Ecco lì. Il Simbolo di questa politica fine a se stessa, ragione di vita, alcova di potere, tentacolare, emaciata alla nobiltà come il suo fisico ossuto, dal 1968 in politica, prima con il PCI, poi PDS, DS e PD; entrato alla Camera nel 1994, ministro più volte, sindaco di Torino, si, proprio lui, Piero Fassino assurge a Bignami di questa comparsata, di questa finzione, di questo uso ignobile di un termine abusato, stravolto, ridicolizzato dai soliti noti, l'agognata sinistra.
Nulla a che fare con questi ossimori di se stessi, in preda a farneticanti spiegazioni, a queste avidità senza confini, da una e l'altra sponda, di appropriazione indegna di valori non commerciabili, non scambiabili. Una nuova sinistra, una sinistra più umana, più tecnologica, aperta al mondo? Tutte fandonie, chimere, supercazzole irriguardose, del pensiero che, in una fede, è unico, ortodosso, semplice. Ma a questi azzeccagarbugli nostrani, attenti al bonifico mensile, nulla importa di disparità, conflitti sociali, sperequazioni. Basti vedere i giovani, il futuro del partito, gli Orfini, le Serracchiani, le Boschi per rendersi conto della distanza abissale, siderale con il quotidiano, con il 40% dei giovani senza lavoro, dato questo tanto violento, vergognoso e terrificante da non far dormire di notte ipotetici politici di missione e vocazione, tipologia assente da molti lustri sulla nostra terra, violentata ed insultata da questi mestieranti esangui, comparse di un progetto virale proteggente interessi, finanze e potentati antisociali.
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