sabato 15 settembre 2018

Omertà


C'è un sentimento che sembra aleggiare attorno alla vicenda del ponte Morandi, una specie di velo omertoso che avvolge protagonisti e semplici comparse; lo si ritrova nella scena muta davanti al magistrato tenuta dai super consulenti del ministero, che avrebbero dovuto controllare la staticità del ponte: Salvatore Buonaccorso, Giuseppe Sisca, Antonio Brencic e Mario Servetto (nomen omen). I quattro iper tecnici si sono trincerati dietro ad un silenzio, a volte prezioso e d'oro, ma non in questo frangente, visto che la delicatezza ed il rispetto per le vittime avrebbe dovuto agitare le menti e i cuori, ammesso che li abbiano, di questi illuminati chiamati, e pagati profumatamente, ad un controllo della oramai sfarinata struttura. L'altra silente location è sita in Treviso presso la sede della famiglia Benetton, azionisti di maggioranza della società Atlantia che gestisce la concessione aurea di Autostrade: in un articolo del Fatto di oggi emerge l'omertà di molti dipendenti che, sfuggendo alle domande, si rifugiano in scuse oramai divenute becere. Colpisce pure il silenzio del sindaco di Ponzano Veneto, cuore dell'impero Benetton, Monia Bianchin del PD, la quale non ha trovato il tempo per ricevere il giornalista, manco fosse il primo cittadino di New York. Ma il premio omertà va sicuramente ad un anonimo, per fortuna sua, ragazzo con tanto di barba, anche lui a libro paga Benetton, che a precisa domanda ha risposto: "Genova? Non so che cosa è successo, ero all'estero."
Non fosse per il dolore pregnante la tragedia, sarebbe stato giusto e sano rispondergli "e ci potevi rimanere all'estero, povero ed indiscusso coglione!"
United Color of Blandizie.

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