Un luogo ideale per trasmettere i miei pensieri a chi abbia voglia e pazienza di leggerli. Senza altro scopo che il portare alla luce i sentimenti che mi differenziano dai bovini, anche se alcune volte scrivo come loro, grammaticalmente parlando! Grazie!
domenica 29 settembre 2019
Dati di fatto
sabato 28 settembre 2019
Riattivato
venerdì 27 settembre 2019
Altra moda, altro giro!
Mentre quelli di "Divani & Divani" stanno già facendo gli auguri di Natale via spot, giuro che piuttosto che comprare i loro divani mi siedo su un cactus, si assiste, per l'ennesima volta, all'arrivo di una nuova moda, quella ecologista. Dopo le accuse di violenza sessuale a distanza di decine di anni, dopo il veganesimo, i selfie, ecco prorompere la nuova moda anzi, il modo di trastullarsi di molti viventi non a conoscenza delle fatiche umane tipo "rompicoglionarsi" al lavoro, scegliere la mozzarella meno costosa, andare in vacanza in posti che questi neo ambientalisti riterrebbero discariche.
Diceva bene ieri Marco Palombi: se non sei al tavolo, sei nel menu.
La povera Greta accolta da tutti i consumatori ambientali, dai cosiddetti potenti in verità proni a chi sappiamo bene, è il nuovo che arretra. Sala, preso ad esempio, pronto ad aprire i palazzi in suo onore, l'entusiasmo per la bigiata collettiva odierna, la nascita del nuovo paravento di cardinalizia memoria, l'ecosostenibile, emissioni zero, l'evidenziare che il capo d'abbigliamento è stato prodotto senza danneggiare l'ambiente, il fatto invece che per cucirlo a volte si impieghino minorenni a zero emiss..no! a zero euro quello conta poco, gli appelli di attorucoli, magari bravi e premiati ma con zero spessore, giranti il mondo con il proprio jet per arringare folle di babbani sui rischi dell'inquinamento, il riccastro monegasco che portò Greta a New York a zero emissioni e che possiede una società di noleggio elicotteri: sono tutti esempi di come questa moda autopulente molti, sia gestita e sopratutto destinata a divenir fuffa, nenia addormiente.
Dicevo dei potenti proni: credo sappiate bene, mi auguro, che probabilmente sulla tolda del comando mondiale non siedono i cosiddetti capi di stato; chi comanda è dentro ad enormi multinazionali, a società finanziare in grado di sconvolgere mercati e borse con una pressione di un tasto, molto simile a quello della valigetta nucleare ora in mano a quello con lo scoiattolo in testa, che a dire il vero è l'unico a cui non freghi una mazza dell'ambiente, e lo dice ripetutamente. Ebbene, costoro vivono e lucrano usando dei beni del pianeta a loro piacimento. Sono loro che fingono di appoggiare la nuova moda ecologista, tranquilli come sono che nulla potrà scalfire le lucrose colonne portanti la loro pacchiana esistenza. Se la voglia di lenire le sofferenze della Terra porterà qualcosa di economicamente vantaggioso, non ci sarà nessun problema ad immettere novità nel mercato, riducendo le emissioni in atmosfera; viceversa se tutto questo comporterà riduzioni di bilancio, state sereni, come direbbe il Bomba, che nulla muterà.
Per ultimo vorrei trasmettervi alcuni quesiti che mi frullano in testa, riguardo alle auto elettriche: qualcuno avrà già pensato al futuro, gigantesco smaltimento delle batterie usurate? E la corrente necessaria per ricaricare le vetture come verrà prodotta? Chi vigilerà sulla rottamazione delle auto diesel? Che reazione avranno i produttori arabi di petrolio?
Domandine che ancora non navigano nelle soloniche discussioni.
Sei sempre il solito criticone, pare dicano le vostre pupille. Può essere. Vorrei essere chiaro e preciso: chi è disposto a non cambiare il cell dopo tre anni? E la tv? Se esce il modello nuovo con iperboliche novità, chi riuscirà a dire no? E il pc che diventa obsoleto? A proposito di pc: ho un Mac in casa acquistato a fine 2012. Ho scoperto che Apple dopo sette anni non produce più ricambi! Chiaro il messaggio: cambialo! Ritorno ai quesiti: chi è pronto a non acquistare scarpe provenienti da lontano, prediligendo quelle fabbricate vicine, magari più bruttine? Chi sceglierà cibo fatto a pochi metri da casa, evitando i richiami delle sirene pubblicitarie?
Soffro, ammettendo di pensarla nel modo più subdolo e acquiescente possibile: sono immerso così tanto in questo consumismo 2.0, generante profitti per pochi, anzi: ma si dai, chiamiamolo con il suo nome antico: questo capitalismo 2.0, trascinante verso il baratro finale; vi sono tanto immerso da non riuscire più a concentrarmi sull'essenziale, sulle tanto amate in tempi remoti "piccole cose" di francescana memoria. Mi hanno levato tutto, modellandomi in un adulato consumatore di frattaglie, d'inutilità, di vacuo, di aria fritta. Sono piombato in mano loro, fingono di cullarmi mentre mi deridono, irridendo il mio essere. Mi consumano facendomi consumare. Ed ora stanno lanciando messaggi subliminali, invitandomi a rispettare l'ambiente! Ho solo un'arma a disposizione, per ora: vaffanculo gentaglia senza alcun rispetto, senza spessore! Vaffanculo! Naturalmente a zero emissioni.
giovedì 26 settembre 2019
Interessante, molto interessante!
Gelsomina
Può un cacciatore diventare volontario Lipu o un associato Lipu andar per i boschi a cacciar beccacce?
Come immaginarsi il Cazzaro in biblioteca, alla prima della Scala, o il Puttaniere volontario nel Gruppo Abele; la Madia editrice di qualcosa di originale, il Bomba mentre infila la mano dentro la Bocca della Verità; lo Sfacciato Potente Riccastro con lo scoiattolo in testa intento ad impostare un ragionamento sensato, o il fascistone brasilero partecipante ad un gruppo ambientalista?
Non si può, è inconcepibile. Inconcepibile come vedere questa Gelsomina traghettare se stessa, meno che la dignità, nella neo compagnia d'avanspettacolo Italia Viva retta dal Pifferaio Tragico. Cosa abbia spinto Gelsomina Vono a diventar menestrella democratica rimarrà un mistero politico per lustri. A meno che non si ritorni alle fonti della politica pregna di affarismo e lucro. Gelsomina potrebbe aver capito la differenza tra l'impegno sociale e il professionismo politichese, quello che rende indispensabili, ad occhi di allocchi, evaporanti figure stantie, imbolsite da quella staticità tipica di chi s'abbacina per una poltrona, uno scranno; adulatori dell'inamovibilità matrice, genitrice della casta granitica che Gelsomina avrebbe dovuto combattere. Ma, ahimè per lei, ne è stata sconfitta.
mercoledì 25 settembre 2019
martedì 24 settembre 2019
Per riflettere
In ricordo
A volte s'aprivano ponti, partivano capsule, si innescavano dolori antichi per nervi che riprendevano a scodinzolare per la gioia odontoiatrica; qualcuno si metteva pure la mano davanti alla bocca, come da bon ton, facendo credere agli sprovveduti vicini di tavolo l'arrivo di qualche confidenza strettamente personale, convalidata dallo spostamento del loro tronco verso l'agente segreto in pectore. Erano altri tempi, lontani anni luce dalle confezioni monouso attuali gettate con sufficienza sui deschi e dai più trascurate e causa di modifiche vocali alla Jovanotti per la chiusura degli interstizi dentali.
Grazie quindi ad Enzo Lotti e ai suoi Samurai!
lunedì 23 settembre 2019
Happy Birthday Boss!
Nella vita?
C'è un articolo oggi su Repubblica che definire sconquassante è poco, molto poco. Una famiglia con due figli in carozzina colpiti da una rara forma di Sla. La madre pronuncia delle frasi che in primo acchito sembrano essere agghiaccianti: quando i figli, entrambi laureati, lo decideranno, li porterà a morire.
Terreno minato questo, scivoloso, facilmente introducente nell'ovvietà, nella retorica.
Ho frequentato, con somma gioia, in anni addietro, oramai lontani, un'associazione di amici nel volontariato più schietto, l'Associazione ecclesiale "Gruppo Padre Alfonso" di La Spezia. Ho vissuto momenti incredibili, conoscendo persone speciali, ho ricevuto tanto, tanto, constatando l'indicibile: partecipavo per aiutare, ricevevo aiuti e sostegni, crescita personale, cento volte tanto il mio miserrimo apporto fisico.
E' un mistero questo e solo chi lo ha vissuto può comprenderlo appieno.
Pullulano attorno al mondo dei diversamente abili una serie di indicibili dubbi: fino a dove si può spingere il volontariato e come si possa arginare l'intento lucroso di molti.
Parlando con genitori, fratelli, sorelle di persone diversamente abili, ho sempre constatato un'amara verità: molti sognano di vedere i propri figli andarsene prima di loro stessi. Per un'innata e a volte giustificata sfiducia negli apparati destinati a prendersi cura un domani di coloro che sono in apparente difficoltà.
Tremendo, spiazzante, stordente motivo questo. Vorrei essere più preciso: ci sono realtà assistenziali nelle quali, pur ricevendo denari in grandi quantità pro assistito, si tende a stordire, grazie alle famigerate "goccine" gli ospiti delle strutture al fine di renderli inermi, immoti, assuefatti e non in grado di, perdonate l'eufemismo, rompere i coglioni ai pochi assistenti professionali, pagati poco e trattati peggio.
Nelle fabbriche di denari che chiamiamo case d'accoglienza, c'è sempre la presenza di un medico, il più delle volte in pensione. Chi dovrebbe controllare la vita del centro ospitante, il più delle volte fa finta di non vedere le gravi mancanze attuate per insonorizzare urla e gestualità irritanti, nevroticamente in grado di sconquassare chi sogna una notte serena.
Ogni persona comunica, gesticola secondo quanto madre natura gli mette a disposizione. Se in apparenza una persona in difficoltà non appare normodotato, lo è sicuramente nel rapporto interpersonale. Occorre però prestare orecchio e cuore per intrecciare e far sgorgare un'amicizia, una solida e mai banale amicizia. Scoprire le profondità dell'animo nell'altro rappresenta un cammeo attualmente sempre più difficile da scorgere, impegnati, io per primo, come siamo ad adulare lo smartphone. Ma se per caso, per fortuna o per grazia riesci a far entrare un tuo simile con apparenti diversità nel tuo animo, ciò che nasce, che cresce, che si sviluppa rappresenterà una sconvolgente cascata di effluivi sulla tua coscienza ferruginosa, impegnata a correre chissà dove e per cosa.
Ho scritto questo enorme preambolo per ritornare alla notizia di oggi con tutti i parametri controllati, al fine di non dire sciocchezze. E non dirò nulla in merito. La vittoria per me e per chi sarà d'accordo è di fare silenzio attorno alle parole della madre, del padre, ai segni comunicativi dei figli. Un silenzio meditativo, contemplativo, illuminante sulle vite di tante madri, di padri, di fratelli, di sorelle consumate in un servizio d'amore, nascosto, riservato, sfiancante, in grado di farti dimenticare parole quali riposo, vacanza, feste con gli amici. Davanti all'apparente illogicità di situazioni velate ma reali occorre, come detto, riflettere, ruminare, domandarsi e interrogarsi attorno agli scopi, ai traguardi, alla realtà non macchiata dall'esteriorità. Silenzio e riflessione. Grati di sapere che attorno a noi vivono, e non vegetano, splendidi esseri umani.
domenica 22 settembre 2019
Bleah!
sabato 21 settembre 2019
Tenerezza e compartecipazione
Leggo le cronache della cosiddetta settimana della moda, dai diciamocelo, un circo mediatico di inusitata e sguaiata vaporosità, che poi se uno si vuol vestire con i rigidi canoni imposti da pochi, che definirei furbastri, sono affari suoi, dove chi è ricco ha l'occasione per spenderne un po' e chi ne ha pochi avviluppa la lingua come chi uscendo da una convention di digiunatori si ritrova davanti ad una fumante rosticceria, e tutto gira vorticosamente con giovani aspiranti manichini vengono spogliati e vestiti per proporre le cosiddette novità, che a guardar bene sono direttamente proporzionali al dogma di rinverdire il guardaroba per dare la possibilità ai cosiddetti signori della moda di vendere per l'ennesima volta a prezzi stellari le proprie creazioni e, mi si permetta, a schiavizzare poveretti a qualche euro all'ora per garantirsi guadagni impensabili, ma non tutti, per fortuna, fanno così, ed infine, ma non per ultimo, aleggia ovunque, a me pare, la voglia innata di esserci per convincersi di poter "fulcrare" il tempo ed il tempio nell'effimero.
Tutte le volte che guardo o vedo immagini delle cosiddette settimane della moda, ringrazio il fato, il destino di essere nato e vissuto millemiglia lontano da questo che ritengo, parere personale, avanspettacolo. E, badate bene, non lo dico per invidia. Avessi le possibilità starei lo stesso alla larga da quel trambusto per pochi eletti.
Vorrei, è un desiderio preistorico nel senso che lo covo fin dalle origini, poter organizzare una settimana alternativa a quella modaiola, che chiamerei settimana dell' "amenbattoerbelin" nella quale potrebbero sfilare tutti coloro a cui vestirsi sotto imposizione di pochi illuminati, provoca ribrezzo e ribellione, inducendogli ad abbigliarsi alla "cazzo&campana", in pienezza di spirito. Non è detto che prima o poi realizzi questo desiderio.
Ma passiamo alla sezione triste: durante questo guazzabuglio di sfilate, roteano attorno agli eventi delle giovani, dei giovani che passeggiando agghindatati in modalità evidenziatore verde acceso, tentano di venir notati da "qualcuno" in grado di procurargli ingressi alle sfilate destinati a pochi. Ricapitolando ci sarebbero truppe di poco più di maggiorenni che tutto il giorno passeggiano davanti ai templi del fancazzismo con la speranza di venir notati. Mi mette tanta tristezza avere appreso questa tendenza da arsura di visibilità. Non per fare sermoni o considerarmi meglio di loro, non per dare l'idea di posizionarmi su un piedistallo; lo dico solo per pura e cruda compartecipazione all'ansia di molti: non sarebbe meglio sedervi in un bar per leggersi qualcosa o, se preferite, andare in un parco a gustarsi un libro, oppure entrare in una bella pinacoteca? Naturalmente a tutto questo sarebbe allegato un placido e distaccato "ma andate a cagher!" rivolto a tutti coloro che hanno fatto dell'inconsistenza una ragione di vita! Viva la cultura e lo sghignazzamento verso chi si crede alla moda!
venerdì 20 settembre 2019
Chi?
Guardate questo stanco volto. Dai dite la verità! Quanti di voi lo riconoscono? Ebbene questo signore, Riccardo Nencini (Manzoni lo avrebbe sicuramente sostituito a Carneade) è la chiave, la soluzione, l'architrave che permetterà al Bomba di avere un suo gruppo al senato con la nuova compagnia d'avanspettacolo "Italia viva".
Perché Nencini, riconoscibile con difficoltà pure da affermati parlamentaristi alla Sardoni, è il factotum del Partito Socialista Italiano, si, si esiste ancora! Nencini fa da segretario, da senatore, da votante (forse lo votano anche in famiglia), da segretario inteso come aprente le poche buste che arrivano a suo nome, da autista e pure da giardiniere della forza (si fa per dire) politica sopravvissuta alle scorribande craxiane (e del Topastro che, scansate le tegole, adesso si sollazza tra pensioni e stipendio da giudice della Consulta, guarda come cazzo va il destino!)
Nencini quindi permette al Pifferaio Tragico di poter avere un suo gruppo al Senato, evitando di confluire nel gruppo misto (il mix di frattaglie che percepisce stipendioni senza identità né arte)
Nasce infatti il "Gruppo Partito Socialista - Italia viva" (sai che culo si dice tra i normodotati) in cui confluiranno Davide Faraone, probabile capogruppo (ri-sai che culo!) e altri nani politichesi seguaci dell'Oracolo Stonato rignanese. Tra questi anche la prima crepa, il forellino, l'antipasto della grande ecatombe della ragione: Donatella Conzatti, transfuga dall'azienda camuffata da partito di proprietà del pregiudicato, con Forza davanti per Viva dietro, ovverosia l'esodo dal centrodestra di dipendenti dell'erotomane che avvistano un lido simile ai loro intenti nell'avanspettacolo del Sor Fanfara, il ras dell'Era del Ballismo ora dedito al rifacimento di un qualcosa di digeribile per il suo fantasmagorico ego sempre a caccia di risorse per aumentare di volume e mai di spessore.
E per ciliegina finale, alla Camera, tornerà in Power come capogruppo colei che racchiude il vademecum della visibilità, dell'esserci come scuola di vita, l'onnivora dello status, il dizionario della vanità. Si, avete capito bene! Non può essere che lei, Madame Etruria, scalpitante come Remorex tra i canapi senesi al primo rivolo di ritrovato potere, medicamento senza rivali per la sua pervicace, immarcescibile voglia di primeggiare. Ecco dunque ritornare tra noi, e non ne sentivamo assolutamente la mancanza, il duo che ai tempi spergiurò di lasciare il proscenio in caso di sconfitta referendaria, rivelatasi poi, al solito, balla, balla immensa, linfa vitale per questo grande circo ritrovato, prossimo ad essere illuminato, rifocillato, dalle ottobrine fregnacce di leopoldiana memoria. Clap clap clap! Braviii! Bis!
Green
Green, green, green! Tutto inizia ad essere green, perché tutto ciò che è moda avviluppa menti e coscienze. Green lava coscienze, rimpingua forzieri già stracolmi, discolpa, infervora, rende á la page chi non vive per sé stesso bensì per esibirsi in questo circo stellare. Green per tutti i richkids, i diversamente umani, dispensatori di blandizie tanto care agli dei, gli avviluppati attorno alle verticali di Krug, per chi apre il borsellino per elargire tra il suono di banda attirante l’attenzione mediatica. Pullulano i virtuosismi, i filosofeggianti nonsense, incitamenti da chi furoreggia nei cieli col jet privato, o da chi attraversa l’oceano ad emissioni zero pur gestendo flotte di elicotteri boffoncheggianti miasmi nei cieli. Green, cammeo nella settimana modaiola milanese, soverchiante nuovo status di casta, diga suprema per una nuova differenziazione sociale detergente antichi delitti etici, divinizzazione di status sociale di pochi, capestro per molti, inquinanti habitat che pochi vorrebbero fagocitare, nel green.
Leggete e mortificatevi!
La legge non perdona i ladri di biciclette, panini e pigne
giovedì 19 settembre 2019
Il Gollum deposto
Gollum - Castellucci è stato sacrificato dall'United Colors of Riccastron al fine di fingere distacco e distanze di quelli che comunemente chiamiamo, per decoro, azionisti, dalle insane e malvagie attività di risparmio sulla manutenzione autostradale per portare sempre più denari nei forzieri immensi di proprietà Benetton.
Gollum - Castellucci andrà a riposo con 13 milioni di buonuscita, un'inezia, quisquilie, per uno come lui che in tanti anni ha portato miliardi nelle casse della famiglia sua padrona.
Per capire l'animo, parola grossa per uno come lui, di Gollum - Castellucci basta ricordare un episodio di novembre 2018: Linda Tyler Cagni, si dimise dal CdA di Atlantia per protestare contro la bocciatura di una sua proposta; aveva infatti chiesto a Gollum un piccolo atto, per lui e la sua liquidità, con lo scopo di lenire la figuraccia manageriale causata dal crollo del ponte di Genova: la rinuncia ad un bonus di 100mila euro appena maturato. Ma Gollum - Castellucci, pur rimpinguato da uno stipendio annuo di 5 milioni, declinò l'invito, tenendosi il bonus e provocando le dimissioni della Cagni, nel silenzio generale dei Riccastron.
L'avidità, lo sfregio del decoro e dell'etica sono segnali di appartenenza di Gollum a quella sfera non umana abitata da pusillanimi di tale portata che basano la propria esistenza solo ed esclusivamente sul lucro, come ad esempio la nazione, nazionaccia, del Lussemburgo, patria di Juncker Gin Tonic, luogo pullulante di banchieri avidi e spasmodicamente impegnati nella ricerca di nuove risorse, accumulate per non si sa per cosa, regno di coloro che nella loro vita hanno un comune obbiettivo: non pagare balzelli.
Gollum ha finalmente ottenuto il suo tesssoro dopo un'amministrazione improntata sul risparmio in manutenzione, senza badare al fatto che la concessione autostradale dava già di per sé laute ricompense agli azionisti di Atlantia, essendo stata confezionata dai politici di allora in versione capestro (per noi). Ma non bastavano mai, dovendo tendere all'infinito come, pare, essere da sempre l'input dei Riccastron che adesso fingono distacco lanciando moralismi simili alle barriere di cemento posizionate in mezzo alle corsie delle loro autostrade.
Sarà contento Gollum quindi e noi con lui, sperando che non si soffermi sulla tenebrosa idea che prima o poi arriverà, come per tutti, la fine dell'autostrada comune a noi tutti, compreso i diversamente umani come lui. E che non ci sarà neppure il beep del Telepass ad avvisarci del termine del tragitto.
mercoledì 18 settembre 2019
Ahhhh Ucci Ucci!
Forza = Viva
martedì 17 settembre 2019
lunedì 16 settembre 2019
Ridi Pagliaccio!
Sbadataggine
Commedia United Color of Riccastron
Un esempio di commedia all'italiana si sta recitando dalle parti del Veneto rigonfio di euroni per mano dell'associazione teatrale United Color of Riccastron che con la loro azienduccia Atlantia è riuscita a mettere in forziere una gigantesca fortuna, grazie alla famigerata Concessione Autostradale.
Fingono lor signori d'inorridire davanti alle ultime intercettazioni nelle quali alti dirigenti, che si suppone essere proni ai loro voleri, intrallazzano, mascherando dati e perizie, al fine di spendere sempre meno in manutenzione per l'aumento volumetrico del forziere di famiglia. Lor Signori lanciano infatti dichiarazioni in cui fanno presagire epurazioni, visto che alcuni sottoposti hanno agito maldestramente, forse per raggranellar moneta ai danni della sicurezza come se l'input, la voracità, la spasmodica arsura, non sia connaturata all'impronta decisa e perseguita dagli inarrivabili azionisti.
Alcuni dati inequivocabili: i dividendi di Atlantia agli azionisti da inizio 2017 ad oggi sono stati di 3,4 miliardi di euro. In 24 mesi i signori della United Color si sono pappati 2,4 miliardi, una cifra gigantesca relazionata alle spese per la manutenzione autostradale, circa mezzo miliardo all'anno.
Occorrerebbe anzitutto andare dai signori illuminati che, anni addietro, concessero a nome nostro un tale e disastrato accordo che definire capestro è poco, e domandar loro se non avvertano imbarazzo nell'aver redatto un contratto così di parte da risultare imbarazzante ai comuni occhi di chi, malauguratamente, vorrebbe cercare di capire.
La compagnia teatrale che oggi cerca di fingere il disprezzo per i suoi dirigenti ingannatori, non è nuova a sceneggiate del genere, vedasi il giorno dopo il disastro del ponte di Genova quando festeggiarono ugualmente il Ferragosto con megacena nella villona di proprietà; oppure il silenzio mediatico che seguì la tragedia, i comunicati traboccanti di ovvietà, la partecipazione forzata al lutto, i salti mortali di Castellucci per fingere vicinanza ai parenti delle vittime.
Ora, come nelle commedie di basso costo, questa manifesta lontananza nei riguardi di chi, si suppone, agì in conto e per conto dei diktat aziendali, non fa che infangare ulteriormente la memoria dei poveretti che si trovarono alle 11:36 del 14 agosto 2018 nel posto sbagliato, un ponte insicuro e poco manutenzionato per via dei colossali dividendi che la squallida politica concesse a questi diversamente italici.
zzzzzz!
domenica 15 settembre 2019
Aria di Debby!
Andarsene
Dante se ne è andato, dopo una vita misteriosa, vissuta su una carrozzina tra mille difficoltà, al punto di insinuare il dubbio che mai quaggiù si risolverà, se sia cioè giusto trascorrere un'esistenza in quel modo o se il soccorso divino abbia supportato le eclatanti asperità. Dante era comicamente presente, percosso da dosi di medicinali inaudite, sottoposto ad un continuo, estenuante, invadente, trattamento sanitario in grado di mantenerlo in uno stato quasi di torpore, di confine soporifero tra l'essere e il non essere.
Dante possedeva delle qualità nascoste, sigillate dietro ad un'apparenza ingiusta, dolorosa, dequalificante. Riusciva a sorridere, a gioire solo dal fatto di vedere qualcuno.
Da tanti anni non ho trovato tempo e dignità per rincontrarlo, per guardarlo negli occhi, sempre vivi mai domi contro il destino che l'ha relegato a sprofondare nell'inamovibilità.
Riecheggiano i suoi spasmi vocali, le ripetizioni gutturali quasi incomprensibili come una radio di guerra soffocata dai disturbi dell'etere. Rivedo i suoi cappellini di cui andava fiero, i ninnoli che adulava, la risata profonda, le smorfie del viso collante per entrare a contatto con lui.
E mi viene da dire la classica frase di circostanza, ma non la dirò pur se debbo ammettere che in fondo in fondo, biecamente, mi sconvolgo interiormente nel pensare che si, in fondo, ora Dante riposa in pace, estrapolato da una realtà troppo pregna di sofferenza, d'inutilità apparente, di limo strascicante con il contorno di solitudine immensa, di ricordi sbiaditi, tenui, cammei per la routine giornaliera del prezzo pagato da lui, senza sapere perché.
Dante era un gigante, un guardiano del faro in piena tempesta, un viaggiatore nel deserto nell'affannosa ricerca di un'oasi, di verde, di acqua, di normalità.
Tutti i cosiddetti ultimi, allorché salpano, apparentemente non dovrebbero lasciar nessun vuoto, nessun rimpianto, nessuna lacrima. Non è così Dante e, credimi, non so perché.
Corri amico mio, corri finalmente! E perdonami per non esserci stato. In effetti bastava così poco...
venerdì 13 settembre 2019
Come scusi?
Rigurgiti
Non è un'immagine dei tempi andati bensì i funerali di Stefano Delle Chiaie, svoltisi ieri nella chiesa di San Lorenzo fuori le mura, adiacente al cimitero del Verano.
Tralascio i saluti romani di poveri inetti, le maglie nere con i simboli di Avanguardia Nazionale, i cori nostalgici e quant'altro ha reso lugubre ed in parte comica questo saluto finale ad un fascista della peggior specie.
Non mi va neanche di sottolineare la presenza di Borghezio, autentico scandalo umano vivente.
Quello che preme sottolineare è la figura del parroco, amico del defunto, don Pietro per la cronaca, e le sue parole durante la funzione funebre:
"Abbiamo stimato ed amato Stefano, perché era un uomo molto serio, dalle idee profonde. Quando si conoscono certe persone è un dono di Dio."
Sono parole di un'indicibile, vergognosa, becera e vigliacca natura, pronunciate da uno che dovrebbe rappresentare la chiesa, la sua natura rivolta al bene e, soprattutto, alla verità, alla libertà, alla valorizzazione di quei talenti che non si confanno ad uno stragista.
Questo pretucolo dovrebbe essere immediatamente allontanato, messo in grado di non nuocere al magistero.
Questo fascista in talare è l'essenza di quella mistura di fascismo e cattolicesimo, ossequioso verso nostalgici, principi neri, ricconi eterni, da estirpare, ridicolizzandoli.
Per il bene comune, di tutti. Per respirare carità ed amore.
Vade retro satanasso fascista!
giovedì 12 settembre 2019
Rieccola!
martedì 10 settembre 2019
No, certamente...
Quello che non ha potuto, o dovuto, fare la giustizia ordinaria, al solito, lo compie il ciclo biologico.
Se ne va un fascistone della malora, impelagato in tante orribili vicende, in primis la strage alla stazione di Bologna.
Il prossimo sarà un 2 agosto diverso: non sereno, ci mancherebbe, visto gli ancora troppi punti oscuri che infangano ulteriormente le povere vittime; però sicuramente più pulito.