Un luogo ideale per trasmettere i miei pensieri a chi abbia voglia e pazienza di leggerli. Senza altro scopo che il portare alla luce i sentimenti che mi differenziano dai bovini, anche se alcune volte scrivo come loro, grammaticalmente parlando! Grazie!
giovedì 12 ottobre 2017
L'orto
Ritorno ancora su quella notizia che, sinceramente, mi ha fatto molto incazzare.
Il sig Pier Luigi Boschi è quindi incapiente, non ha nessuna proprietà a lui riconducibile, se non l'orto che gli è stato pignorato per pagare la multa appioppatagli dalla Banca d'Italia.
Una fragorosa presa per il culo per chiunque pianga, nelle segrete stanze, la dissipazione dei propri risparmi, delle speranze nel futuro, della tranquillità svanita e donata dal gruzzolo in banca frutto di sacrifici, portati via da briganti senza dignità con le famigerate inchiappettate, le frustate sulle loro terga dai fondi, dai titoli carta straccia, dalle pacche amichevoli del funzionario investito dall'alto di questa invereconda mansione e visto dagli ignari come l'amico quasi di famiglia, un tempo accostato nei paesini al parroco, al barbiere, al carabiniere.
Può darsi che Pier Luigi Boschi non fosse uno di questi. Può essere che lui, essendo vice direttore, abbia svolto altri incarichi, dirigendo la banca ed divenendone responsabile.
Sicuramente pare non sia stato particolarmente attento alle malvagie azioni che si compivano all'interno di Banca Etruria, soprattutto nell'elargire crediti a chi non era in grado di restituire il prestito. Si parla di milioni di euro, imprestati senza garanzie e diventati con il tempo sofferenze in grado di piegare la salute della banca.
Quello che è deplorevole è lo spogliarsi di ogni proprietà, lasciandosi intestato solo l'orto, che equivale a dire a tutti noi "siete dei coglioni!"
L'amara realtà è racchiusa in questo simbolo agricolo: siamo circondati da gentaglia che, sapendo di agire scorrettamente, si premunisce spogliandosi delle proprietà nel caso in cui, raramente succede per la protezione politica profusa a questi signorotti, vengano colti con le mani nel sacco.
L'orto, simbolo di contatto con la natura, di bricolage post pensione, assurge a monito per chi, lontano anni luce da affarismi e tresche finanziarie, continua a credere che il bene comune sia distribuito in ogni dove, che le leggi valgano per tutti, che i privilegi tendano a scomparire.
Non tocco chiaramente la famiglia Boschi e soprattutto la figliola, sempre che sia acclarata la sua estraneità ai fatti, la sua non intromissione politica ai problemi del padre.
Resta l'amaro e la sensazione di sconfitta, d'impotenza, di sentirsi beffati da questo sistema che permette ad un ex direttore di banca di non posseder null'altro che un orto, dopo una carriera ben remunerata e costellata da promozioni e l'assenza drammatica di qualcuno che, a nome dello stato sovrano, possa rivolgersi al quasi nulla tenente domandandogli "ma chi credi di prendere per il culo? Solo un orto? Benissimo! Adesso ci mettiamo comodi e controlliamo tutto, persino le nari e la pressione!"
Ma questi purtroppo sono solo chimere autunnali, da sognare su un'amaca dondolante, magari...in un orto!
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