venerdì 7 luglio 2017

Articolo



di Marco Travaglio

Ieri Renzi ne ha detta una giusta. Capita anche a lui, ogni tanto. “Io – ha dichiarato alla Direzione Pd – non rispondo ai capicorrente, ma ai cittadini che mi hanno votato alle primarie”. Tutto si può dire di lui, fuorché non sia il legittimo segretario del suo partito, avendo vinto plebiscitariamente le ultime due primarie: quelle del 2013 e quelle del 2017. Già che c’era, avrebbe potuto scusarsi per non aver mantenuto la promessa di ritirarsi a vita privata se avesse perso il referendum, ma la parola “scuse” non fa parte del suo vocabolario. Una cosa però, nel giusto avvertimento ai “capicorrente” (cioè a Franceschini), non torna: la solita arietta da marchese del Grillo, da “Io so’ io e voi nun siete ’n cazzo”. Quello di “rispondere ai cittadini” è un impegno molto serio che, se fosse disatteso come gli altri, trascinerebbe il Pd ancora più in basso nei consensi. Su quali questioni i “cittadini” attendono risposte da Renzi? Nei sondaggi il tema più caldo è l’immigrazione fuori controllo, oltre alla disoccupazione, alle pensioni e alla corruzione. In più Renzi non fa che ripetere di aver perso punti per gli scandali Etruria e Consip: verissimo.
Sui migranti la gente non si accontenta più delle solite geremiadi sull’Europa matrigna che ci abbandona, specie dopo le rivelazioni dell’ex ministro degli Esteri Emma Bonino: 

“Nel 2014-2016 abbiamo chiesto che il coordinamento fosse a Roma alla Guardia costiera e che gli sbarchi avvenissero tutti in Italia. L’abbiamo chiesto noi. L’accordo l’abbiamo fatto noi, violando peraltro Dublino”. 

La Bonino parla del passaggio dalla missione Mare Nostrum (governo Letta) gestita dalla nostra Marina all’operazione Triton (governo Renzi) coordinata da Frontex, che autorizza le navi di 15 Stati europei a pattugliare il Mediterraneo e a portare i migranti nei porti italiani e solo in quelli, in base a un piano operativo rimasto top secret. Così fanno anche le navi delle Ong cariche di migranti, che battono le bandiere di mezzo mondo, ma approdano tutte in Italia. Quindi di che e con chi si lamenta il governo a guida Pd, visto che quel che accade è la conseguenza prevedibile e prevista di una scelta non solo accettata, ma addirittura sollecitata dal governo Renzi? Con che faccia il Pd contesta questo sistema suicida, se due mesi fa attaccò il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro che, dinanzi alle commissioni parlamentari, ne aveva evidenziato le criticità anche per le indagini su trafficanti e scafisti? Ed è proprio sicuro Renzi che la legge sullo Ius soli vada approvata così com’è in fretta e furia per strappare qualche titolo su Repubblica?
È la più generosa e indiscriminata d’Europa: darebbe l’immediata cittadinanza italiana a 800 mila figli di stranieri, nati in Italia o all’estero, con pochissime restrizioni e condizioni. Non andrebbe ponderata meglio e magari emendata, con qualche spiraglio per poter ancora espellere i neocittadini sorpresi a propagandare o fiancheggiare lo jihadismo? Sono domande a cui i cittadini aspettano risposte.

Sul caso Etruria, i punti da chiarire sono quattro e Renzi li può trovare sul Fatto, che li pubblica quasi ogni giorno in attesa che Maria Elena Boschi si decida a rispondere alla nostra email del 20 giugno. Le banche decotte salvate dal governo a suon di miliardi pubblici sono una decina, ma risultano vari interventi segreti dell’allora ministra e ora sottosegretaria a favore di una sola: l’Etruria vicepresieduta dal padre Pier Luigi, in barba a quanto aveva giurato in Parlamento. Ora non pensa Renzi che la fedelissima debba tornare davanti alla Camere a dire finalmente la verità e a scusarsi per le bugie raccontate, possibilmente prima di essere smentita dall’ex ad di Unicredit Ghizzoni nella neonata Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche?


Infine Consip. 1) Nella telefonata del 2 marzo, intercettata dalla Procura di Napoli e pubblicata dal Fatto il 16 maggio, Renzi dice al babbo Tiziano: “Io non voglio essere preso in giro e tu devi dire la verità in quanto in passato la verità non l’hai detta a Luca e non farmi aggiungere altro”? Ci può dire quali bugie suo padre ha raccontato a Luca? E, se Luca è il ministro Lotti indagato per rivelazione di segreti e favoreggiamento, a che titolo fece il terzo grado al padre di Renzi indagato per traffico d’influenze illecite? 2) Nella stessa telefonata, Renzi dice di non credere che il padre non ricordi se ha incontrato l’imprenditore Alfredo Romeo; il babbo risponde che ricorda di non averlo incontrato al ristorante, ma non esclude “i bar”. Renzi ha poi avuto occasione di scoprire (in altre telefonate, che magari usciranno in seguito, o in colloqui privati) se, quando e dove il genitore incontrò Romeo, indagato per avergli promesso 30 mila euro al mese in cambio di raccomandazioni per l’appalto più grande d’Europa? 3) Il solo pubblico ufficiale coinvolto nello scandalo che ha perso il posto è l’unico non indagato: l’ex ad di Consip Luigi Marroni, cacciato dal governo dopo l’interrogatorio in cui non ha ritrattato, ma confermato le accuse a Lotti, Del Sette, Saltalamacchia, Vannoni e Tiziano. L’altroieri Vannoni ha ritrattato davanti ai pm di Roma le accuse a Lotti (“Seppi da lui dell’indagine”) e forse a Renzi (“mi disse di stare attento a Consip”) messe a verbale davanti ai pm di Napoli, ed è ora indagato per favoreggiamento. Renzi e Lotti l’hanno querelato per calunnia? E perché non lo fanno destituire da presidente Publiacqua, la municipalizzata fiorentina? Se Vannoni resta e Marroni deve andarsene, il messaggio del governo e del Pd è devastante: chi ritratta le accuse, anche se è indagato, viene premiato; chi non ritratta, anche se è solo testimone, viene punito. Ma questa non si chiama politica: si chiama mafia.

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