martedì 11 marzo 2014

Squit, Squit


Squit-Squit-Squinzi fa l'arrabbiato e suggerisce al Grullo di abbassare il costo del lavoro, attraverso la riduzione dell'Irap, piuttosto che lo sgravio in busta paga dei lavoratori.

Squit-Squit-Squinzi fa il suo mestiere, ovvero di timoniere di Confindustria, ma dimentica un particolare: se siamo in questa situazione non è certo per colpa di chi riceve uno stipendio al netto delle tasse che gli vengono prelevate alla fonte!

Potrebbe infatti guardare prima un poco a casa sua, ove vige la regola della lamentazione preventiva, perché a tutti è chiaro da dove fuoriescano annualmente 180 miliardi di evasione: dai liberi professionisti, dai commercianti e appunto dagli industriali.

Alcuni dati presi dal libro "Ladri" di Stefano Livadiotti: ci sono in Italia 2.715.976 auto di cilindrata superiore ai 2000 centimetri cubici. Siamo il secondo mercato più importante al mondo per i bolidi Lamborghini, il quinto per BMW. Ci sono 600.000 barche che solcano i mari ed un sesto superano i 10 mt di lunghezza. Settanta mila case di lusso e nelle banche c'è un tesoro di 850 miliardi aumentato nel solo 2013 di 45.


Ora Squit-Squit-Squinzi invece di latrare alla luna, potrebbe un attimino convocare una riunione segreta tra i suoi adepti e prima di chiedere benefit per gli imprenditori a scapito del centone in busta paga di chi ne prende fino a 1.500 al mese, che corrispondono ad una mega cena a Portofino dei lamentanti di professione o ad un week end di qualche mega primario a cui quando chiedi la ricevuta ti scannerizza a mò di TAC giudicandoti spregevole e incurabile come uno dei peggiori appestati della storia, riuscire a fare un piccolissimo esame di coscienza comune con l'intento di convincere gli iscritti a partecipare alle spese di questo scapestrato stato, visto che fino ad ora pare che alla sostituzione delle lampadine del parco di Milano o alla riverniciatura delle panchine dei giardini di Palermo contribuiscano sempre i soliti imbelli, silenti e oramai abituati da tempo immemore a questa disparità sociale, indegna e mortificante.  

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