giovedì 9 febbraio 2017

Spreco


Ci sarà più spreco di spazio all'Ospedale di Sarzana o di vettovaglie a casa di Donald Epulone Trump?

E' questa la domanda in cervice allorché stamani sono andato da portare mia madre per un'operazione all'anca, dentro al nosocomio sarzanese. Un dedalo di inutilità senza confini, uno spreco abissale già notato in precedenza ma che, ogniqualvolta vi ritorno, mi sale in animo. Senza nulla togliere all'archistar del progetto, l'inutilità di tanto abissale spreco d'ambiente, fa sorgere una domanda legittima: perché? 
Verrebbe voglia di urlare la risposta, classica ed elementare. Per costruire questo ospedale ci sono voluti tanti, tantissimi anni. E chi al tempo approvò il progetto credo avesse in mente la formula 
"cubatura + scale + cemento = spesa decuplicata"
Ho incontrato persone che dal giorno prima vagavano per le scale alla ricerca di un reparto, altri che sono entrati nel reparto di ortopedia convinti di essere in dermatologia. E vogliamo parlare degli ascensori: sporchi, fatiscenti e con quella cazzo di pulsantiera dove il pianterreno è al "-1" e non allo "0" senza una scritta leggibile per un'incuria galoppante, da spedire tanti poveri contribuenti in neurologia per un benefico check up. 
La cosa straordinaria è infine la costruzioni di altri ambienti, come se quello già in essere fosse insufficiente. 
Morale: l'utilità è figlia dell'ignoranza delle masse. 
La bellezza architettonica invece è per pochi. Remunerati, culturalmente e non.  

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