sabato 29/06/2019
IL CORSIVO
Orfini & C., statisti alla marinara
CROCIERISTI - I DEM SULLA NAVE ONG DIMENTICANO I CAMPI LIBICI E LE POLITICHE DEI LORO GOVERNI
di Daniela Ranieri
Il caldo gioca brutti scherzi: da due giorni ci sembra di vedere alcuni parlamentari del Pd a bordo della Sea Watch 3. Il miraggio è allucinante: Delrio in mocassino Capalbio-moda mare senza calzini sistema un materasso di fortuna sul ponte di prua mentre Orfini aggiorna il diario di bordo su Twitter e Davide Faraone si spara una ridda di selfie- con Delrio, con Giuditta Pini, con Riccardo Magi, con la capitana Rackete - rendendoli virali con gli hashtag di tendenza.
Orfini, nella sua fantozzianamente tragica mancanza di physique du rôle (pelle bianco-latte, asciugamano sulla spalla e cuffia in testa), ha un principio di ustione sul naso ma obbedisce a un dovere più grande della legge: “26 giugno, ore 22:31: Sono arrivato a Lampedusa. Quella luce gialla che vedete in foto è la #SeaWatch”. “27 giugno, ore 16:04: Siamo su un gommone. Proviamo ad avvicinarci alla #SeaWatch”. “Ore 16:22: Siamo sulla #SeaWatch”, eccetera. Chiamatelo Ismaele. Alle 19:28 la foto di uno splendido tramonto che potrebbe essere pure di Camogli o Ibiza accompagna le lancinanti parole di condanna: “I migranti sono in condizioni di sofferenza psicologica indescrivibile. Crudeltà, non c’è altro modo per definire il comportamento del governo”.
Dev’essere sempre il caldo, perché la indubbia crudeltà del governo attuale consiste nel tenere sulle barche delle Ong persone che avrebbero potuto benissimo restarsene al fresco nei campi di prigionia libici dove il governo Gentiloni, grazie al ministro Minniti, aveva profumatamente pagato le milizie indigene per trattenerle con tutti i comfort.
I meravigliosi selfiesul mare obnubilano la memoria: nel giugno di due anni fa, era Minniti che minacciava di chiudere i porti (minaccia che Delrio si fece in quattro per smentire, attenuare, ritirare), cosa che Salvini ha potuto fare perché non ha l’organo della moralità che invece i piddini ogni tanto si scoprono sviluppatissimo. E fu Renzi - che oggi, mentre i suoi si imbarcano per l’operazione Lampedusa, posta foto delle Dolomiti dall’aereo che lo scarrozza per il mondo a impollinare gli altri Paesi del suo formidabile know how - a dire: “Si è fatto bene a bloccare gli sbarchi. C’è un limite massimo di persone che puoi accogliere. Aiutiamoli davvero a casa loro” (Festa dell’Unità, Bologna, 1/9/17) e a vergare sull’indimenticabile Avanti: “Vorrei che ci liberassimo da una sorta di senso di colpa. Noi non abbiamo il dovere morale di accogliere in Italia tutte le persone che stanno peggio. Se ciò avvenisse sarebbe un disastro etico, politico, sociale e alla fine anche economico”.
Ecco allora la delegazione marinara del Pd che solca le acque territoriali per raggiungere la nave con sopra i migranti, ai quali mancava solo questa, di disgrazia. Ma lasciando stare Orfini e Faraone, che di Renzi sono stati la proiezione ortogonale e prona, come può Delrio, persona seria, non notare lo stridore tra l’aver sostenuto acriticamente quelle politiche ieri e il portare oggi soccorso a persone che hanno subito fame e violenze nei centri di detenzione libici, prevedibile eterogenesi dei fini del memorandum d’intesa del 2017 tra Minniti e al-Sarraj? Speriamo almeno si mangi bene, a bordo: non vorremmo che i delicati stomacucci dei digiunatori a staffetta ne avessero a soffrire. Vabbè che Orfini ormai è praticamente un lupo di mare, dopo esser salito a gennaio sulla Sea Watch al largo di Siracusa, dato l’inspiegabile insuccesso della protesta del Pd intitolata “Non siamo pesci”. Stavolta non c’è con loro la Prestigiacomo, ministra di B. e mementovivente della Bossi-Fini e del decreto Maroni che creò il reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina tuttora vigente, chissà per colpa di chi. Quale cultura di umanità e accoglienza possono vantare, oggi, i nostri statisti alla marinara? È come se Schettino facesse il testimonial della Costa Crociere.
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