venerdì 3 settembre 2021

Anto'!

 

La strabiliante arte di Draghi nell’intortare mister Papeete
di Antonio Padellaro
“Non siamo particolarmente preoccupati per l’accaduto”: così, secondo La Stampa, Palazzo Chigi avrebbe commentato il voto leghista contro il Green pass, frase beffardamente liquidatoria che la dice lunga sulla considerazione che Mario Draghi ha di Matteo Salvini. Leggiamo infatti che il premier, superato “un misto di irritazione e stupore”, ha chiamato al cellulare l’altro, in vacanza a Pinzolo, che “ha abbozzato una risposta rassicurante”. Fermi tutti, perché la scena si presenta deliziosa: Salvini in canotta e alpenstok, che come un allievo somaro cazziato dal professore butta là una scusa sulla mandrakata del degno compare Claudio Borghi, di cui probabilmente era all’oscuro. Ora segnatevi questa: “Non si tratta di essere no-vax o no-Green pass, ho sia l’uno che l’altro”. Fantastico, il leader di un partito di governo giustifica il voto contrario a una legge sottoscritta dal suo stesso partito in Consiglio dei ministri e poi farfuglia la prima cosa che gli passa per la testa. Poteva anche rispondere: “Non tutti trovano 24mila euro in contanti nella cuccia del cane” (ma questa l’ha detta davvero). C’interroghiamo spesso sul giudizio personale che un personaggio come Draghi riserva agli attuali compagni di strada. Con Enrico Letta forse conversano di comuni esperienze internazionali. Giuseppe Conte è un docente di Diritto e forse condividono il linguaggio accademico. Ma con uno come Salvini, che ha studiato a Pontida e a Milano Marittima, di cosa diavolo parli? Ok, il presidente del Consiglio non deve fare conversazione, ma risolvere con gli alleati i problemi del Paese. Soprattutto le grane, materia su cui, dicono, l’ex presidente Bce è maestro nell’intortare l’interlocutore di turno, con una spiccata preferenza per Salvini. Come quando gli ha sfilato le dimissioni di Claudio Durigon (peggio dell’estrazione di un molare), promettendogli in cambio chissà quale giocherello. Ogni tanto lo convoca a Palazzo Chigi, così Letta è contento e i giornali hanno qualcosa da scrivere. Poi, lo mazzola promettendo “una stagione di disciplina”. Se Draghi fa bene a non essere “particolarmente preoccupato” di Salvini, Salvini ci fa venire in mente lo strepitoso Rutelli di Corrado Guzzanti ai tempi di Berlusconi, quello che piagnucolava: “Silvio, ricordati degli amici, ricordati di chi ti ha voluto bene”. Dalle premesse è solo questione di tempo.

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