giovedì 26 giugno 2014

Sai che ti dico?


Quindi dopo averlo sopportato nel club in una stagione umiliante, dopo averlo visto bivaccare come uno scout sui campi di gioco, con il suo perenne broncio istigatore di violenza, con il suo sbuffare contro chissà chi e cosa, sapendolo ignobilmente ignorante sul fatto che il lavoro sia un'altra cosa, che la pagnotta si porta a casa dopo una decina d'ore di sudate, di calli, di stress, di rompimento di coglioni e non da due, tre al massimo, ore di scatti e tiri sull'erbe ridanciane, dopo che la stampa l'ha osannato quale eroe nazionale per un gol, un solo gol, e tutta una nazione ha sperato in un cambiamento, in una crescita che lo potesse allontanare dall'ipotesi di fallimento, che sicuramente invece lo additerà ad eterna ed emerita testa di cazzo, sul modello del compagno di merende azzurre barese, dopo tutto ciò, questo inconsapevole privilegiato, questa forza della natura inespressa, questo atleta solitario ed in perenne conflitto con sé stesso, ha giocato le rimanenti due partite in atteggiamento apatico, vergognoso, cascando e torcendosi dal dolore ogniqualvolta qualcuno, contrastandolo, gli ha tolto la palla, in polemica facciale costante con fato e vita, innervosente al punto di desiderare una chiave inglese per abbattere i suoi incisivi ed infine all'epilogo di questa incresciosa commedia italica, come una mastodontica ciliegia su torta gelato alla crema, abbiamo appreso attoniti ciò che il nostro ha testé dichiarato, ossia che coloro che lo hanno criticato, scaricato, smerdato, lo hanno fatto principalmente per il fatto che lui, l'eroe, è nero e che i neri non avrebbero mai praticato nei suoi confronti un tale accanimento, a detta sua, ignobile.
Voglio essere chiaro!
E non credo di essere razzista!
Mario! 
Ma vaffanculo, va'!

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