domenica 21 maggio 2017

Gozer Muser



Si, Gozer è tornato e si sta impossessando di noi. La divinità sumera del 6000 a.c di Ghostbusters è entrata, di soppiatto, dentro la tecnologia e, divorando giovani d'ogni specie, porterà al sacco della decenza intellettuale. 
Sto esagerando? Non credo se avete al sfortuna di sapere cosa cazzo siano i Muser. 
Non lo sapete? 
Esistono sul globo un 200 milioni di idioti a cui neppure la tenera età può costituire valida discolpa.
Una piattaforma cinese, sempre loro, Musical.ly, senza ritegno e contando molto sulla debolezza delle cervici, su flaccide sinapsi, su mutismo da palmari, sulla digitazione subdola e spegnente fantasia, offuscante pensieri tendenti all'umano, ha sparso un virus temibile nel mondo, un virus intaccante valori quali bravura, talento, dedizione. Muser appunto. Diventi muser se fai un video di 15 secondi, senza parlare, scimmiottando una canzone famosa. 
La rivincita di Bernardo, il servo di Zorro. 
L'atrocità è che diventi famoso. Si, famoso! 
Come tale Luciano Spinelli, il must italico, anni 16 che ieri in un centro commerciale di Roma, oramai paragonabili alla fumeria d'oppio di C'era una volta in America, salendo sul palco ha fatto sperticare mani giovanissime di adoranti fans, ovvero iscritte al sempre più vitale organismo internazionale sul Nulla, per glorificare questo apostolo dell'insignificante, dell'oblio filosofico, dello spartiacque tra la nostra specie e quella delle anatre, con tutto rispetto per quest'ultime. 
Fans e divismo attorno ad un buco nero possessivo, goloso delle nostre personalità, accecante pensieri compiuti, deviante da sane abitudini, scorticante l'individuo, nettare per coglioni d'ogni specie. 
Si, Gozer è tornato. Questa volta per la vittoria finale. A meno che non si riesca a sfanculare muser e tutti gli adepti sconsolatamente diversamente umani. 

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