sabato 28 settembre 2024

L'Amaca

 

Un Aventino che vede lontano
DI MICHELE SERRA
Schlein (e con lei Renzi e Calenda) ha fatto benissimo a non partecipare alla scelta dei nuovi quattro consiglieri della Rai eletti dalle due Camere. È da molti anni che il mortificante controllo dei partiti sulla televisione pubblica viene considerato (da tutti, ma solo a parole) controproducente per la Rai e imbarazzante per la penosa ricaduta in termini di favori agli amici degli amici. E sono anni che si sente dire: bisognerebbe che qualcuno facesse un passo indietro. Ma alla fine, per la serie “comincia tu”, nessuno lo fa.
Adesso qualcuno lo ha fatto, e i calcoli sul grado di convenienza politica di questa scelta, che di fatto consegna questo Cda al governo senza colpo ferire, suonano piuttosto cinici e parecchio miopi. Cinici perché dovrà pure esistere una qualche questione di principio in base alla quale mettere da parte, almeno una volta ogni tanto, gli interessi di bottega. Miopi perché l’entrata in vigore delle nuove normative europee sulla libertà dei media e sul loro assetto (Media Freedom Act) potrebbe rendere illegittimo, di qui a breve, non solo questo Cda, ma l’intera procedura di nomine che ha fino a qui mantenuto la Rai sotto lo stretto controllo dei partiti politici.
Ovviamente, questa Rai a trazione sovranista sarà invogliata a considerare una inutile interferenza le normative europee: a casa propria ognuno fa come gli pare. La questione è legalmente molto intricata, ma se avesse ragione Schlein (“questo Cda è già fuori legge”), avrebbe avuto ragione due volte. La prima uscendo da quel decrepito mercato, la seconda vedendo che quel mercato viene finalmente chiuso perché disonora i principi di autonomia e libertà dell’Unione Europea.

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