Essendo nel dormiveglia il rumore che mi ha investito, mentre ero in procinto di parlare con una ninfea dorata, appollaiato nel mio lettino e coccolato dal riparatore ombrellone, è stato da me inteso come il segnale di abbandono spiaggia per probabile maremoto. Destatomi e guardando gli altri bagnanti tranquilli, sono andato a verificare cosa provocasse tale insulsa accozzaglia di fetore acustico: una cassa, posizionata a una decina di metri, per poter permettere ad insani di ballare sotto la guida di uno spostato. Premesso che la banda sonora in cui riconosco la musica va da Muddy Waters agli Oasis, (Komandante sei accluso) e che tutto il resto è equiparabile al martello pneumatico, resto basito dal fatto che questa cima ripiena di nefandezze, invocante ipoacusia, possa piacere. De gustibus non est disputandum! È vero. Ma i timpani sono i miei.
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