venerdì 9 febbraio 2018

Lettera


Ti starai chiedendo che ci fai alle sei del mattino su un autobus. Forse perché la mamma lavora e si deve alzare presto, o forse no. Rotei gli occhi per cercare di capire il mondo intorno a te, senza piangere, senza muoverti, quasi che un dubbio si stia incuneandosi nel tuo regno popolato, spero proprio, di sogni, di carezze, di fate. Beh piccola mia, devo essere sincero, anche se mi scoccia tremendamente: quaggiù non siamo tutti uguali, pur possedendo le stesse percentuali di ossigeno, di carbonio, d’idrogeno, l’identica struttura cellulare, cromosomica. Da tanti, troppi secoli il colore della pelle è lo spartiacque tra civiltà e barbarie. Come dici? No, non c’è nessuna pace qui, fratellanza è un parolone usato principalmente nei talk show e negli ambienti dorati di signori vestiti di paonazzo dediti ad affarismo condito di latrati alla avepatergloria. Devo anche dirti, e mi duole tanto credimi, che nel paese dove il fato, la fortuna baldracca, ops scusa la trivialità, ti hanno catapultato regna sovrano con larga maggioranza, il concetto razzista che, a breve, te ne dovrai andare via e di corsa perché, dicono gli stolti, l’Italia deve essere degli italiani. Si, si lo so! Siamo ancora ancorati ai confini, alle diatribe razziali, agli idioti che bevevano l’acqua di un fiume da un’ampolla arringando verdi folle al grido secessionista, mentre pochi loro eletti ed un Trota, arraffavano il malloppo; ad un Delinquente Naturale (cit. Sentenza Corte di Cassazione nr 35279/13 del 01/08/2013) ritornato in auge grazie ad un babbeo toscano senza arte né parte, che sta cavalcando l’idea di espellervi in quanto concetto ammaliante molti disonesti e rincoglioniti, si rincoglioniti! rincoglioniti!, che tra non molto lo riporteranno al potere per curare i propri smisurati interessi. Facciamo pure finta, pensa piccola come siamo ridotti, che non vi sia attorno agli arrivi di tanti disperati, un gigantesco affare arricchente orchi senza dignità, che hanno trasformato cantine, appartamenti, mansarde, garage in indegni luoghi adibiti all'accoglienza, schiavismo sarebbe miglior termine, da cui ricavano 34 euro al giorno per ognuno di coloro che, scappando dalle proprie terre, dai propri affetti, per disperazione e per guerre, è in cerca di dignità, alto valore, diritto di tutti e per tutti; si mi spiace dirtelo: combattiamo ancora tra di noi, a volte senza motivo apparente, consumando, e questo è l’importante, armi e munizioni che anche noi qui su questo suolo, confezioniamo allegramente ottenendo lauti profitti, perché basta cambiare il termine guerra in missione di pace e si diventa eroi. Scusa se forse ti ho spaventata ma al momento questa è più o meno quello che ti aspetta. Non eravamo così, credimi! Eravamo accoglienti, simpatici, calorosi, attenti. Ci siamo fatti purtroppo rovinare da una casta inamovibile, potente, immota, dedita esclusivamente all’affarismo, alla ricerca dannata di visibilità. La speranza comunque non si è ancora spenta del tutto, pur se rigurgiti fascisti, un giorno capirai il significato di questa parola orrenda che molti idioti tentano di riabilitare con pacchi di pasta e regali ai bimbi, stanno emergendo ovunque. Ma non passeranno. 
Ti saluto piccola, mi ha fatto tanto piacere conoscerti. Ti auguro buona vita, costellata da fiabe che spero si tramutino per te nel reale, certo che nessun untore, nessun pagliaccio prevarrà sul concetto nobile, razionale e dignitoso, di Umanità.

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