lunedì 3 giugno 2019

Una mail d'opinione



Grazie ad una serie di coincidenze incredibili, tramite un amico marittimo, sono riuscito a venire in possesso di una lettera lasciata sul comodino della cabina, scritta da due croceriste inglesi al termine della visita alla nostra città. Questo è il testo originale da me tradotto... 

Dear Honky, dear Tonk 

abbiamo fatto scalo nel porto della Spezia and vi dobbiamo dire di aver visto molte stranezze che vorremmo raccontarvi. Quando si arriva dopo aver ammirato Tino Island si ha come the sensation che the captain si sia sbagliato, visto che ha attraccato in un molo circondato da containers, così tanti da farci esclamare “oh minchya!” 
Inoltre sullo sfondo si vedeva un'enorme ciminiera sbuffante come non se ne vedono neppure nelle acciaierie a sud di London. C’era con noi in nave un famoso neuropsichiatra di fama internazionale che, alla vista di tutto questo, si è messo subito a prendere appunti con espressione desolata. 

Una volta scese dalla nave ed apprezzato su di un colle l'enorme pubblicità di una torta nuziale, abbiamo deciso di andare alle famosissime Cinqueterre. Alla stazione ferroviaria pensavamo stessero svolgendo una prova generale di soccorso post attacco nucleare, tanto era il caos e gli ombrellini aperti per il raduno degli sfollati. Dopo aver rischiato l’insufficienza respiratoria sul treno, finalmente, tra lo stupore generale, siamo arrivate in uno dei cinque centri di raccolta dislocati lungo il litorale, mi sembra si chiamasse Vernazza e, senza poter vedere nulla, avvolti come eravamo dalla moltitudine, ci siamo ritrovate nel borgo dove abbiamo constatato che due etti di focaccia valgono come un’oncia e mezza di platino. Wonderful! Tra l’altro in queste terre ci deve essere anche penuria di acqua visto che una bottiglietta costa quanto un quadro da Sotheby’s! 
Io e la mia amica abbiamo dedotto che il tanto declamato “Sciacchetrà” altro non sia che acqua! Oh minchya! 
Un’altra cosa che abbiamo intravisto venendo trasportate dagli altri verso il mare, è la sensazione che da queste parti esistano ancora le catacombe cristiane; infatti ogni tanto uscivano da dei cunicoli famiglie intere, disorientate dopo aver vissuto nelle viscere della terra. Un indigeno però ci ha informato che quelli erano turisti che avevano affittato delle cantine a prezzi da Hilton Seven Stars. Oh minchya!

Dopo aver intravisto degli scogli ed aver appreso da dei fortunati che si erano avvicinati alla battigia che l’acqua del mare era fredda, all’ora di pranzo ci siamo messe alla ricerca di un ristorante. La fortuna ci ha assistito e abbiamo prenotato al settimo turno verso le 16:30! Pensate che alcune del nostro gruppo, prese dalla morsa della fame, hanno barattato la propria cabina sulla nave per due olive e 2 etti del pane degli dei, la focaccia appunto!
Un’altra particolarità che ci ha colpito è la continua incazzatura degli abitanti locali, come se ogni mattina qualcuno entrasse nelle loro camere, percuotendoli per una ventina di minuti. Abbiamo gentilmente rivolto loro domande informative, ma le risposte si sono rivelate molto curiose, ricordandoci tra l'altro alcune scene del capolavoro di Francis Ford Coppola sulla famiglia Corleone.
Al ritorno sul treno alcuni privilegiati ci hanno passato le foto scattate sul lungomare che faremo nostre per far morire d’invidia i nostri amici al ritorno. Arrivate in stazione abbiamo preferito fare una passeggiata nel centro cittadino per arrivare al porto. Alla Spezia in qualsiasi luogo si vada, se domandi informazioni o cerchi il dialogo, senti frasi molto strane tipo “amebattorbelyn” di cui non abbiamo compreso appieno il significato. La mia amica pensava si trattasse di una forma di benvenuto rivolto ai molti stranieri, ma da quando l’abbiamo ridetta ad un cameriere, ci siamo ricredute entrambe.

Da queste parti hanno delle piazze particolarmente strane: una dedicata all’organo di riproduzione femminile, un’altra quale memoria perpetua al lavaggio automatico delle auto (sarà nato qui l’inventore?) e l’ultima, sotto la torta nuziale, è certamente sponsorizzata da chirurghi vascolari delle gambe, visto che se ti siedi lì dopo un quarto d’ora perdi l’uso dei polpacci; mi pare si chiami “Dondolo Square”.
Ritornate a bordo assieme agli altri ci siamo chieste dove mai fossero posizionate queste famosissime e tranquille “Cinqueterre” e abbiamo dedotto di essere state sfortunate, visto che probabilmente questi celebri luoghi erano stati affittati da qualche major per la location di una nuova serie tv, verosimilmente sulle deportazioni di massa. 
Peccato, sarà per un’altra volta!

Bye
Angie e Jane.      

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