venerdì 26 ottobre 2018

Sportivamente


E' proprio vero che se il Trota, la Gelmini, la Madia, Toninelli e Moscovici, quello che quand'era al governo francese faceva il 3% di deficit ed ora ci bastona per un 2,4%, sono riusciti a diventar protagonisti in politica, le chance di emergere sono per tutti, ma proprio tutti. Ma colui che già nel nome ricorda una supercazzola di tognazziana memoria, Tiémoué Bakayoko, supera ogni più ardita previsione. Una reincarnazione del padre di tutte le loffe calcistiche, Luther Blisset, che dovrebbe mandare colui che l'ha acquistato in uno strameritato ed eterno Tso, non foss'altro per una questione di dignità. 
Vederlo giocare con i sacri colori induce a sviare, a distogliersi dalla visione di un match per cercare pace e compostezza in altri lidi, curling compreso. 
Nell'acida notte post derby in cui "come-se-fosse-antani-Bakayoko" ha sciorinato tutto il suo talento, una raccolta di fetecchie inesauribile, l'unico barlume di speranza per il divenire s'incentra nelle parole post match di un grande ed inossidabile uomo, il Ringhio di tutti noi, al solito schietto e spietato pure con sé stesso, impegnato ahimè a preparar bagagli, come le regole di questo gioco glacialmente prevedono, lasciandoci nello sconforto più per la visone di quest'ameba Tiémoué, che per la sua probabile partenza.

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