giovedì 30 maggio 2024

Redarguiti

 

Stronzeria differenziata
di Marco Travaglio
Che bel Paese sarebbe l’Italia se tutti i leader dell’opposizione, quando Vincenzo De Luca diede della “stronza” a Giorgia Meloni, avessero solidarizzato con lei e isolato lui finché non si fosse scusato. Invece tacquero al gran completo, a cominciare da chi più di tutti avrebbe dovuto censurare l’insulto del presidente campano alla presidente del Consiglio: Elly Schlein, segretaria del partito di De Luca. La quale, interpellata dai giornalisti sull’epiteto, non solo non insorse con i soliti argomenti usati quando viene offesa una donna (sessismo!), ma liquidò la faccenda fingendo di non capire la domanda: “Grazie, ho già risposto sull’autonomia differenziata” (“Che ore sono?”, “Non compro niente”). Ora ha ritrovato la favella, ma per stigmatizzare lo sketch inscenato dalla Meloni a Caivano (“Presidente De Luca, sono quella stronza della Meloni, come sta?”). Ed è riuscita a dire che “La Meloni si descrive da sola”. Quindi ha ragione De Luca: la è una stronza.
A quella caduta di stile, che raddoppia quella di De Luca e vi trascina l’intero Pd, avrebbe potuto rimediare Conte, restituendo un po’ di eleganza e di cavalleria a una battaglia politica degradata a lotta nel fango. Avrebbe potuto dire che De Luca è lo Sgarbi del Pd e ha avuto ciò che meritava: un guappo di cartone che non deve permettersi di insultare o di minacciare di morte chi lo critica o non gli va a genio, come fa da trent’anni indisturbato e impunito (“La Bindi ha fatto una cosa infame, da ucciderla”, “Di Maio, Fico e Di Battista, che vi possano ammazzare tutti”, “Salvini ha la faccia come il fondoschiena, peraltro usurato”, col contorno di “chiattona” e dito medio alla 5S Ciarambino, “cafona, fiore di bellezza e di freschezza” alla Camusso”, “Pippo Baudo con la frangetta” a don Patriciello). Invece Conte ha detto che la premier è “vendicativa e rosicona”, stigmatizzando anche lui la reazione, ma non l’azione che l’ha scatenata. E ha perso l’occasione di dare una lezione di stile a De Luca, alla Schlein e soprattutto alla Meloni, che in piena pandemia l’aveva chiamato “criminale”. Intanto, nei talk show, è tutta una lezione di bon ton con gli urletti di vergini violate che mai dissero “stronzo/a” e deplorano il degrado della politica e la perdita del decoro istituzionale: signora mia, dove andremo a finire con tutte queste parolacce. Pareva quasi che fosse stata la Meloni a dare dello stronzo a De Luca, e non viceversa. Forse qualcuno pensa che dare ragione alla Meloni le rare volte in cui ce l’ha indebolisca l’opposizione al suo terrificante sgoverno. Errore: sono proprio il settarismo, la faziosità, il tartufismo e il doppiopesismo della peggior sinistra che hanno issato Giorgia detta Giorgia a Palazzo Chigi. E la manterranno lì per un bel pezzo.

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