venerdì 1 agosto 2025

Eh purtroppo



“È che abbiamo comprato grilletti Durex ultrasensibili!”

Palio e dintorni


Patetico!

 



Ellekappa



 

Cos'è il coraggio


 

Dai coraggio Chicco!

 



Il Dragone corre!

 



Solo i titoli

 



Proprio non riesco!

 




Classifica luglio

 



Zzzzzzz

 

Modalità opossum
DI MARCO TRAVAGLIO
Il via libera di Conte a Matteo Ricci nelle Marche è forse obbligato, ma rischioso. Dalle carte finora rese pubbliche – l’invito a comparire come indagato per corruzione – si evince che la vecchia giunta Ricci a Pesaro affidò senza gara appalti ed eventi a due associazioni create ad hoc da amici del suo braccio destro che poi lo “ringraziarono” con 100 mila euro. Ma non emergono elementi che dimostrino la sua consapevolezza o complicità nello scambio. E nessuno sa se i pm che lo accusano di concorso in corruzione quegli elementi li posseggano e li tengano nel polsino o no. Giusto prendere tempo per leggere le carte disponibili e attendere gli interrogatori: se i Ricci-boys avessero accusato l’ex sindaco che li scarica di essere connivente con loro, non solo il M5S avrebbe dovuto mollarlo, ma forse persino il Pd avrebbe estratto la testa dalla sabbia. E scelto una linea un po’ meno indecente del “Ricci si dice estraneo, quindi è estraneo” (oste, è buono il vino?). Ma i Ricci-boys hanno fatto scena muta. E nessuno può sapere quando parleranno e cosa diranno: confermeranno la sua difesa insaputista (“Non so nulla perché non mi occupavo di appalti”) o la smentiranno, magari sollecitati da qualche asso uscito dalla manica dei pm? Nel primo caso, Ricci ha la strada spianata, elettori permettendo. Nel secondo, la partita chiusa ieri si riaprirà con la richiesta di rinvio a giudizio quando non ci sarà più nulla da fare: se sarà prima delle elezioni, i 5Stelle inviteranno a non votare Ricci; se sarà dopo, usciranno dalla giunta (come in Puglia da quella di Emiliano, neppure indagato), oppure il Pd si ricorderà di avere un Codice etico che impone le dimissioni ai rinviati a giudizio per corruzione.
Quindi Conte sostiene Ricci come la corda sostiene l’impiccato: appoggio condizionato e a tempo. Il che rende ancor più assurde le decisioni del Pd di candidarlo e, con l’aggravarsi dello scandalo, di confermarlo: Ricci, eurodeputato da appena un anno, tale doveva restare per onorare il mandato degli elettori fino al 2028. Ora invece, se sarà eletto presidente delle Marche, passerà mesi o anni appeso agli umori dei suoi ex fedelissimi. Queste sono le ragioni, non penali ma politiche, che avrebbero dovuto indurre il Pd, a conoscenza del caso fin dall’inizio, a scegliere un altro. Invece Schlein&C. si sono finti morti in modalità opossum. Come a Milano, dove mesi di inchieste giornalistiche e poi l’avviso a Sala e le richieste d’arresto per il resto del Sistema Milano non sono bastati per affrontare una questione morale (non penale) grande come un grattacielo. Così ieri gli arresti sono arrivati. Ma l’opossum, dopo essersi finto morto per sfuggire ai predatori, si rimette in piedi. Nel Pd ancora tutto tace: più che tanatòsi, è rigor mortis.

L'Amaca

 

Chi manda avanti il mondo
di MICHELE SERRA
Come capita a molti, mi sono fatto male (caduta in scooter) e sono finito in ambulanza al pronto soccorso.
Milano, ospedale Fatebenefratelli. E come capita a molti, anche se non a tutti, sono stato prima soccorso, poi visitato, medicato, radiografato, suturato, disinfettato, incerottato come una mummia, infine dimesso perché non avevo niente di rotto.
I pronto soccorso non sono luoghi facili.
C’è il dolore e lo spavento, c’è quello che urla, quella che piange, quello che non vuole aspettare, ci sono il sangue, il pallore, lo sgomento, l’attesa e la paura. Ci si sente più indifesi, più guardinghi, più irascibili. In questo mare procelloso, mi è sembrato che soccorritori e barellieri, infermieri e medici, fossero forti e tranquilli, e non so se sarei capace di altrettanto. Ho avuto la fortuna (il caso a volte parla molto chiaro) di essere accolto e assistito da una specie di pool di sole donne, con l’eccezione dell’infermiere siciliano — di Licata — che mi ha portato in radiologia. Attorno alla mia barella insanguinata c’erano tre giovani dottoresse e una giovanissima infermiera che, se il mondo funzionasse per il verso giusto, dovrebbe essere nominata primario entro una settimana.
Ho pensato che il mondo funziona, incredibilmente, e a dispetto delle sue spaventose tare, per merito delle persone.
Che sono le persone, una per una, a impedire che prevalga il caos. Il mondo sembra disfarsi fino a che qualcuno, in fin dei conti non per obbligo ma per senso del dovere, provvede a rammendarlo. Voglio ringraziare le innominate donne in camice che mi hanno soccorso, sopportato e curato. Le ho sentite mie simili, e mi è sembrato che anche loro mi trattassero come un loro simile. Per il servizio sanitario nazionale: hip hip hurrà! E guai a chi non lo premia, non lo aiuta, non lo porta in palmo di mano.