domenica 29 ottobre 2017

Proprio ora?


Ora che il tempo è passato, dopo che per lustri sensi di colpa m’oppressero, che i lamenti giungenti dal divano, dalla poltrona salirono all’Olimpo, dopo che sguardi biechi, mai compassionevoli, rigurgitarono sproloqui attorno agli ozii, alla dabbenaggine dell’immoto fonte di acclarate e dannate malattie, e il diabolico joystick nelle mie mani, fu da sempre visto come un totem dell’inetto, della perdita di tempo, della sfanculata degenerativa portante direttamente l’individuo nel girone dantesco degli ignavi ora, che ho deposto per sempre PlayStation e aggiornamenti ludici per ovvie ed insorte carenze sensoriali figlie della canizie sempre più avvolgente, apprendo che il CIO, il Comitato Olimpico Internazionale, ha testé dichiarato che “gli eSports competivi possono essere considerati un’attività sportiva, e i giocatori coinvolti si preparano ed allenano con un’intensità che può essere paragonata agli atleti degli sport tradizionali.”
Oh destino infame e crudele! Oh sorte ingrata e peripatetica! 
Se fosse stato equiparato sport nei tempi andati! Che gioia nel dire “scusate oggi non posso ho l’allenamento” per fiondarmi felice in poltrona, magari con a fianco la nutellona, sparandomi tre-ore-tre di FIFA o di Rally, di GranPrix, senza sensi di colpa, ingombranti pensieri attorno alla sedentarietà generanti inferiorità fantozziana verso coloro che, con cronometro alla mano, sezionavano la giornata tra stretching, flessioni e pesistica! 
Ma non m’arrendo: appena il medico mi dirà “lei deve fare sport altrimenti farà trionfare l’adipe”, seguendo il suo consiglio, correrò ad attrezzarmi perché è proprio vero: gli eSports fan proprio bene alla salute!

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