giovedì 8 marzo 2018

Basterebbe poco


Se le regole del Monopoli prevedessero che il proprietario del gioco in scatola, prima che la partita cominci, potesse modificare alcuni punti del regolamento a suo piacimento, chi ci giocherebbe ancora? Che senso avrebbe infatti giocare mentre, ad esempio,  qualcuno andando alla stazione ovest acquisisse di diritto tre, quattro alberghi, oppure se al malcapitato che tirando con i dadi capitassero per due volte un 4, e si vedrebbe costretto, per via delle modifiche, a sostare per otto turni in via Monteverdi, che senso avrebbe continuare a girare sulle vie monopoliane?
Così accade ogniqualvolta un partito o una coalizione mettono mano alla legge elettorale, una legge che solo sulla carta dovrebbe essere equanime, imparziale; sogno, chimera questo, perché chi vi mette mano in genere spasima per non staccarsi dallo scranno, a scapito della legalità e della Costituzione. 
Il Rosatellum è una delle leggi più malefiche, antidemocratiche ed ingiuste mai pensate per gestire il voto popolare. 
Basterebbe guardare l'espressione di Rosato, l'artefice dello scempio, per confermare quanto sopra. 
Il Silente, in tempi passati, avrebbe potuto far meditare di più questi signorotti del posto fisso parlamentare. Ma non lo ha fatto. 
Resta il disagio per l'eclatante parzialità, per il geniale concetto spurgante dal Rosatellum per cui ripescaggi, frattaglie coalizzatesi e granitica sicurezza dello scranno la fanno da padroni. 
Occorrerebbe quindi dare uno stop a questi metodi fascisti, prevedenti il fatto che chi è al potere si possa organizzare regole e norme al fine di ritornare a succhiare nettare alla collettività.
A mio parere basterebbe rifare una legge elettorale con il più ampio consenso parlamentare, che possa andare bene a quasi tutte le forze politiche e successivamente inserire nella Costituzione una norma per cui eventuali altre modifiche alla suddetta legge non diverrebbero efficaci nell'elezione successiva. 
Tutto qui!

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