Che sciocco!
Ma come ho fatto a non pensarci prima? Se tutto ruota intorno al fatto che dobbiamo consumare per risollevare l'Italia, perché non ho riflettuto abbastanza in merito?
Giorni fa ho caricato la lavatrice e l'ho messa in funzione; verso la fine quando ha iniziato a centrifugare, ecco un rumore sospetto, di cinghie che stanno strusciando.
Chiamo il servizio assistenza. Mi dicono che devono venire a casa mia per rendersi conto del problema. Accetto, consapevole che la spesa per la sola chiamata è di euro 60,00.
Arriva il tecnico apre lo sportello, sente il rumore e mette un poco di sapone nell'intercapedine muovendo il cestello da spenta. Il rumore scompare. Accende, prova a centrifugare ed ecco riapparire lo sfregamento.
Scuote la testa. Mi dice che lui mi farà il preventivo ma che sarà meglio intanto che io vada a cercarne una nuova.
Mi dice, convinto, che oramai non vale più la pena di aggiustare una lavatrice, conviene cambiarla.
Inoltre come colpo finale, meglio di Dario Argento, mi terrorizza su probabili rotture del cestello con conseguenti inondazioni di condòmini!
Ma sarà un tecnico delle riparazioni o l'Inviato del Pil?
Inoltre come colpo finale, meglio di Dario Argento, mi terrorizza su probabili rotture del cestello con conseguenti inondazioni di condòmini!
Ma sarà un tecnico delle riparazioni o l'Inviato del Pil?
Cavolo! E' vero! In nome del Pil noi buttiamo via elettrodomestici che un tempo si riparavano comodamente. In nome del Pil sappiamo che determinati apparecchi domestici vengono costruiti con una specie di timer interno che ne decreta la fine, in modo che l'utente ne debba ricomprarne un altro.
Il tecnico mi chiede quanti anni ha la lavatrice: 15 anni rispondo. Strabuzza gli occhi ed esclama che tutto sommato mi è andata già di lusso e che la nuova lavatrice che comprerò se funzionerà per dieci anni sarà festa grande.
Sempre in nome del Pil.
Saluto il tecnico. L'intervento è durato massimo 10 minuti, perciò deduco che il tecnico delle lavatrici guadagni 360 euro all'ora! Complimenti!
Chiudo la porta e rifletto: in nome del Pil sono pronto a sacrificare l'agnello lavante ed acquistarne uno nuovo che comprerò con un extra di 60 euro, quelle date al giudice delle obsolete lavatrici che ne decreta la morte certa. Aspetterò stasera il preventivo, ma l'esito è scontato.
Mi sento un adepto scelto del dio Consumo.
Mi sento un accolito del signore delle nostre vite, Monsieur Pil che deve sempre crescere per vivere e farci respirare.
Mi sento un accolito del signore delle nostre vite, Monsieur Pil che deve sempre crescere per vivere e farci respirare.
Ascolto l'applauso festante degli dei dell'Olimpo degli Acquisti e la soave musica che mi muove il martelletto del lobo mi indurrebbe ad acquistarne addirittura tre . Ma non ho spazio e dovrò mestamente accontentarmi di una.
Domani provvederò a soddisfare questa necessità impellente, questo comandamento irrinunciabile.
Nel nome del Pil dovrò assecondare la regola planetaria di consumare per dare linfa all'Uomo, sperando però che prima o poi qualcuno spezzi queste catene inumane.
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