giovedì 29 novembre 2018

Senza vergogna


E a me il video sembra pure sparito!

giovedì 29/11/2018
Faccia da Renzi

di Marco Travaglio

Che stesse per dirlo, in preda ad attrazione fatale, si capiva da tempo. Il coming out ce l’aveva sulla punta della lingua da una vita, ma non si decideva mai a sputare il rospo. Ora finalmente, dopo anni di petting clandestino, ha deciso di ufficializzare la liaison. “Dobbiamo chiedere scusa a Silvio Berlusconi che faceva le norme ad personam più incredibili: ha fatto votare la nipote di Mubarak e via dicendo”. Lo scrive Matteo Renzi sulla sua pagina Facebook, per la gioia degli eventuali elettori superstiti del Pd. Il figlio di babbo Tiziano sostiene che l’altro Matteo è molto peggio di B., ma è un espediente retorico: ciò che davvero gli sta a cuore è la riabilitazione del Caimano. Infatti, fra le 60 leggi vergogna dei suoi 11 anni di governo (di cui almeno 41 ad personam o ad aziendam, che poi è la stessa cosa), non ne cita nemmeno una: Ruby nipote di Mubarak non era una legge, ma un’inutile mozione parlamentare, fra l’altro votata anche da Alfano e dagli altri ex forzisti di Ncd, accolti a braccia aperte nel governo Renzi e persino (vedi Lorenzin) nel Pd. La lista completa delle leggi ad personam di B. lo trovate a pag. 2. Facile confrontarle con quelle che Renzi attribuisce alla Lega per sostenere – restando serio – che B. al confronto “era un pischello” perché “non ha mai fatto quello che ha fatto Salvini in questa settimana: sigarette elettroniche, voto segreto sul peculato che cambia la sorte dei processi in cui sono implicati deputati della Lega, l’accordo sui 49 milioni e la querela solo per Bossi”.

1) L’emendamento all’Anticorruzione approvato dalla Camera col voto segreto svuota il peculato di consiglieri comunali e regionali (Lega, Pd, FI e FdI) che si facevano rimborsare con soldi pubblici spese private spacciate per “istituzionali”. Se è passato, col parere contrario del governo e il voto contrario del M5S, è perché l’han votato molti deputati di Lega, Pd e FI. Ma non sarà mai legge: la maggioranza s’è impegnata a cancellarlo in Senato.

2) I produttori di sigarette elettroniche potrebbero ottenere, grazie a un emendamento leghista alla legge di Bilancio (non ancora approvato), uno sgravio fiscale. E il Fatto ha scoperto che uno di essi, il milanese Vaporart, ha finanziato la campagna elettorale leghista con 100 mila euro. Lo sgravio fiscale è discutibile, come tutti: ma nessuna norma lo vieta e il finanziamento di Vaporart ha rispettato la riforma dei finanziamenti ai partiti votata da Pd e alleati nel 2013 (governo letta). Una seria legge sul conflitto d’interessi dovrebbe vietare a chi è finanziato da un’azienda di legiferare a vantaggio (anche) di quella. Ma non ce l’abbiamo perché chi ha governato negli ultimi anni s’è ben guardato dal farne una.

3) L’“accordo sui 49 milioni” rubati dalla Lega non è una legge, ma una transazione con la Procura di Genova, che le ha generosamente concesso di restituire il maltolto in comode rate da 600 mila euro l’anno per 76 anni.

4) La “querela solo per Bossi” è un nonsense, frutto di un refuso o di una gigantesca confusione mentale (ne vedremo fra poco il motivo). Renzi voleva dire “querela solo per Belsito e non per Bossi”. Salvini, infatti, nel processo milanese d’appello contro l’ex segretario e l’ex tesoriere della Lega per appropriazione indebita di una parte dei 49 milioni, ha deciso di querelare solo Belsito e solo per i reati commessi in proprio: nessuna querela invece per Bossi sulle appropriazioni indebite contestate a lui solo, né per il duo Bossi-Belsito per quelle contestate a entrambi. Così Bossi verrà assolto per assenza di querela, mentre Belsito rischia una nuova condanna, ma solo per i capi d’imputazione per cui Salvini l’ha querelato (in quel caso avrà un forte sconto di pena). Renzi non spiega come mai Bossi e Belsito siano stati condannati in Tribunale nel 2017 per tutte quelle appropriazioni indebite senza che la Lega li avesse querelati. E per forza: non può. Altrimenti dovrebbe confessare che l’unica vera legge ad personam del suo ridicolo elenco non l’ha fatta Salvini: l’ha fatta il Pd.

È il decreto 36 del 10.4.2018 del governo Gentiloni (già dimissionario dopo le elezioni e in carica per gli affari correnti), che ha abolito la procedibilità d’ufficio per l’appropriazione indebita. Da allora quel reato è processabile solo se le vittime querelano gl’indagati. Guardacaso la Procura di Firenze aveva appena inquisito il cognato di Renzi, Andrea Conticini, e i suoi fratelli Alessandro e Luca: il primo per riciclaggio, gli altri due per appropriazione indebita. Secondo i pm, 6,6 milioni di dollari che l’Unicef, Fondazione Pulitzer e altre onlus americane e australiane credevano di devolvere ai bimbi africani sarebbero finiti in conti bancari personali riconducibili al terzetto. Appena entrato in vigore il decreto, i pm fiorentini hanno scritto a Unicef &C. per sollecitarli a sporgere querela: altrimenti, con le nuove regole, il processo sarebbe morto lì e addio soldi. Ma nessuno lo fa, rinunciando inspiegabilmente al maltolto: il processo non partirà neppure. E questo a causa del decreto ad cognatum del Pd che, naturalmente, si applica a tutti i processi per appropriazione indebita.

Compreso quello ai leghisti per i soldi rubati. Così anche Bossi e in parte Belsito si salveranno grazie alla simpatica joint venture Pd-Salvini: il Pd fa la legge ad cognatum e Salvini, con la querela chirurgica, la trasforma in legge ad Umbertum. “Amici – conclude Renzi nel suo delirio – lo dico forte: la sinistra che sta zitta su Salvini dovrebbe chiedere scusa a Berlusconi”. Invece lui che sta zitto sul decreto ad cognatum del Pd non chiede scusa a nessuno. Anzi Bossi, Belsito e i Conticini lo ringraziano sentitamente. E quel pischello di Silvio è fiero di lui.

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