L’ecatombe della società civile ha tanti rivoli per emergere
nella visibilità. Lo sfregio romano ad opera di alcune centinaia di idioti
olandesi è uno di questi.
A volte però il nascosto che torna a galla oltre a
farci inorridire, pone quesiti tendenti a quantificare il sommerso, ossia
quanto vandalismo è latente e dormiente nella nostra vita sociale? Moltissimo,
parrebbe.
Coloro che arraffano potere d’acquisto per personali ingordigie non
provocano distruzioni e guasti per ignoranza del bene comune, o per dimostrare
forza e potere verso il cosiddetto uomo comune?
Non è sfregio il sottrarre risorse dalla sanità pubblica,
perversa abitudine politica pullulante nei micro centri di potere comunali, che
mette a rischio cure e salute di meno abbienti?
Non è vandalismo costruire opere pubbliche facendole costare
due, tre, addirittura quattro volte il normale prezzo per irrorare fauci di
gentaglia scansafatiche che vivono alla grande e vampiristicamente sulle spalle
di ognuno di noi?
Non è violenza aver rimbambito generazioni giovanili
attraverso satanici progetti di evacuazione della cultura che per decenni hanno
imposto trasmissioni, letture addomesticanti menti e cervici, sedandole con
chiappe e falsi litigi, con chimere infarcite di presenzialismo mediatico, di
diete ferree sfocianti in anoressia “teenegeriana”, di mignotte e mignotti
trasformati in sacerdoti del bello evanescente, ricercante giovinezza
eterna così da trasformare corpi in splendida senilità in canotti botulinici, sfigurati e
ridicoli?
La punta dell’iceberg abietta ed infame dello sfregio della
Barcaccia in Piazza di Spagna deve necessariamente convincerci che i beoti
olandesi sono simili in tutto e per tutto a migliaia di altri balordi di differenti nazionalità, cresciuti nel nulla vandalico di nazioni anteponenti le richieste
della casta al potere sulla cura del proprio popolo di appartenenza.
Risvegliare le menti è unica strada possibile per pulire il
sub-strato degenerativo presente nel sottobosco della collettività, mirante a
prevalere ed a prelevare risorse sempre in maggior quantità.
E forse è già troppo tardi per porvi rimedio.
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