venerdì 20 agosto 2010

784

E’ il numero della vergogna, tra le tante che ci porteremo dietro come abitanti di questo pianeta. 784 miliardi di dollari. Questo è il costo della guerra in Iraq che ieri è stata ufficialmente dichiarata conclusa. 784 miliardi di vergogna che l’Uomo mette nel suo palmares delle opere più ignobili ad imperitura memoria . Al suo confronto le guerre dell’impero romano di secoli fa, sembrano essere opere da premio nobel. Qui è mancato non solo l’umanità ma anche la lealtà. L’aveva iniziata il presidente cerebroleso Bush con pretesti rivelatisi in seguito completamente falsi e l’ha portata avanti con scuse puerili e fanciullesche, pagando questa pazzia con 4733 militari morti oltre all'infinito numero di civili.
Ci dovremmo vergognare di noi stessi soltanto al pensiero di che cosa si sarebbe potuto realizzare con 784 miliardi di dollari! Quante vite umane, quanti bambini sarebbero stati salvati con questa cifra! Quanti problemi risolti con quei soldi, che invece sono andati nelle tasche dell’industria bellica, vero presidente degli Stati Uniti, che nemmeno Obama riesce a spodestare. Il flusso di denaro che irrora le casse del vero demonio terrestre, permette di pagare, contrastare, far legiferare chiunque. Ed è quasi provato che l’altro immenso introito demoniaco terrestre, quello della droga, ha degli enormi punti di contatto con la Fabbrica della Morte che gli permette di ripulire i soldi grondanti di morte.
Vergogna quindi immensa davanti ai morti ed ai soldi evaporati in questa azione bellica che non è stata per niente pacifica come hanno tentato di convincerci, ma una vera aggressione in nome di quel cazzo di petrolio, sire dei nostri tempi.
Davanti alle nostre coscienze il bimbo che piange per fame grida più forte dei missili lanciati ed urla a tutti noi di vergognarci per quello che non abbiamo saputo fare per evitare il conflitto.
Ma l’industria bellica già aspetta famelica un altro piatto da cucinare: l’Iran. Entro l’anno dicono gli esperti, verrà attaccato forse dagli americani, sicuramente dagli israeliani. Sappiamo anche che quel paese è retto da una persona che cerca lo scontro. Sicuramente ci saranno altre migliaia di morti, altri miliardi gettati al vento, altri momenti di paura per tutti!
Pur essendo della stessa razza di chi prende le decisioni per noi, non possiamo far altro che maledire e sperare che soffrano moltissimo tutti coloro che continuano a cercare la violenza in nome di non si sa che cosa e mandarli di cuore e senza nessuna censura, a fare in culo!

mercoledì 18 agosto 2010

Cloni a Roma

La morte di Francesco Cossiga, sul quale non mi sento di dire nulla perché quando “la livella” entra in azione non lascia spazio a nessun commento, è stata l’occasione per ascoltare vari commenti sulla figura dell’ex capo di stato deceduto.
Uno di questi mi ha colpito particolarmente, tanto da farmi pensare che non sia stata pronunciata “dall’originale” ma da un suo clone: quella del presidente del Senato Schifani: “Il testamento lasciato dal presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, ai parlamentari, è quello di governare la Repubblica al servizio del popolo, unico sovrano del nostro Stato democratico”
Ora, le cose sono due: o ha parlato un clone o ha recitato tanto per dire qualcosa. Perché Schifani è uomo molto vicino, da sempre, a Colui che non è assolutamente al servizio del popolo e come unico sovrano riconosce se stesso e non gli italiani!
Come non rammentare che, caso unico nella storia repubblicana, quando Schifani fu eletto presidente del Senato e quindi seconda carica dello Stato, lui stesso è andato a far visita al presidente del Consiglio e non viceversa come il protocollo prevede!
Come si possono fare certe affermazioni, quando al contrario si è vissuta e si vive una realtà completamente differente: far parte di una coalizione politica il cui unico fine è l’essere proni ai voleri di chi si crede una divinità e Rimedio assoluto per tutte le necessità!
Se fossi stato presente nel momento in cui Schifani ha fatto questa dichiarazione, mi sarebbe sicuramente venuta in mente una battuta del magico Totò, autore anche dell’appellativo di “livella” a sorella morte: “Governare la Repubblica al servizio del Popolo?!??! Ma mi faccia il piacereee!!!!”

sabato 14 agosto 2010

Lc 6,41-42

Come si può contestare e vedere la pagliuzza nell’occhio del fratello, quando si ha la trave conficcata nel proprio?
Il titolo dell'articolo è proprio il riferimento al vangelo di Luca che parla di questo.
Il Giornale, guidato da Feltri, spara da molti giorni ad altezza uomo verso Fini con la storia della casa di Montecarlo. Ammesso che la storia sia vera e che il presidente Fini abbia compiuto qualcosa che è tipico di tutti i politici attuali, cioè occupare posti di potere per i propri interessi alla faccia del mandato popolare, ammesso questo mi chiedo: come è possibile parlare di raggiri e sconcerie di altri, quando si ha come datore di lavoro il Raggiro per Eccellenza, il Mago del Malaffare, il Signore delle Tangenti, il Maestro dell’Aggiustamento, il Professore del Tornaconto Personale?
Come si può definire "giornalista" chi scrive articoli del tipo “un tale dice di aver visto Fini nel negozio di arredamento, un altro ha seguito l’acquisto dei mobili” ? Come si può chiamare informazione quella che si regge sul “si dice” ?
Dov’ è l’ordine dei giornalisti, che per peso e fermezza è pari a quello dei farmacisti?
Ma in che repubblica delle banane ci costringono a vivere? Mentre ci danno notizie che dovrebbero essere prove certe per l'espulsione dall'Ordine, tutti continuano a stare bravi e silenti!
Quando Bossi dice che lo stato è canaglia, ci dimentichiamo tutti che lui attualmente è lo Stato e nessuno riesce non dico a farglielo capire che sarebbe troppo, ma almeno ad esternarglielo?
Ma torniamo alla pagliuzza e alla trave. Se Fini ha una pagliuzza, nemmeno tanto piccola, deve giustamente pagare e farsi da parte. Fini è intelligente, ma fa parte del Club degli Agiati che risiedono a Montecitorio e che hanno nel loro DNA il pensare molto ai propri interessi. Ma chi attualmente glielo fa notare e per cui invoca le sue dimissioni, fa parte della Losca Associazione che ha un travone allucinante piantato nella cervice, frutto di continuo malaffare, mignotte, servilismi osceni, intrighi, arricchimenti personali, che non viene notato nemmeno dai seguaci di Chi, duemila anni orsono pronunciando quelle parole, forse non immaginava neanche lui che la storia della sua Chiesa sarebbe finita in mano a tali Prìncipi, ossessionati da mammona e dal potere di questo mondo.

giovedì 12 agosto 2010

Falsa pace

Un tempo lontano quando da bambini giocavamo ed eravamo gruppo, sapevamo a vicenda le marachelle che compivamo ed in un certo senso, uno era complice dell’altro. Ben inteso che il tutto era circoscritto a semplici e leggere negligenze quali marinare la scuola o comprare giornalini dove comparivano ragazze svestite che al giorno d’oggi sono la regola di pubblicità e video musicali.
Appena nasceva qualche incomprensione e litigio, subito scattava nella mente di qualcuno la rappresaglia e l’avviso che se il problema fosse continuato i genitori del litigante sarebbero venuti a conoscenza di alcuni particolari a loro sconosciuti. E l’aggredito di conseguenza minacciava anche lui la stessa azione, e subito la pace e la serenità tornavano nel gruppo.
Dopo tanti anni e moltiplicate per mille, quelle situazioni si sono ripresentate nell’ambito politico, con lo stesso risultato. Ma qui parliamo purtroppo non di ragazzi ma di settantenni che guidano il nostro paese!
Il Presidente della Camera è stato pubblicamente linciato, e forse non con la consueta falsità, dal giornale di famiglia del Premier italiano per la nota vicenda della casa di Montecarlo ove abita il fratello dell’attuale compagna di Fini. Resta inteso che la spiegazione dell’on.Fini non è convincente. Ma l’atto grave di tutto è che appena qualcuno del cosiddetto Popolo delle Libertà accenna un minimo di dissenso nei confronti del Faraone, immediatamente come nelle migliori mode del comunismo dell’Est, la stampa di proprietà del Premier spara ad altezza uomo per massacrare il dissenziente.
Ma torniamo alla questione: è bastato che qualcuno dei dissidenti accennasse ad alcuni problemucci legati alle vicende del premier, vedi acquisto casa di Arcore già da noi trattata in precedente blog, vedi società off shore legate al magnate milanese, vedi affari con Putin e Gheddafi, vedi processi in corso, è bastato questo perché ieri sera per mezzo di un comunicato ufficiale della Presidenza del Consiglio in uno stile simil Gandhi, il Premier porgesse la mano ai transfughi della coalizione e per mezzo del suo avvocato leggermente oscurato Ghedini, iniziasse un dialogo per riportare la serenità ma soprattutto per evitare che alcune “cosucce” venissero alla ribalta. E queste non sono marachelle!
Che dire? A parte che concordiamo con Famiglia Cristiana sul fatto che siamo nauseati da questa politica, a parte questo, non possiamo non notare che al di là del fiume la cosiddetta opposizione oltre a non approfittare del momento, forse perché succube e infangata anch’essa, sembra recitare il copione dell’opposizione. E non è assolutamente vero che coalizzarsi tutti contro il Faraone sia la miglior scelta democratica, anzi. Quanto durerebbero al potere Casini e Di Pietro insieme? O Bersani e Fini? Forse due e tre ore, il tempo del giuramento. E si ricommetterebbe il tragico errore della precedente coalizione di sinistra, solo nel nome, del governo Prodi, con Mastella e Bertinotti uniti in che cosa?
Un governo di sinistra avrebbe dovuto e dovrà mettere al centro, al primo punto del primo consiglio dei Ministri il cardine per far vivere questa democrazia: il conflitto di interessi dell’attuale Premier. Un problema mai risolto, mai trattato, dimenticato, ridicolizzato, dai cosiddetti uomini di sinistra, forse per incapacità, sicuramente per convenienza! E’ da vent’anni ormai che questo vero cancro coabita con noi. E nessuno è stato in grado di risolverlo. Penso spesso a come sarebbe stato leale nella prima riunione del passato governo di sinistra, se Prodi dopo aver raccolto il no dell’attuale e premiato deputato europeo Mastella su un decreto che diminuisse l’enorme potere mediatico del Faraone milanese, avesse subito rassegnato le dimissioni e si fosse immediatamente tornati a votare! E quanti voti la sinistra avrebbe raccolto da questo gesto democratico!
Ma sono chimere, di chi oramai vede come unica risolutrice di questi enormi problemi soltanto lei, Madre Natura e il suo fantastico ciclo biologico!

mercoledì 11 agosto 2010

Il podio della carità

Sembra di essere protagonisti di un film apocalittico, di quelli di moda all’inizio di questo millennio: Mosca che brucia con 38 gradi di temperatura, l’India sommersa dalle acque, un'isola di ghiaccio che si stacca e comincia a navigare verso sud con tanta acqua da dissetare per due anni una città come New York!
Si, forse ci siamo! Dopo decenni di riscaldamento globale qualcosa è cambiato! Ma non per tutti. Ad esempio per le Sette Sorelle petrolifere, il ritiro dei ghiacci dalla Groenlandia è salutare perché libera le terre imprigionate dal ghiaccio per poterle finalmente sondare ed avere la conferma delle previsioni degli esperti i quali dicono che sotto la crosta vi è presenza forte di petrolio!
Mi verrebbe voglia di dire basta con questa politica, con questo sfruttamento petrolifero, con questo continuo arricchimento di pochi, con l’inquinamento, con i gas serra. Ma ad un attento esame del mio vivere, mi scopro consumatore di energia, produttore di smog, ricercatore di benessere e di tutto quello che serve per andare mentalmente avanti senza imbestialire. Pertanto sto zitto, silente e non critico nessuno. Fa parte del gioco di questa società. Poveri e ricchi in una politica essenziale di disuguaglianza sociale che è il nerbo del vivere odierno.
Il “tutti uguali” tipico delle religioni e del comunismo, da tempo è stato messo in soffitta, perché ci rende la vita monotona, toglie la scala sociale unico nerbo dell’oggi. Anche nelle piccole cose, capisco che è l’essenziale del mio vivere ricercare un qualcosa di appagante che mi metta su un gradino più alto di qualcuno che invece è in sofferenza. E’ il pensiero che avvolge anche lo stato in cui vivo, la Chiesa a cui appartengo, e tutto quanto mi circonda. L’aiuto caritatevole di oggi non è altro che un’autocertificazione del fatto che chi aiuta sa di farlo su un piedistallo gratificante, che appaga l’essere.
Per ritrovare la vera essenza della parola Carità, bisogna armarsi di lente d’ingrandimento e cercare nel microcosmo. Il legame tra amore per l’ambiente, appagamento personale e falsa solidarietà è tutto da dimostrare, ma se esiste nasce dal cuore umano del secondo millennio. Per cercare di invertire la rotta occorrerebbe un radicale cambiamento del pensiero sociale, che parta dal concetto dell'accoglienza e dell'andare incontro agli altri in totale gratuità tipico delle grandi religioni, vedasi ad esempio la cena in casa delle prostitute di Gesù. Ma è un fatto che richiede tempo, voglia e soprattutto fatica.

sabato 7 agosto 2010

Piazza Farnese

Ci sono fatti che avvengono alla luce del sole e che più di ogni altra cosa spiegano ai più il significato del mondo politico.
Mai come ieri, il significato dell’operato di un governo è stato in tutta la sua chiarezza volutamente portato alla luce del sole.
Ieri dunque in piazza Farnese, il Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana On. Silvio Berlusconi, munito di scorta presidenziale che ha bloccato il traffico automobilistico e pedonale in tutta la zona, creando non pochi problemi agli ignari cittadini, ha deciso di far visita ad una persona amica, al Falco dei Falchi, a colui che più di ogni altro conosce vita morte e miracoli del potentissimo ed illustre amico: Cesare Previti.
Per chi crede ancora nella Politica, e oramai sono davvero pochi, questo gesto del Premier che come rappresentante dell’Italia quando si muove ha sempre come compagna l’Ufficialità, ha una serie innumerevoli di significati.
Prima di descriverli occorre però soffermarsi un attimo sulla figura di Cesare Previti.
E’ un pregiudicato a tutti gli effetti, sei anni per l’affare Imi-Sir e uno e mezzo per il lodo Mondadori. Per sempre è condannato a star fuori da qualunque carica pubblica. Ma l’aspetto più inquietante di Cesare Previti secondo me è un altro compiuto alle origini: 1974 l’anno. Si dice che Annamaria Casati Stampa che divenne in quell’anno maggiorenne, vivendo in Brasile, mise in vendita attraverso il suo legale di fiducia, Cesare Previti, la meravigliosa villa S.Martino completa di pinacoteca e biblioteca con 10.000 volumi. L’acquirente un imprenditore lombardo tale Silvio Berlusconi acquistò per 500 milioni di lire dell’epoca la Villa che allora era valutata 1 miliardo e settecento milioni di lire. L’acquisto curato dal suo legale che ella profumatamente pagava, venne fatto in titoli azionari del valore appunto di mezzo miliardo, che successivamente vista la difficoltà a monetizzare tramite un accordo Previti – Berlusconi, le stesse azioni vennero riacquistate dall’imprenditore lombardo per 250 milioni di lire. 250 milioni contro i reali 1700 milioni! Dieci anni dopo, per mezzo della stessa villa messa a garanzia, vennero concessi dalle banche prestiti per 7,3 miliardi di lire!
Da notare un’altra cosa: per gestire la biblioteca, fu chiamato un giovane studioso di allora, tale Marcello Dell’Utri!
Questo basta ed avanza per comprendere il ruolo che Cesare Previti ha nella galassia berlusconiana. E’ il cardine, è il sole. E’ l’amico che ha pagato lo scotto con la giustizia ma che non ha mai messo nei guai il Faraone lombardo.
E ieri in piazza Farnese, Berlusconi con la sua visita ha voluto ribadire due concetti fondamentali per i prossimi mesi: Cesare Previti è sempre nel cuore del Premier.
Ma soprattutto Previti, se ci fossero dei dubbi in tal senso, consiglierà il Premier su come muoversi nelle difficoltà del momento presente, primo fra tutti il problema Fini e sarà perno centrale sulla prossima gestione politica del paese. E questo sinceramente ci fa correre dei brividi lungo la schiena!