domenica 18 novembre 2018

Exultet!


M’inchino, quasi commuovendomi, nel leggere le parole, i concetti, le proposte di Katia Tarasconi, consigliera regionale del PD emiliano. Prorompo in un “finalmente!” epocale nel gustare i suoi pensieri, che sono di molti, me compreso, proferiti in quella triste e anacronistica assemblea, fiera del nulla che, se non ci fosse stata lei, avrebbe ricalcato lo stereotipo di tutti gli anni precedenti, dannatamente sperperati e riconducibili all’insalubre Era del Ballismo, retta da un bullo egoriferito, supportato da una claque indisponente, pregna di nullità fagocitanti ideali alimentanti la becera arsura di visibilità. 
Katia Tarasconi nasce anch’ella come seguace del Pifferaio Insulso; probabilmente però l’aria tonificante emiliana deve averle fatto un gran bene, ringalluzzendone sinapsi e neuroni! Ai soliti giochi senza storia né arte, imprimatur di una politica ad uso di ribaldi e corrotti, antepone, con coraggio, lo sparigliamento, il giusto anonimato, la scomparsa di tutti coloro che per anni hanno flirtato con banche, banchieri, affaristi, tecnorapto e, in specialmodo, con un seriale pagatore di tangenti alla mafia, nonché pluri indagato, alteratore di democrazia, utilizzatore di leggi confezionate ad hoc per i suoi porci comodi, puttaniere incallito, nauseante inglobatore di libertà mediatiche, corruttore senza limiti né decenza, insufflante scientemente idiozie in etere al fine di rimbambirci totalmente in queste terre oramai culturalmente esangui, la cosiddetta Alloccalia. 
Grazie Katia di aver riportato ragione e speranza in un partito non solo da rianimare, ma da rifondare totalmente, blindandolo da codesti ballisti oramai impalpabili!

“E adesso io dico: ritiratevi tutti”

Intervento all’assemblea PD di Katia Tarasconi consigliera regionale Pd Emilia Romagna

Se dovessi titolare il mio intervento lo intitolerei “Ritiratevi tutti”. Mi sono data tre minuti per sintetizzare quella che è una tra le più difficili sfide a cui il Pd deve far fronte. “O noi risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l’altro, fino alla disfatta”: queste parole non le ha pronunciate uno statista o un politologo, le diceva Al Pacino ai suoi giocatori di football nel film Ogni maledetta domenica. Eppure sembra che parli di noi. (…)

Lo spazio a Salvini e ai 5 Stelle lo abbiamo lasciato noi. Noi con le nostre divisioni, correnti, e soprattutto con la nostra presunzione – guardate ne abbiamo tanta, eh –. Noi che continuiamo a parlare di fuoco amico mentre il fuoco vero è arrivato dalla gente. Loro non ci hanno più capito, per loro siamo diventati quelli che difendono le élite, non il popolo, e che ci piaccia o no, sia vero o no, noi abbiamo il dovere di fare i conti con questo. Sono passati 5 mesi dalla scorsa assemblea. A nessuno là fuori, ve lo garantisco, interessa chi sta con o contro Renzi, Franceschini, Martina, Zingaretti, Minniti. Noi dovremmo provare con questo Congresso a dimostrare una volta per tutte di essere una squadra e non un agglomerato di singoli presuntuosi, arroganti e spesso autoreferenziali. Ci serviva, ci serve, io spero, un congresso serio, rifondativo sui programmi, sulle idee, sulle modalità, invece sembra che siamo ricaduti in un congresso vecchio stile dove si ha cura persino di mettere persone provenienti dalla stessa area politica a sostenere diverse mozioni per essere sicuri ancora una volta che comunque vada qualcuno difenderà la vostra ricandidatura.

Se io questa cosa la dico fuori, la gente mi dice “Hai ragione” e anche qui dentro tantissimi la pensano così, ma avere il coraggio di dirlo è un’altra cosa. E voi credete che la gente non l’abbia capito? Il punto è: anche se l’elettorato cominciasse a vedere il governo gialloverde per quello che è, con le sue promesse irrealizzabili, siete davvero sicuri che sarà pronto a votare il Partito Democratico un’altra volta? Io purtroppo no. Davvero non sono sicura. Perciò io dico o non risorgiamo adesso come collettivo o saremo annientati individualmente. Siccome non voglio che tutto questo passi come una critica faccio una proposta e siccome credo che tutte le persone che si sono candidate siano capaci e stimabili, io dico ritiratevi tutti, facciamo un passo indietro, facciamo un congresso in un altro modo, ripartiamo da zero, ripartiamo non dalle persone, ripartiamo dalle idee, ripartiamo dai valori, ripartiamo dal riscrivere lo statuto. (…) Il Pd ha bisogno di ossigeno, deve essere libero, tra la gente e non più ostaggio di qualcuno. Chiudo e vi dico che una delle cose che ho guardato oggi, con un po’ di tristezza, è che noi siamo il partito che dovrebbe stare in mezzo alla gente e persino qui in assemblea c’è un cordone che divide un pezzo di assemblea, quelli importanti, dall’altro pezzo di assemblea, che sta dietro. E no, ragazzi, se siamo il partito della gente siamo tutti insieme, questa è tutta l’assemblea.

Nessun commento:

Posta un commento