Orgoglioso di vivere sul suolo italico assieme al Pm Nino Di
Matteo, eroe di questi tempi bui. L'intervista sul Fatto di oggi del mitico
Travaglio al PM, mette in evidenza la personalità di questo magistrato a cui
Riina in persona ha promesso la morte.
Di Matteo però non si lascia intimidire, continua nelle sue
indagini sui rapporti Stato-mafia.
Quando ero giovane vidi le immagini della A112 dentro la
quale vennero trucidati il Generale Dalla Chiesa e sua moglie.
Mi domandai a
quel tempo come fosse stato possibile lasciare un uomo dello stato da solo,
senza scorta alla mercede dei suoi carnefici.
Erano i tempi del Gobbo, delle connivenze politico-mafiose.
Ma non erano purtroppo altri tempi rispetto agli attuali perché numerosi
colletti bianchi politici continuano a tessere intrecci pericolosi con la
malavita organizzata che procura loro valanghe di voti.
Il pm Di Matteo, erede degli Eroi Falcone e Borsellino,
indaga sui segreti più orribili della nostra democrazia.
Non ha solidarietà totale da parte della Repubblica.
L'Esternatore per eccellenza, il Presidente Napolitano, ad
esempio, tace.
Non emette moniti, forse perché indispettito
dall'acquisizione da parte del magistrato di nastri, poi distrutti, contenenti
colloqui intercorsi tra lo stesso Napolitano e Mancino, di cui nulla è
trapelato.
Il Pm Di Matteo va comunque avanti, per nulla intimidito.
Eroicamente lui e la sua scorta proseguono la loro missione a Palermo,
convivendo con la terribile minaccia mafiosa della vendetta.
Sono fiero di sapere che esistano ancora persone così degne,
integerrime che credono nella bellezza del nostro Stato.
A noi non resta che continuarne a parlare, a seguirne le
vicende, per tenere alta l'attenzione, facendo in modo che i sepolcri
imbiancati che ancora pullulano nella politica non possano mettere in atto la
pratica più abbietta ed insulsa per una democrazia, il ridurre al silenzio la
Verità.
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