clicca per sentire telefonata a Barca
Per chi non avesse ancora sentito questo macabro scherzo
radiofonico della Zanzara al grande Fabrizio Barca, dove un finto Vendola
chiede allo studioso dirigente dello stato come gli stesse andando la vita,
ricevendone un soliloquio da paura, da autentica paura, sulla formazione del
Governo Grullo, allego qui sopra il link del Corriere.
Con una precisazione.
Mi sono venuti i brividi, allor quando Barca racconta delle
pressioni di De Benedetti fattegli via sms e mail affinché egli, uno dei pochi saggi
colorati di rosso in circolazione italica, accettasse il ministero
dell'Economia.
Ho deciso immediatamente, nel mio piccolo, di non leggere più
Repubblica diventata per colpa del Fondatore Scalfari, una brigantesca base di
appoggio per il Monitoratore ultraottantenne dal 1953 in politica e per il suo piano scellerato delle larghe intese.
Lettore dal
1982 dell'allora prestigioso quotidiano nazionale, faticavo onestamente già da
tempo a leggervi, senza emettere piccole grida incazzose, articoli
trasformati in turiboli fumiganti incenso verso i Napolitano, le banche e gli
amici del Fondatore Scalfari che oramai, detto tra noi, ha rotto i coglioni e a
cui auguro di godersi i soldoni frutto della sua carriera, lasciandoci finalmente in pace con pistolotti oramai troppo dolci e dolcificanti.
Ma i brividi più freddi, mi sono giunti allorché Barca dice le cose sotto riportate, al
comico imitante Vendola riguardo alle consultazioni dei Grullani per il nuovo
Governo (testuale):
"Nichi è una cosa che è priva... non c'è un'idea, c'è
un livello di avventurismo. Non essendoci un'idea, siamo agli slogan. Questo mi
rattrista, sto male, preoccupatissimo perché vedo uno scaricamento veramente
impressionante".
Ed ancora (sempre testuale) "Il problema è un altro. Ma tra
30 giorni, quando si capisce che non c'è niente, il Paese dà di testa".
Forse è per questo che subito dopo, con i lucciconi agli occhi
lo ammetto, mi sono rivisto la scena di Benigni che prende in braccio un
Berlinguer ridanciano in quel lontano 17 giugno 1983 sul palco romano di un
partito lontano anni luce non solo temporalmente, ma anche moralmente da questa
accozzaglia guidata da uno sprovveduto ragazzino egocentrico ed ambizioso al
pari del suo amico fatto appositamente risorgere per l'evento prossimo venturo, la fine dei nostri sogni.
Ed in culo a Repubblica, De Benedetti e soprattutto a Scalfari!
P.S. Curzio Maltese! Ma che cazzo ci fai ancora lì dentro?
P.S. Curzio Maltese! Ma che cazzo ci fai ancora lì dentro?
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