sabato 22/09/2018
Forchettoni senzatetto
di Marco Travaglio
Mi scuso in anticipo con il bel Beppe Severgnini se oggi mi occupo di Roberto Formigoni: non vorrei pensasse che ne sono “ossessionato”, come a suo dire lo sarei della Boschi (cioè: lui le dedica un soffietto di sei pagine sul Sette, e l’ossessionato sarei io). Ma è più forte di me: ho letto le due interviste dell’ex sgovernatore ciellino di Lombardia al Corriere e a Libero, e non riesco a tener ferme le mani. L’antefatto è noto: condannato in primo grado a 6 anni per associazione per delinquere, corruzione e finanziamento illecito, Forchettoni s’è visto confermare la condanna e aumentare la pena in appello a 7 anni e 6 mesi, con interdizione perpetua e sequestro confermato di una refurtiva pari a 6,6 milioni. E questo malgrado alcuni reati si fossero prescritti: a fare la differenza è stata la revoca delle attenuanti concesse dal Tribunale. Lui continua a dirsi innocente, com’è suo diritto. Anzi lo sarebbe se in appello non avesse chiesto di patteggiare 2 o 3 anni (i giudici ovviamente gli hanno riso in faccia per l’irrisorietà della pena): conoscete qualche innocente che chiede per sé 2 anni di galera? Naturalmente gl’intervistatori questo non glielo chiedono, sennò l’intervista finirebbe lì, prim’ancora di cominciare. E sarebbe un peccato, perché l’ex Celeste ormai tendente al marroncino è una miniera di baggianate.
Le sue risposte sarebbero perfette se, dopo tanti anni di calvario giudiziario, l’avessero assolto. Invece l’hanno condannato due volte. Allacciate le cinture, si parte. “Mi è andata bene che in Italia la legge non prevede la fucilazione, altrimenti sarei già davanti a un plotone di esecuzione”. Già, solo che i fucilatori morirebbero tutti prima di sparare: dal ridere. “Sono un caprio (testuale, ndr) espiatorio”. E vabbè, sarà la sindrome del Titanic. “Mi colpiscono perché ho aperto ai privati il sistema sanitario lombardo… Mi si accusa di aver favorito la Maugeri e il San Raffaele con delibere di giunta e con una legge. Ma sono atti collegiali che hanno coinvolto tutti gli altri membri della giunta, 17 persone, neanche tirati in ballo. Resta un solo colpevole: Formigoni. È assurdo”. Qui urgono un paio di precisazioni. 1) Forchettoni non è stato condannato per aver fatto una legge sulla sanità (detta spiritosamente “No profit”), che regalava montagne di “rimborsi” pubblici a varie cliniche private (circa 200 milioni alla Fondazione Maugeri e al San Raffaele). Ma perché riceveva soldi privati sotto forma di finanziamenti occulti, favori, benefit, regali, vacanze e cene gratis, yacht e ville da Pierangelo Daccò, dominus della Maugeri, cioè uno dei beneficiari.
Uno può fare tutte le leggi che vuole, ma gratis: se si fa pagare, è corruzione. Infatti assessori e consiglieri che votarono le leggi senza nulla in cambio sono intonsi. Ma – protesta lui – erano atti “legittimi” secondo tutte le autorità. E infatti esiste anche la corruzione per un atto d’ufficio: assegnare un appalto è legittimo, ma se il funzionario o il politico si fa pagare, è un corrotto. 2) Non è vero che abbiano condannato solo Roby: per tenergli compagnia, hanno avuto condanne o patteggiamenti anche Daccò, l’imprenditore Claudio Farina, l’ex assessore Simone e la sua signora. Ora il patteggiatore mancato non nega di aver avuto favori e soldi dal beneficiario delle sue leggi, che se lo portava in ferie ai Caraibi e lo manteneva come un nababbo (forse aveva equivocato sul voto di povertà). Ma dice che è stata tutta sfiga: “Io ho avuto la fortuna o la sfortuna (testuale, ndr) di avere un amico ricco. È un peccato avere un amico facoltoso?”. No, ma se fai una legge che lo favorisce, non devi farti offrire neppure un caffè. Figurarsi vacanze, yacht e ville. “D’altra parte anch’io ho invitato a cena Daccò decine di volte”. Ah beh allora, pari e patta. O quasi. “Se hai un amico facoltoso che per il compleanno ti regala un orologio tu rispondi con una cravatta. Così funziona tra amici”. Soprattutto se la differenza fra la cravatta e l’orologio ammonta a 200 milioni e li mette la Regione, cioè noi.
Alla luce di cotante risposte, dite la verità: che domanda gli fareste? A me, oltre a un prurito alle mani e a una risata omerica, sorgono spontanei un paio di quesiti: “Scusi, Celeste, ma lei ci è o ci fa?”, “Ma ci ha presi tutti per fessi?”. Invece agli intervistatori di Corriere e Libero spunta una lacrima sul viso per la vita di stenti di Forchettoni, affamato da sentenze e sequestri: “Come vive oggi Formigoni?”, “E come fa a tirare avanti?”. Il noto senzatetto, visibilmente denutrito, esala: “Vivo in una casa con altre persone (sempre in cambio di cravatte, ndr), per fortuna, quindi non ho sofferto la fame. Ho fatto le vacanze da un amico (tanto per cambiare, ndr). Avevo da parte 2.000 euro per un viaggio. Li ho messi via… Sui miei due conti correnti hanno trovato 18 euro in tutto”. Qui la tentazione sarebbe di metter mano al portafogli e avviare una colletta, se non fosse per la risposta più strepitosa del nostro eroe: quando il Corriere gli fa notare le balle raccontate sui regali di Daccò (“restituivo tutto”, anzi “fra amici non si usa”), lui obietta: “Le dichiarazioni che fanno testo sono quelle rese in tribunale”. Cioè: quando parla ai giornali e in tv, cioè a cittadini, elettori e giornalisti, lui non “fa testo”. Mente per principio. E se ne vanta. Quindi non “fa testo” neppure in questi due colloqui con Libero e il Corriere. Scemo chi legge. E pure chi intervista. Sono soddisfazioni.
Ps. Per carità di patria, pur essendo curiosi, rinunciamo ad approfondire la tipologia delle cravatte che Roby regalava a Pier in cambio dei Rolex o dei Patek Philippe. Ci limitiamo a sperare che non riciclasse le sue. Che, vedi ampia documentazione fotografica, giustificano largamente la celebre battuta di Woody Allen: “È la tua nuova cravatta o ti sei vomitato sulla camicia?”.
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