Agevolati dalla stampa solona, quella per intenderci che fino a non molto tempo fa sparava cartucce contro prescrizioni ed affini, che in nome della giustizia celere ha bonificato personaggi come il gobbaccio, che qui in Alloccalia si crede uscito pulito dal processo per mafia, cosa falsa per via appunto della santa prescrizione, o di Verdini pluripregiudicato o del monarca al tempo del Puttanesimo, o dei signori del fuoco di Viareggio che a breve se la passeranno liscia per l'assassinio di massa al tempo del deragliamento del treno; agevolati e storditi appunto da questo molti hanno perso bussola ed orientamento tanto incattiviti a spulciare nel M5S al fine di abbacinarsi con molteplici dita, tralasciando le lune formanti una dignità oramai dimenticata in questo paese in mano a bande predatorie.
Guardano il capello, lo sezionano in molteplici parti, come se prima avesse governato il non plus ultra della democrazia, con il Cazzaro Ebetino in prima linea adulato dalla corte delle madie, delle boschi, degli orfini. Emulsionati dai giornaloni di proprietà imprenditoriale, non colgono il tentativo di portare una ventata di aria fresca dentro i meandri pullulanti di mestieranti, capaci di trasformare il diritto in un'accozzaglia di leggine tendenti all'unisono a fargli evitare la galera. In queste ore si tenta, forse con troppa spregiudicatezza, di varare una semplice norma, un banalissimo concetto visto come fumo negli occhi da chi protegge i molteplici malfattori aurei presenti in queste tristi lande: chi evade andrà in galera. Novanta, cento miliardi all'anno vengono occultati, da decenni, contribuendo ad innalzare le tasse ai poveri coglioni che subiscono il prelievo alla fonte. Tutti i governi precedenti non hanno mai fatto nulla al riguardo. E' un dato di fatto incontrovertibile. Per imposizione, per amicizia, per utilità nessuno dal reuccio dell'evasione meneghino, al pifferaio imbolsito, al silente Letta, al ridanciano ad impulsi Gently, nessuno ha operato per contrastare il ratto annuale ben orchestrato da stuoli di saccenti tecnofinanziari. Adesso che i vituperati, i presi di mira sapientemente, scientemente, parlamentari del movimento tentano, per la prima volta di mettere nero su bianco una norma tanto semplice quanto pericolosa per i briganti, apriti cielo! Sciocchi, inutili, senza onestà per via dei presunti condoni, detta da chi ne ha sempre fatti, proteggendo le sterminate ricchezze dello zio puttaniere del Grullo, non può che essere un complimento; lestofanti, idioti, pagliacci: sono gli epiteti volanti verso Di Maio da parte di chi, governando Roma non si è mai accorto dei loschi affari di molti con la mafia.
Questi immacolati, saccenti che si permettono d'insultare senza pietà, ammettiamolo, inetti inesperti, chi sono e da dove vengono? Sono coloro che in epoche non lontane spogliarono la tv di stato per compiacere l'avidità olimpica del loro amichetto proprietario da sempre, e mai contrastato da nessuno, di tv nazionali. Sono quelli che affossarono l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, che fecero una blasfema legge occupazionale, anticamera per uno schiavismo 2.0. Sono quelli che destituirono uno dei pochi sindaci per bene della capitale, andando dal notaio. Sono quelli che fecero una legge elettorale capestro da stato dittatoriale sudamericano, sperando di convolare a nozze eterne con il principe del male. Ed ora che qualcuno tenta di mandare in galera gli evasori, eccoli confondere, mistificare, rintronare la pubblica opinione per bloccare l'ardito emendamento. Sono arrivati persino a cercare la sponda salviniana pur di fermare un ritorno alla legalità, alla giustizia, al senso comune di appartenenza sociale. E quello che spiace di più è che molti allocchi si stiano facendo ammaliare come non mai, quasi fossero degli orfini.
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