sabato 21 febbraio 2015

Sotto l'iceberg


L’ecatombe della società civile ha tanti rivoli per emergere nella visibilità. Lo sfregio romano ad opera di alcune centinaia di idioti olandesi è uno di questi. 
A volte però il nascosto che torna a galla oltre a farci inorridire, pone quesiti tendenti a quantificare il sommerso, ossia quanto vandalismo è latente e dormiente nella nostra vita sociale? Moltissimo, parrebbe. 

Coloro che arraffano potere d’acquisto per personali ingordigie non provocano distruzioni e guasti per ignoranza del bene comune, o per dimostrare forza e potere verso il cosiddetto uomo comune?

Non è sfregio il sottrarre risorse dalla sanità pubblica, perversa abitudine politica pullulante nei micro centri di potere comunali, che mette a rischio cure e salute di meno abbienti?

Non è vandalismo costruire opere pubbliche facendole costare due, tre, addirittura quattro volte il normale prezzo per irrorare fauci di gentaglia scansafatiche che vivono alla grande e vampiristicamente sulle spalle di ognuno di noi?

Non è violenza aver rimbambito generazioni giovanili attraverso satanici progetti di evacuazione della cultura che per decenni hanno imposto trasmissioni, letture addomesticanti menti e cervici, sedandole con chiappe e falsi litigi, con chimere infarcite di presenzialismo mediatico, di diete ferree sfocianti in anoressia “teenegeriana”, di mignotte e mignotti trasformati in sacerdoti del bello evanescente, ricercante giovinezza eterna così da trasformare corpi in splendida senilità in canotti botulinici, sfigurati e ridicoli?

La punta dell’iceberg abietta ed infame dello sfregio della Barcaccia in Piazza di Spagna deve necessariamente convincerci che i beoti olandesi sono simili in tutto e per tutto a migliaia di altri balordi di differenti nazionalità, cresciuti nel nulla vandalico di nazioni anteponenti le richieste della casta al potere sulla cura del proprio popolo di appartenenza.


Risvegliare le menti è unica strada possibile per pulire il sub-strato degenerativo presente nel sottobosco della collettività, mirante a prevalere ed a prelevare risorse sempre in maggior quantità.
E forse è già troppo tardi per porvi rimedio.

Nessun commento:

Posta un commento