTAGIO IN ITALIA
Un fraintendimento comune, per esempio, nasce dal raffronto proposto con l’influenza stagionale. Ciò che di Covid-19 assomiglia all’influenza stagionale è il modo del contagio, il fatto che avvenga per lo scambio di goccioline sparate in aria attraverso gli starnuti e la tosse. E ci sono i sintomi generali, certo, che si confondono — una confusione che ha causato ritardi nel contenimento iniziale, nonché incidenti spiacevoli come quello dell’ospedale di Codogno. Ma al momento non c’è alcuna evidenza che il coronavirus debba avere un autonomo picco stagionale per poi recedere, come le influenze ordinarie.
Riguardo al picco di contagi, poi, qualcun altro si è lasciato ingannare dalla notizia che in Cina sia già stato superato. E che questo accadrà molto presto anche da noi. È l’interpretazione errata di un dato. Sarebbe più corretto dire che «un» picco, il primo, è stato raggiunto e superato in Cina. Ciò è accaduto proprio ed esclusivamente in ragione delle misure iper-restrittive che la Cina ha applicato, ovvero bloccare qualche centinaio di milioni di persone in casa. Non a causa di una caratteristica intrinseca della malattia. Insomma R0, in Cina e poi da noi, è stato trascinato giù a forza. E adesso viene mantenuto basso a forza, come se tutti quanti, ubbidendo alle istituzioni, stessimo premendo sul coperchio di una pentola piena d’acqua in ebollizione.
Nel momento in cui le misure venissero allentate, in Cina come qui, è probabile che R0 tornerebbe al suo valore «naturale» di 2,5. Il contagio ricomincerebbe a diffondersi esponenzialmente. Gli epidemiologi sanno che il solo modo di fermare sul serio un’epidemia è che il numero di Suscettibili diventi abbastanza basso da rendere poco probabile il contagio. Per esempio quando la popolazione è vaccinata. I vaccini ci fanno passare da Suscettibili a Recovered senza nemmeno attraversare la malattia. Ma non è il nostro caso per il momento. Il Covid-19 è per noi umani ancora troppo nuovo. È saltato da un pipistrello a qualche altro animale, forse un serpente, dove i due codici genetici si sono mescolati in maniera sfortunata, e da quel secondo ospite ha spiccato un altro salto, sull’uomo, con la stessa carica di novità di un asteroide che fa precipitare sulla Terra un elemento chimico sconosciuto. Non abbiamo anticorpi efficaci e non abbiamo vaccini. Non abbiamo neppure statistica. Tradotto nel modello SIR, significa che siamo ancora tutti Suscettibili.
Domanda nel test di matematica: «Quanti sono oggi i Suscettibili al Covid-19?». Risposta: «Un po’ più di sette miliardi».
Previsioni del tempo
Un’altra aberrazione riguarda l’accanimento mediatico sul «paziente zero» in Italia. «Il paziente zero» è un titolo perfetto per una serie distopica di Netflix o per un film sugli zombie, e infatti esiste già. Ma il paziente zero italiano è d’interesse pressoché nullo per gli epidemiologi ormai da alcuni giorni. Da quel fantomatico punto d’origine si sono già diramate linee secondarie e terziarie, traiettorie silenziose del contagio, molte delle quali probabilmente latenti. A Firenze, in Liguria, in Germania, negli Stati Uniti, chissà dove.
E c’è, infine, l’algebra della pericolosità, anch’essa fuorviante. Dividendo il numero di morti per il numero dei contagi conclamati si ottiene un risultato che non impressiona: zero virgola zero qualcosa. Tradotto: «Tanto non si muore!». I virologi si stanno seccando la gola nel ripeterci che il vero problema è un altro. Il tasso di ricoveri necessari per il Covid-19 è infatti piuttosto elevato. Se tutti o buona parte dei Suscettibili diventassero Infetti troppo velocemente, a ricevere un urto pericoloso sarebbe il nostro sistema sanitario. Non è scontato che avremmo le risorse necessarie per fronteggiare adeguatamente un’eventualità simile. Non è scontato che non andremmo in tilt.
Le azioni «esagerate» intraprese in Cina e adesso da noi si fondano su scenari che sono anch’essi matematici. Non su misure prese a spanne, non su impressioni vaghe o isterismi di massa. Alessandro Vespignani, che alla Northwestern University di Boston sviluppa questi scenari, mi ha detto: «È come con le previsioni del tempo». Alla base delle simulazioni c’è il semplice modello SIR che abbiamo descritto, ma la teoria viene applicata alla situazione effettiva del nostro pianeta, della nostra società. Per nutrire di realtà il modello vengono utilizzati tutti i dati a disposizione: le mappe satellitari della Nasa, le rotte dei voli e il numero dei rispettivi passeggeri, le informazioni su ogni interazione umana misurabile e perfino certi correttivi psicologici, come la paura, il panico, la cautela. Ecco un ambito in cui i Big Data servono a salvarci la vita. Le simulazioni, una volta lanciate, mostrano come l’epidemia si svilupperà nei giorni successivi entro certi margini di errore, se diverrà una pandemia o invece sparirà. Da quelle analisi procedono le decisioni dei governi. Alzi la mano, ora, chi non crede affatto alle previsioni del tempo, chi programmerebbe una gita al mare domani, sapendo che ilMeteo.it dà il 90% di probabilità di un diluvio.
Suscettibili e sospettosi
Ecco un fatto curioso: la diffusione di una notizia falsa è descritta bene dagli stessi modelli SIR che si usano per le epidemie. Anche rispetto a un’informazione errata ognuno di noi appartiene a uno dei tre insiemi: i Suscettibili, gli Infetti oppure i Guariti. Peccato che abbiamo molta più difficoltà ad autocollocarci in quello giusto. Spesso, poi, essere Suscettibili al falso equivale a essere Sospettosi verso il vero. La fatica di accettare che qualcosa di radicalmente nuovo, di «fuori dall’ordinario» stia accadendo è un altro tratto profondamente umano della nostra psiche.
Una forma di ritrosia verso l’inaspettato, verso lo sconcertante e soprattutto verso il complesso, ha fatto in modo che ci volessero decenni perché il cambiamento climatico fosse accettato da molti. In questo momento è in azione un meccanismo difensivo simile nei riguardi del coronavirus. Non abbiamo anticorpi contro Covid-19, ma ne abbiamo contro tutto ciò che ci sconcerta. È un paradosso del nostro tempo: mentre la realtà diventa sempre più complessa, noi diventiamo sempre più refrattari alla complessità.
E tuttavia, ciò che sta succedendo in questi giorni non è davvero inedito. «A Singapore il governo e gli ufficiali sanitari lavoravano insieme per impedire che l’infezione si diffondesse. Furono attuate misure draconiane non solo negli ospedali: quarantena obbligatoria per tutti i casi sospetti, multe e condanne per chi non rispettava l’isolamento, chiusura di un grande mercato, chiusura delle scuole, controlli periodici della temperatura a tutti i tassisti. In questo modo l’epidemia fu domata». Sembra che parli di oggi, invece David Quammen sta riportando quanto avvenuto nel 2003 con la Sars. Descrive misure identiche a quelle adottate nel Lodigiano con la sola differenza della severità delle sanzioni penali, perché il nostro sistema si basa sulla fiducia nei cittadini, sull’assioma della loro piena collaborazione.
«Spillover», il libro di Quammen, meriterebbe un articolo a sé. Basti dire, qui, che è il modo migliore per comprendere le varie sfaccettature, la complessità per l’appunto, di questa epidemia. Per non viverla come una strana eccezione o un flagello divino. Per metterla in relazione ad altri disastri ecologici del nostro tempo, come la deforestazione, la cancellazione degli ecosistemi, la globalizzazione e il cambiamento climatico stesso. E per entrare, addirittura, nella mente del virus, decifrarne le strategie, intuire perché la specie umana sia diventata così golosa per ogni patogeno in circolazione. A volte Spillover fa paura, è vero, complice il pipistrello nero della copertina, e a volte fa addirittura sobbalzare, per esempio quando si domanda — era il 2012 — se il Next Big One, la prossima grande epidemia attesa dagli esperti, sarà causato da un virus e se comparirà «in un mercato cittadino della Cina meridionale». Preveggenza? No. Solo scienza. E un po’ di storia. Strano che Spillover non sia esaurito sugli scaffali, come i gel antisettici e le mascherine.
Detto in soldoni
Alla mia professoressa di matematica del liceo piaceva usare un’espressione un po’ antica, «detto in soldoni», quando voleva farci familiarizzare con un concetto nuovo. È un’espressione che per qualche ragione mi torna alla mente adesso. Detto in soldoni, la matematica del contagio c’insegna che il solo modo efficace di soffocare un’epidemia come quella in corso è di tenere la gente il più possibile separata. E che dovremmo, semmai, discutere su quanto le misure necessarie siano sostenibili nel medio termine, perché al momento, e in assenza di un vaccino, non ci sono elementi razionali per ipotizzare che la crisi sia breve.
Ai più coriacei, a chi non fosse ancora persuaso e continuasse a pensare che siamo di fronte a una reazione sproporzionata, possiamo proporre un ultimo, disperato argomento di buon senso. È davvero lecito supporre che un Paese come la Cina decida di tirare il freno a mano della propria economia per aver sopravvalutato un’influenza stagionale? Che un governo come il nostro decida di mettere in quarantena intere aree perché ha scambiato un virus pericoloso per qualcos’altro? Mi sembra che per supporlo si debba essere dei Sospettosi eterni, dei complottisti incalliti. Oppure no, mi sbaglio. Dopotutto è sufficiente capovolgere una volta di più il ragionamento scientifico e, invece di trarre le proprie opinioni dai fatti, partire dalle proprie opinioni per ricavarne i fatti.
mercoledì 26 febbraio 2020
Letterina
Il 4 febbraio l’ospedale universitario di Padova annuncia di aver trovato un test rapido per individuare il Covid-19.
Ma l’11 febbraio, come informa il sito tpi, la lettera che vedete in foto a firma del direttore generale dell’Asl Domenico Mantoan, blocca tutto. Forse Zaia e soci erano più occupati a non spendere per la sanità pubblica a favore del privato? Peccato Zaia! Sarebbe stata un’altra storia!
Presa per il culo numerologica
Se avete tempo e non siete facilmente impressionabili, visitate il sito ufficiale fotografante la situazione di quel cazzo, scusate il francesismo, di virus cliccate qui
Praticamente constaterete anche voi della colossale presa per il culo da parte dei nostri parenti, per modo di dire, europei.
Come vedrete sull'Italia c'è un pallino rosso molto più grosso di quelli attorno.
Cliccando sul pallino nostrano i dati, ad oggi sono i seguenti:
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Ricoverati: 1
Existing (credo voglia dire che hanno il virus ma non sono ricoverati) : 311
Andate dai nostri cugini alla "e i francesi che s'incazzano!"
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Morti: 1
Ricoverati: 11
Existing: 2
Grazie al cazzo francesi, e francesismi! Voi avete solo elencato quelli per così dire da monitorare, dai non fate i francesi! Ammettete anche voi quelli che noi, e forse abbiamo sbagliato in questo, abbiamo fatto emergere grazie ad una politica di campionatura mediante tamponi per certi versi eccessiva.
Se infatti togliessimo i 300 agli existing avremmo pure noi delle blande percentuali.
Passiamo agli albionici:
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Mi mangio un rospo! Sono pronto ad ascoltare anche un discorso della Santaché se i numeri sono questi!
E i teutonici?
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Ricoverati: 14
Existing: 4
Quindi riassumendo: noi abbiamo eccessivamente ricercato degli infettati e ne abbiamo trasmesso i dati.
Gli altri hanno immesso solo i casi più delicati. Prova ne è che più del 60% dei confermati inglesi, francesi e tedeschi sono attualmente ricoverati.
E invece di ricevere complimenti, abbiamo solo disdette turistiche, divieti di andare in paesi limitrofi e la nomea di appestati!
Ma vaffanculo!
Infine che in Romania, Polonia, Ungheria e Russia non ve ne sia neppure uno, rende l'idea di come da quelle parti trattano i malati, alla "una fossa e via!" per intenderci.
La Svizzera ne ha solo uno. Ma da quelle parti si sa di infetto vi sono solo i capitali da ripulire!
Facciamo quindi la figura dei coglioni?
Mah! Il tempo credo ci darà ragione. Se gli altri stanno minimizzando e non facendo nulla per circoscrivere a breve si troveranno impotenti davanti alle migliaia di richieste simultanee di ricoveri. Speriamo di no, ci mancherebbe. Ma che sto cazzo di virus vegeti e coabitanti solo da noi, mi sembra 'a strunzata!
Riepilogo col capolavoro
Se dovessi fotografare il momento attuale, meglio di questo frame a mio parere non c'è: è appena scoppiata la lampadina (Covid-19) e la Creatura (conglomerato di accaparratori di Dietorelle o di una quantità di sale da cucina tale da insaporire cibo per un decennio, di portatori di mascherine all'aria aperta non a norma e nel contempo svuotatori seriali di centri commerciali iper affollati, di peripatetici pennivendoli scriventi su giornali umoristici con toni da ecatombe per raggranellar qualche spicciolo in più, di canaglie speranti nel porto di Lodi per squallidi tornaconti di consenso, di ruttologi anelanti l'invito in uno dei tanti talk sparati in etere no stop e capaci di far cagare addosso persino la buonanima di Patrick de Gayardon, degli opinionisti tracannanti Krug sempre pronti ad emergere, a differenziarsi, altrimenti non se li caga nessuno, instillanti in cervici fobie più eclatanti dal vedere Suspiria in un castello solitario assieme ad un diarroico, dei "ghe pens mi" convinti che gli altri siano degli inutili corollari, di diversamente credenti convinti che certe unioni civili generino castighi, e purtroppo ne convincono molti babbani) la Creatura dicevo è spaventata.
Gene-Frankestein (i virologi seri e non burioni ops! burloni, tutti coloro che né con google o bignami medici, né con attese ciarliere in sale d'aspetto del medico di famiglia hanno costruito la loro professionalità ma attraverso anni di studio approfondito e serio) sta tentando di riportare la normalità, ricominciando il ballo per far ripartire la Creatura, mentre il pubblico inizia a lanciargli ortaggi (i nostri vicini di casa: i francesi, che sono pronto a sacrificare la foto autografata di Gianni Rivera se fossero veritieri i numeri di contagiati che hanno, non ci credo assolutamente; gli austriaci che vorrebbero chiudere le frontiere con noi, va bene le chiudiamo però poi ad agosto ve ne state a casa vostra invece di venirci a rompere gli zebedei; e i lontani come gli americani che stanno annullando le prenotazioni per la prossima estate (visitando in loco la vestaglia di Washington, il reperto più antico che hanno)
Questo è l’attuale momento e, avendo drammatizzato il contesto, ne siamo causa principale.
Due giorni fa ho vissuto l'esperienza di possibile untore, mia moglie medico si è sottoposta al tampone, risultato negativo: ho trascorso quasi due giorni in casa, evitando contatti con gli altri. Avevo provviste in casa per quattro giorni al massimo, ho controllato che ci fossero il Martini Rosso, il Gin e le paglie naturalmente! Ho scanalato ossessivamente e devo dire che ad un certo punto, vista la totale e becera programmazione, stavo per cadere nella psicosi da Covid-19, ma per fortuna la raccolta dei gol del Cigno di Utrecht mi hanno riaccompagnato nel senno, evitandomi di far gargarismi con la varichina.
Rispetto per gli altri, consapevolezza che sia un'influenza atipica solo perché è molto trasmissibile. Tutto qui. Per il resto... forza Lione!
martedì 25 febbraio 2020
Scanziscanziscanzi!!!
Straordinario Andrea! Spieghi al meglio ciò che penso sia la luce in questo periodo tenebroso, molto tenebroso!!
Chiarimento territoriale
Terreno scivoloso questo, ci mancherebbe! Tralasciando la dietrologia della nemesi storica, i "terun" al momento intonsi e la ricca terra lombarda alle prese con il Covid-19, vi siamo comunque vicini amici, stona un pochetto la voce, confermata, che molti di loro, visibilmente agiati, abbiano deciso di sfanculare divieti e consigli, venendo a svernare nelle nostre terre, grazie alla famosa seconda casa. E qui ci si incazza: tralasciando che durante l'estate i "ghe pens mi" la fanno da padroni, occupando con Suv fiammanti i luoghi migliori, dovrebbero cercare tra i loro vasti panorami culturali le parole chiare e precise che più o meno vogliono dire: rispetto civile.
Pertanto con decoro e civiltà non dovrebbero scassarci la ceppa rischiando di portare il tanto vituperato virus in queste lande, che non sono le loro ma le nostre. Spero che tanti autoctoni denuncino alle forze dell'ordine questi soprusi indegni e che questi furbetti siano messi nella giusta quarantena. Con tanto di allegato e sacrosanto "ma va a cagher!"
Virus circense
Ma che meraviglia attorno a noi! Sorgono virologi ovunque, dottori agli angoli delle strade, in ogni luogo riesci a trovare esperti che naturalmente si dividono in varie categorie:
Gli eredi di Pico De Paperis:
Tuttologi conclamati, riescono ad insegnare ed illuminare su tutto, figurarsi sul Covid -19. Elargiscono agli astanti delle formidabili news grazie alla sacra formula “mi ha detto un amico che ha una cugina di secondo grado infermiera al Sacco di Milano che per il vaccino non manca molto!” ottenendo compiacimento dagli uditori i quali a loro volta si trasformano in araldi del saccente, spandendo in aere il verbo testé assunto, modificandolo ed ingigantendolo in modo che escano frasi tipo “un’infermiera del Sacco pare abbia trovato una pozione composta da pan grattato, aglio e Martini Dry in grado di combattere il virus”
I Centrifugati
Sono i poveretti che stanno graniticamente per almeno otto ore davanti alla tv e al mattino, dopo aver centrifugato il tutto, vanno al bar uscendo con frasi tipo “Mentana è al Sacco e il tg La 7 da stasera lo condurrà Burioni!”
I talkshowisti
Vedere Paita, Rosato, Porro, Minzolini ospiti di dibattiti sul virus, rinforza la vena delle precedenti categorie.
Servirebbe allargare la quarantena!
lunedì 24 febbraio 2020
Sorridiamo
domenica 23 febbraio 2020
Alla prova
Aspetti non chiuda la polta! Saliamo anche noi!"
Calma, mi dico, calma. Sono da tanti anni nel palazzo, abitano al secondo piano, che vuoi che succeda, non sono andati mai via, vivono qui, non ti far trasbordare nel regno degli Inani, reagisci; la signora la conosco lavora nel negozio qui sotto, poi c'è la figlia anche lei la vedo sempre ma, aspetta un attimo: e il terzo chi è? Mai visto, non sarà che è arrivato da poco, magari dalle zone infette. Porca miseria! Smettila, finiscila! Col mezzanino sono solo tre piani, dai ormai ci siamo, ma che fai? Enzo Maiorca? E chi era? Come dici? Ah il grande recordman dell'apnea! Ma che c'entra? Non mi dirai mica che stai trattenendo il respiro? Respira che sei già rosso pompeiano! (cit.)
Quindi tutti i discorsi di evitare la discriminazione, i preconcetti, le fobie, le ansie, tutto al macero? Dai che siamo già al primo, ancora pochi secondi... e respira!!
"Buona giolnata!"
"Anche a voi!"
Visto se ne sono andati! Ma che fai, perché respiri col naso sotto il maglione? Smettila tanto non serve a niente!
Possibile che ti sei fatto accalappiare dalla paura collettiva? Che il virus sparso da quel "coglione", sotto certi aspetti più temibile del Corona, ti abbia contagiato? Risultante, risultante di comportamenti globali soverchianti un preciso equilibrio, uno sconquasso modificante Madre Natura. Non possiamo piangerci addosso proprio ora, non possiamo soccombere ad eventi generati dalla cattiva gestione di ciascuno di noi. Pensa che il figlio di quel coglione biondo è stato sorteggiato per andare ad ammazzare i grizzly, ed è pure contento! Pensa a come abbiamo alterato ogni cosa, infischiandocene di tutto e tutti, solo per possedere il terzo tv o correre dietro ai precetti modaioli. E poi è arrivato questo invisibile nemico e ci stiamo tutti cagando addosso! Guarda non provarci nemmeno! Se fai i gargarismi con l'antibatterico non avrai il Corona ma sicuramente il Cogliona sì!
I sintomi?
Passione per le felpe e straparlare fregnaccicamente alla luna con qualsiasi idiozia generata dal mononeurone di proprietà! Guarda che degenera, è per certi aspetti micidiale, può trasformarsi in feltrismo. E ho detto tutto!
sabato 22 febbraio 2020
Altre tipologie di virus
In momento particolarmente grave non avevamo assolutamente necessità di scoprire altre forme di virus che rendono instabili psicologicamente, insufflando nei portatori insani quella voglia spasmodica di emergere, di dire agli altri "ci sono ancora non dimenticatemi" evidenziando un'esistenza minata da malformazioni culturali degenerate appunto da qualche subdolo inquilino incuneatosi in cervice.
Spiace sapere che energumeni di questo malevolo stampo convivano ancora in questa blanda e soporifera società, incapace di appendere al collo di questi portatori insani una sorta di campanellino capace di renderli innocui, destinandoli ad una perenne quarantena sociale.
Et voilà
sabato 22/02/2020
La sindrome di Hybris affligge il leader
di Daniela Ranieri
Leggete questo ritratto: propensione narcisistica a vedere il mondo come un’arena nella quale esercitare potere e ricercare la gloria personale; zelo messianico e convinzione di essere chiamati a grandi azioni; istrionismo; disprezzo degli avversari e di chi lavora secondo prassi consolidate; eccessiva autostima sconfinante col senso di onnipotenza; perdita del senso della realtà e isolamento; tendenza a parlare di sé in terza persona; irrequietezza, incoscienza, impulsività. A chi vi fa pensare?
Sono i sintomi della Sindrome di Hybris, definita dal medico e politico inglese David Owen e dallo psichiatra Jonathan Davidson sulla rivista Brain nel 2009, che colpisce maggiormente i politici (ne soffrivano Neville Chamberlain, Margaret Thatcher, George Bush e Tony Blair). Non siamo psichiatri, motivo per cui non ci azzardiamo a fare diagnosi, ma è evidente che nel caso in questione la dimensione psicologica, ma diremmo persino ghiandolare, travalica quella politica (del resto non serve essere Michelangelo per fare un identikit in commissariato). Dando per scontato che il soggetto non agisce sulla base di secondi fini (aumentare il proprio potere per farsi leggi ad personam, per esempio) e che non abbia bisogno dello stipendio da senatore (come s’è premurato di informarci), allora deve esserci un impulso interiore che lo sospinge verso il centro della scena politica, da cui aveva giurato di ritirarsi e dove del resto non mancherebbe a nessuno. Potrebbe essere proprio la hybris, per gli antichi greci la tracotanza che spinge a sfidare gli dèi, la smisurata ambizione già accertata ai tempi in cui gli riuscì di mettersi a capo del governo avendo vinto solo le elezioni come sindaco e le primarie del Pd, situazione legittima e prevista dalla Costituzione attuale, che vuole ancora modificare (ma ora la priorità è eleggere direttamente un fantomatico “sindaco d’Italia”, non più riempire il Senato di sindaci e consiglieri regionali).
Il soggetto non ha alcuna visione politica: è sé stesso la sua visione politica. Ha portato nella politica italiana lo storytelling, un dispositivo mutuato dal marketing con cui si crea consenso offrendo una versione persuasiva, seduttiva e falsa della realtà; lui era lo sbloccatore, quello che non si faceva fermare dalle minoranze e dai “ricatti dei partitini”.
Qualcuno parla nel suo caso di delirio narcisistico; ma il narcisismo non è, come si crede comunemente, l’adorazione di sé, bensì un dispositivo per il quale “l’amore rifiutato torna a sé sotto forma di odio” (Christopher Lasch). Egli si sente rifiutato dal popolo di cui voleva essere un caposcout illuminato, una specie di condottiero-principe rinascimentale (“Non siamo stati capiti”, ripeteva all’indomani del referendum perso). Ha fondato un partito personale insieme ai soliti 4 o 5 adepti, convinto di avere un consenso stratosferico da sbattere in faccia al partito che non ha apprezzato la sua reggenza salvifica. Era una proiezione egotica, la stessa che gli impedisce oggi di guardare in faccia la realtà del 4% a cui è dato. I sondaggi sulla fiducia nei leader lo danno sotto a Salvini, Meloni, Conte, Zingaretti, Di Maio, Santori (!), Berlusconi e persino Calenda e Toti. Senza nessuna dissonanza cognitiva, trasforma quel 4% e una truppa di senatori fedeli in un’arma di ricatto. Non gli importa niente della prescrizione (stanti le note vicende famigliari). Gli importa di finire nei trend topic del giorno, incutere timore per le sue mosse imprevedibili, tenere sotto scacco chi è più potente di lui con rivendicazioni demenziali o assurde.
Gli esperti lo chiamano “delirio scacchistico” (descritto da Reuben Fine ne La psicologia del giocatore di scacchi): come gli scacchi “servono come strumenti di gratificazione alle fantasie di onnipotenza”, così la politica serve ad alcuni come sfogo passionale e mezzo per la gratificazione personale.
In Tv ha di nuovo attribuito l’ostruzionismo di cui si sente oggetto al suo “caratteraccio”. Anche questa è una proiezione egotica, oltre che un vezzo antifrastico. Non gli è ancora chiaro che nel suo caso il brutto carattere si somma all’inadeguatezza politica e alla provata inaffidabilità. Ai tempi gloriosi propugnava la disintermediazione: il rapporto tra il leader e il popolo non doveva conoscere attriti ma solo progressivi innamoramenti. Da qui le reprimende contro gli intellettuali e i professoroni, capaci di “defascinare” il leader con l’esercizio del logos. Ora che non ha più nessun popolo se non i fan di Twitter, va avanti a colpi di querele contro chi mette in dubbio il suo equilibrio (dunque non la sua buona fede) e si gioca la residua reputazione bruciandosi sull’altare dell’Ego, spaccando tutto quel che gli riesce. È “l’impulso di Erostrato”, quell’Erostrato di Efeso che appiccò il fuoco al tempio di Artemide solo per il desiderio di passare alla storia.
venerdì 21 febbraio 2020
Pare che Larry... Pare che Larry..
Una volta lasciato lo scorso 17 febbraio il pianeta, dicono che Larry si sia presentato ai “piani alti” e qualcuno gli abbia chiesto informazioni circa il suo operato quaggiù. Larry allora, aprendo una borsa, pare abbia consegnato dei suoi scritti. “Scusa Larry - gli chiese il portiere alato - questa tua poesia -si sta come d’autunno sugli alberi le foglie- a me pare di averla già sentita. Sei sicuro che sia tua?”
“Mah forse... non ricordo. Comunque vorrei gentilmente chiedere se sia vero che negli inferi regni il copyright, mio acerrimo nemico! Spero di non andarci! Ci sarà pure quella strega della Siae!”
“Larry non posso darti informazioni in materia! Vedo che hai scritto pure dei romanzi. Questo che inizia con “Quel ramo del lago di Como” mi pare di averlo già letto... boh, sarà!”
“Ho scritto questo inno all’Altissimo... “Laudato sii mì Signore...”
“Ma questo è di Francesco! Larry non esagerare! Ma l’hai copiato!”
“In effetti... ma fa parte della mia scoperta. Insomma diciamo che laggiù miliardi di volte ogni ora si ricordano di me.. un’ultima cosa: potrei mandare un messaggio di saluto a mie lontanissime pronipoti, tipo una che è stata persino ministro in Italia, la cara Marianna Madia? Ho qui una poesia che inizia con “Ei fu” sarebbe bello mandargliela... sarà mia? Boh...
“Non c’è più tempo Larry! Devi andare in sala Giudizio! Parla e leggi solo con parole tue, mi raccomando! Lí non si scherza! Aspetta che ti annuncio: “Sta entrando Larry Tesler, inventore tra l’altro del “Copia e Incolla” informatico, il “Ctrl-C / Ctrl-V” per intenderci... “Ctrl-C / Ctrl-V” per intenderci... “Ctrl-C / Ctrl-V” per intenderci... azz! Te pareva....
giovedì 20 febbraio 2020
Un po’ forte ma...
mercoledì 19 febbraio 2020
Nelle mani della pazzia
L'incredibile, lo squassante vortice che attanaglia molti neuroni, si è materializzato a Milano, in Galleria. Sapere che il cosiddetto vincitore, ma perdiamo tutti culturalmente, ogniqualvolta che alzerà le dorate saracinesche inizierà la giornata da -13.800 euro solo di affitto, senza quindi contare il personale, la luce, l'arredamento, le tasse, dona, termine che non s'aggrada ma in questo ginepraio nulla appare bello, a mio parere il degrado, lo stagno in cui siamo piombati.
Dior è il vincitore della mega asta col Comune di Milano per accaparrarsi i 253 mq attualmente in gestione a Versace. L'ha spuntata dopo quasi una quarantina di rialzi per un modico canone annuale di oltre 5milioni di euro, che fanno appunto quasi 15mila euro al giorno.
Mi chiedo quanto, scusate il francesismo, cazzo sia smisurato il guadagno, il lucro, per arrivare a sopportare un balzello di tali mastodontiche dimensioni e, di conseguenza, quanto siamo allocchi noi, mi ci metto anch'io pur sfanculando da sempre la fantomatica moda e i modaioli, che per cincischiare con ninnoli che pare in alcuni casi, e non so dire se Dior faccia parte della compagnia, siano confezionati da schiavi per lo schiavismo 2.0 che, grazie a fregnacce, cicalecci, latrati alla Luna, ci hanno abituato a vedere come lavoro, occupazione e poi quelle nenie sul fashion, sull'arte, ma di che arte stiam parlando?, i luccichii abbacinanti la ragione, il valore effettivo di questi specchietti per allodole, anzi allocchi, che spendono fortune per compiacersi con la novità, alla velocità della luce diveniente obsoleta, fuori moda, per un circo equestre montato ad hoc per concedere a molti la gioia, la realizzazione della prevaricazione sull'altro, pregna di verticali di Krug.
Se parti da -13.800 euro tutti i giorni vuol dire che sei certo di essere circondato da imbecilli!
O no?
Eccoloqua!
martedì 18 febbraio 2020
Con il dovuto rispetto
No, non ce l'ho fatta! Scompisciandomi allego questa foto che non vuole essere assolutamente irriverente. Il web a prenderlo per il verso giusto è fucina straordinaria.
Mi scompiscio! Oh come mi scompiscio!
Tutto vero
Ci ha rotto le gonadi per troppo tempo sulla prescrizione, ha ingolfato, ingarbugliato la già di per sé modesta e fradicia di inamovibilità politica nostrana. Ha tentato di emergere dal barile profondo del futuro anonimato.
Ed infine è andato a sciare in Pakistan. Tutto vero, accertato. Guardatelo in foto. Non dico altro per non incorrere in sproloqui di bassa grana. Lascio la parola a lei...
Il mantra degli affari sulla vetta
del mondo per il Paulo Coelho di Rignano sull’Arno
Sci - L’ex Rottamatore se n’è andato
in Pakistan
di Daniela Ranieri
“Ci sono momenti in cui è bello
riscoprirsi a riflettere, ammirando la natura incontaminata. Anche a 4.000
metri. E quassù non ci sono polemiche ma solo tanta bellezza”. Le parole, come
avrete capito dalla loro sconcertante banalità, sono di Matteo Renzi, il Paulo
Coelho del Valdarno.
Sembra di vederlo, seduto nella
posizione del loto, mentre medita e recita mantra coi monaci del posto bevendo
tè masala. Gli è che il Nostro, dopo aver posizionato i candelotti di dinamite
nelle Istituzioni, è partito per le nevi del Pakistan. Sappiamo cosa state
pensando: ma come, fino all’altro ieri era qua che minacciava di far cadere il
governo sulla prescrizione, e adesso è già sulla vetta del mondo che si
atteggia a Dalai Lama, staccato dalle cose terrene, tipo Brad Pitt dopo 7 anni
in Tibet? Purtroppo il primo ministro pakistano Imran Khan ha rovinato l’eterea
visione, pubblicando sui social una foto che immortala i suoi compagni di
“ski-trip” (vacanza sciistica): attorno a un tavolo da giardino, in un cortile
che potrebbe pure essere quello del resort “Il Coccio” dell’amico Marcucci in
Garfagnana, siedono la principessa Beatrice di York (figlia di Andrea, amico di
quell’Epstein arrestato per traffico di minori e suicida), l’ex premier
spagnolo Aznar, il finanziere paki-americano Zia Chishti, l’ex ambasciatore
pakistano negli Usa Ali Jehangari Siddiqui, un capo della Tim più altri
milionari in petrodollari, e infine, spaparanzato al sole a capotavola, lui,
Renzi (sul tavolo ogni ospite ha un’aranciata oppure una tazza di tè: Renzi è
l’unico che ha sia l’aranciata che il tè). La Verità ha scoperto il link tra
questi ricconi ed ex potenti: la Afiniti, una società di intelligenza
artificiale, a cui in futuro si farà sempre più ricorso in mancanza di quella
naturale. Ignoriamo le competenze di Renzi sul tema (a onor del vero, era bravo
con le slide), e in quale lingua si esprima, ma è evidente che la missione ha
natura spirituale quanto uno yak tibetano ha contezza di Rignano sull’Arno. Ci
viene in mente ora che Renzi sottoponeva un tariffario agli imprenditori che
volevano parlare con lui: 100 mila euro, cinque volte quello che prendono i
cantanti neomelodici per esibirsi alle comunioni. Un affarone per il Pil del
Pakistan. Dove vige la legge del karma: le conseguenze delle nostre azioni ci
seguono ovunque come un’ombra, ne siamo responsabili ed eredi. (Nell’interesse
preminente dello Stato, chiediamo alla Farnesina se è possibile corrompere gli
sherpa locali per rapire, rifocillare e trattenere l’Illuminato a 4000 metri
per un po’, o almeno fino alla fine della legislatura).
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