Usciamo da una pandemia, ci dicono; personalmente però
vorrei proporre un quesito, a volte ed in apparenza insignificante: per andar
dove?
Si esce per..?
Premesso che le idiozie e le smargiassate di questi giorni
non ci rimandino, nuovamente, alla casella imprevisti senza passare dal via, premesso
questo, il quesito, a mio modesto parere, è dannatamente ostico: la stragrande
maggioranza del paese sogna di tornare a come eravamo prima. Ci potrebbe stare,
se non fosse che molti invece non la pensano così.
Se fino a marzo 2020 eri percosso, sfruttato, ridicolizzato,
sminuzzato dalla moltitudine di canaglie esperte e manipolanti coscienze, mi
chiedo: chi glielo farebbe fare a costoro di bramare quei tempi che ritenevano,
e ritengo, urticanti e divaricanti la società?
L’ho detto mille volte e lo ribadisco: chi evadeva ed evade,
chi s’appropria di privilegi, chi ostenta, chi soverchia, chi latra alla luna
fingendosi in difficoltà per carpire sempre maggiori leccornie, tutti costoro
non fanno assolutamente rimpiangere i tempi andati pre covid e, nel contempo,
insinuano la speranza che si possa ripartire in altra modalità, più consona all’idea
di nazione.
Certamente però coloro che precedentemente imbizzarrivano
per una verticale di Krug, o per il nuovo modello di bolide rombante, dovranno
rivedere i propri obbiettivi.
Ad esempio e da tempo immemore, ogni qualvolta il Presidente
Usa propone o presenta delle riforme, in casa italica è uno sfavillio di
commenti entusiastici, uniti alla speranza che una piccola porzione di quei progetti
a stelle e strisce, possano un giorno avverarsi sul nostro suolo. Da sempre è
così. Ma a questo giro, niente, nulla e nessuno hanno appoggiato la proposta dello
zio Joe di tassare maggiormente i ricchi e le società in salute per contribuire
a levare dai carboni ardenti milioni di connazionali.
Ci fosse stato qualcuno farsi avanti per concordare con
questa tipologia di livella sociale! Tutto silenzio, disattenzione attorno all'arzillo Biden!
Immaginate perché, mi auguro: il maggior spettro, spauracchio, fobia nell’italietta
mortificata da indecenti pescecani, da sempre sono le tasse. E’ un terrore
ancestrale, un imbolsimento della fratellanza nazionale. Quasi nessuno oramai,
per fortuna però qualcuno vi è ancora, passando in un parco pulito ed illuminato alla
perfezione, prova compiacimento e soddisfazione al pensiero che il proprio
pagamento regolare di tributi, abbia contribuito alla bontà dell’opera. Non sentiamo
per niente nostro il concetto che, se si pagano le tasse, i servizi e le opere
pubbliche ne trarranno benefici. Non ci entra in testa, imbalsamati come siamo dinnanzi
alla comune sensazione che tutti più o meno "sui dorati scranni" rubino, e che solo pochi
coglioni, tra cui coloro a cui i balzelli vengono trattenuti alla fonte, sono chiamati
dal senso di responsabilità a reggere la struttura che inusitatamente continuiamo
a chiamare Stato.
E questo è un altro degli aspetti principali che dovranno
mutare: la lotta all’evasione dovrà essere perno centrale della ripartenza.
Basta rimirare gli altri paesi europei per convincersi dell’egoismo
stagnante in Italia, del folle gusto nel fregare il prossimo, del godimento
estremo scaturente dal sovrastare l’altro.
Ammesso che il paese riapra, spero in cuore mio che non si riaffaccino
le stesse e bieche differenze sociali, che la sofferenza pandemica lasci in
ogni cuore la consapevolezza di stare assieme agli altri in questo mondo posticcio, dove
la vita svanisce in un lampo, dove il benessere è pura gioia se condiviso da
tutti.
Questo auspico ed auguro di cuore a noi tutti!
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