lunedì 26 marzo 2018

L'attesa giubilante


Ho atteso, come una sentinella l'aurora, fremendo, ansimandomi oltremodo. Ho controllato minuziosamente l'elenco dei senatori, scorrendo la lista con stessa attenzione con cui il Delinquente Naturale osservava l'elenco delle olgettine procurategli da Tarantini al tempo delle cene eleganti.
E allorché ho avuto la certezza della sua esclusione, ho organizzato una torcida di ringraziamento in casa vestendomi da ultimo dei Moicani, bevendo cervogia tutta la notte senza il minimo ritegno per le disgrazie altrui! 
Si, perché non ce l'ha fatta! E' stato trombato, lo immagino triste e soprattutto solitario, a rimembrare i fastigi onori dei tempi fortunatamente andati! Fuori dal Senato ma quel che più conta: senza lo scudo della protezione spettante ai deputati e perciò anche probabile inquilino delle patrie galere, cosa che se accadesse trasformerebbe il mio caseggiato in una piccola Rio carnevalesca! 
Signore e Signori: il Celeste non è più parlamentare! 



Standing ovation modello Corazzata, lingue di Menelik al cielo, coriandoli nelle stelle, abbracci, baci, carezze in ogni dove! 
Meravigliosa notizia, incommensurabile rivincita di noi tutti oppressi da così tanto livore, smargiasseria, immodestia, sarcasmo lacerante cuori, visione di quelle giacche tanto abbacinanti quanto la sua superiorità, il suo smisurato ego pacchiano, le sue risate irritanti pure un eremita ascetico, la sua gestione finta cattolica, il suo puritanesimo lindo quanto quello di un Bertone alle prese con le dimensioni catatastali, il suo presenzialismo pane acqua, caritatevole come una cena tra cardinali, la sua fede integerrima di facciata, le sue vacanze gratuite, ma pare pagate profumatamente da altri, lo yacht dell'amico, le cene, il tenore di vita da monaco impazzito, le sue dichiarazioni urticanti più di un discorso di Orfini sulla sinistra, i Memores Domini ricordanti agli uomini di buona volontà di quanto a volte valga di più un'azione che averpatergloria sparati in etere per abitudine e appartenenza ad un regno terrestre più che celeste, la Compagnia delle Opere ciellina, alias lavoro arricchente pochi in nome evangelico, la sanità pubblica aggredita dal privato con costi dannatamente aumentati per il bene degli amici, i meeting dell'amicizia a parlare di carità con in mano caviale e tanto, smisuratamente tanto champagne! 
E' andato a casa! Da oggi siamo più liberi, più sereni, attendendo gli sviluppi processuali che lo coinvolgono, speranzosi che la giustizia terrena assomigli, come non mai, a quella celeste!   
Vamos! 

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