Perozzi:
suvvia non ci pensare
vuoi venire a prendere una boccata d’aria? Eh?
Melandri
No
Mascetti
Vuoi che ti portiamo a far pipì?
Melandri
No
Perozzi
Che si potrebbe fare per fargli passare… lo so!
Si va alla stazione
Tutti:
giusto!
Buona idea!
Mascetti
È quello che ci vuole
Sassaroli:
a far che alla stazione?
Perozzi
Te un ti preoccupare
Piuttosto dacci una mano a convincere il melandri
Sassaroli
E che ci vuole a convincerlo?
Caro melandri, ascolta bene il parere di un clinico:
(lo prende sottobraccio e lo aiuta ad alzarsi)
Diagnosi: una donna così tu non la reggi
Melandri
No
Sassaroli
Ora:
scaricala!
Melandri
Ma come faccio
Sassaroli
Te ne vai
Piano piano
(e lo spinge fuori)
Tutti
Ma certo
Sassaroli
Passo passo
Mascetti
Il soprabito?
Melandri
È su in camera
Sassaroli
Lascialo stare
Andiamo sccccc
Melandri
Ma come la affronto?
Mascetti
Ma che te ne frega?
Melandri
Che le dico?
Mascetti
Niente, te ne vai e non ti fai più vedere
Melandri
Ma loro come fanno?
Perozzi
Viaa, bella com’è un altro bischero lo ritrova subito
Melandri
(mentre attraversa la porta si ferma si volta)
Ma io l’amoooo
Tutti
Sccccccccc
Necchi
Zitto ti sente
Mascetti
Queste sono cose secondarie senza importanza
Necchi
Ma poi ti passa
Sassaroli
Anch’io ho sofferto
Ho sofferto come un cane per quasi tre quarti d’ora!!
Cammina!
Mi è entrata in cervice questa maestosa scena di "Amici miei", e sento che sta macerando, offuscando quello che forse con troppa megalomani battezzai come ideale.
Non è certo l'arresto di quel poveretto a capo del parlamentino romano ad avermi insufflato l'insana, per ora, voglia di andarmene, lasciando pure il cappotto, dal movimento.
Questa scena è entrata prepotentemente allorché a Taranto con l'accordo con quella società indiana, la fucina dei tumori, soprattuto nei bimbi, che chiamiamo comunemente Ilva ha continuato e continuerà ad assassinare la popolazione.
Sono infatti vicinissimo a Rita Corvace, splendido e fulgido esempio di correttezza, di ortodossia con il pensiero comune. Rita ha annunciato che il M5S non avrà più nessuno nel comune di Taranto; le sue parole costituiscono un architrave su cui sperare un rapido e perentorio cambiamento, un'inversione prima che il baratro inghiottisca chicchessia:
"Taranto - dice la Corvace - è la città in cui mi sono ammalata di cancro, causato dall'inquinamento industriale. Per questo ho voluto impegnarmi per migliorarla. Ho creduto che il M5S fosse la strada giusta, ma ora non rappresenta più le istanze dei cittadini".
Queste parole mi hanno fatto sentire la mano del Sassaroli spingermi verso l'uscita, piano piano, silenziosamente lasciando pure il soprabito al piano di sopra.
E il nobile gesto di ieri delle senatrici Nugnes, Fattori e La Mura, votanti contro la negazione al processo del Cazzaro Verde, suggellano, alimentano questa spasmodica voglia di dar retta al prof, abbandonando quella speranza oramai sopita, devastata dal patto scellerato con i restitutori dei milioni trafugati in settant'anni.
Sassaroli però una cosa te la devo dire: ammesso che esca sono fermamente convinto di non andare da nessun'altra parte. Basta con questo interessamento all'azienda politica, fulgido esempio di come le supercazzole possano permettere a molti di vivere nell'agio, inchiappettando la massa, che siamo noi.
D'altronde le strade sono, per fortuna due: quella violenta, giammai, e una specie di anarchia domestica, un disinteressamento satirico, un rifiuto a partecipare a quelle comiche annuali chiamate elezioni.
Disinteressarsi perché i giochi, i sotterfugi, gli accordi, le manovre, i laidi occhieggianti abbracci, sono e saranno sempre già fatti, conclusi.
Se riesci infatti a togliere il lardo, l'occlusione mediatica, lo spesso velo avvolgente l'attuale modo di far politica, t'appare ovunque un modus operandi da staterello dittatoriale: un professionismo di pochi sempre pronti a cambiar casacca, carro, amicizie, concetti solo ed esclusivamente per fini personali e di casta. Un sistema perfezionato fin dai tempi del "gobbaccio" di stampo delinquenziale dove il tornaconto la fa sempre da padrone, con sceneggiate a supporto levigate e manipolate per l'evenienza (ad esempio: profughi, Tav, ambiente (le parole sdolcinate nei riguardi di quella ragazzina da parte di chi con traffici di rifiuti e discariche ha accantonato gruzzoli d'oro) - lotta alla disoccupazione (con leggi edificanti uno schiavismo 2.0) - preoccupazione per le future generazioni (detta da chi finge di fare il politico da più di trent'anni) solo per attaccare un provvedimento rivolto ai disagiati. E ancora: l'arte di inculcare fregnacce in allocchi modello acqua Lete, disinformando con mezzi e tecniche molto vicine a quelli della Tass sovietica.
Il Movimento avrebbe dovuto necessariamente porsi con "il culo a paratia" attraverso una sana, scrupolosa e minuziosa informazione. Non l'ha fatto, impreparato com'era. Ed è stato fagocitato dai soliti noti, gente esperta, leucociti pronti ad assalire chiunque tenti di alterare il perfetto equilibrio di questa malsana democrazia, una tecno-rapto-finanziaria.
Se li sono mangiati, lentamente, a fuoco lento, l'esca ha funzionato, l'abbocco è già storia.
Caro Sassaroli, ci sto veramente pensando, le attrazioni non mi mancano: un sano disinteresse anarco-satirico al momento m'aggrada molto. Intanto però qualcuno informi il Zinga che è indagato, magari glielo faccia dire da Fassino. Lui si che rimane.