giovedì 2 giugno 2022

E venne il giorno...

 

Più cazzari del Cazzaro
di Marco Travaglio
Ciò che pensiamo di Salvini è arcinoto anche nei tribunali, dove l’allora vicepremier e ministro dell’Interno ci querelò per “Cazzaro Verde” e nel luglio 2019 perse il processo: il giudice ritenne lecito l’epiteto che “indica un millantatore di presunte capacità, virtù e successi, di fatto un fanfarone”. Erano gli ultimi mesi del Conte-1, quando i poteri marci e i giornaloni al seguito gonfiavano Salvini come la rana di Esopo e lo dipingevano come il padrone e factotum del governo (anche se non faceva nulla), puntando tutto su di lui per liberarsi di Conte e dei 5Stelle. La stampa di destra lo esaltava come il Capitano e quella di sinistra ne ingigantiva la figura fingendo di attaccarlo come “nuovo Mussolini” (al massimo nuovo Ridolini). Tutti lavoravano per lui e infatti alle Europee 2019 raddoppiò i voti sulle Politiche 2018 e il M5S li dimezzò. In agosto, ebbro di sondaggi e mojito, rovesciò il Conte-1 per votare subito e avere “pieni poteri”. E quando M5S e Pd iniziarono a parlarsi per fermarlo, poteri marci e giornaloni spararono a palle incatenate contro i neo-giallorosa: il nemico non era Salvini, ma Conte e il M5S. Memorabile Repubblica: “Voto subito. Ma c’è chi dice no”. Meglio della Padania. Poi presero a bombardare il Conte-2 un giorno sì e l’altro pure, tacendone o minimizzandone i successi su pandemia, Recovery, vaccini. E finalmente, il 26.1.21, se ne liberarono. Previa rivergination di Salvini, promosso a moderato centrista europeista per intrupparlo nell’ammucchiata dei Migliori.
Ora s’è deciso che non serve più: meglio la Meloni, più affidabile per gli Usa, dunque per Draghi, dunque per i giornaloni. Che improvvisamente scoprono chi è (sempre stato) Salvini. E fingono pure di meravigliarsi se, per farsi notare, si sbraccia, si agita, entra ed esce dalle ambasciate come Gabriele Paolini. Stupore, scandalo, sdegno. “Blitz all’ambasciata russa per scavalcare Draghi” (Rep). “In campo il Copasir” (Corriere). Già impegnatissimo ad appurare se i giornalisti del governo russo hanno per caso qualcosa a che fare col governo russo, il Copasir dovrà pure accertare se Salvini abbia incontrato l’ambasciatore Razov e progettato un viaggio a Mosca all’insaputa di Draghi. Le gazzette descrivono il premier “cauto” (tanto c’è BaioLetta che s’incazza al posto suo), ma “sconcertato” perché era “all’oscuro di tutto” e Salvini “complica le trattative” (quali?). Si vede che né lui né il suo poderoso ufficio stampa leggono i giornali e le agenzie: sennò saprebbero che dal 3 marzo Salvini spiattella ai quattro venti gl’incontri con l’ambasciatore russo e i preparativi del tour a Mosca. Cazzaro sì, ma alla luce del sole. Un filino meno cazzaro di chi finge di cadere dal pero.

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