venerdì 17 maggio 2024

Fuori dalla ciap!

 


Grande uomo!

 


Dai ancora!

 


Contro l'allochismo

 

Corriere separate
di Marco Travaglio
Perché il governo voglia separare le carriere di pm e giudici anziché le barche degli Spinelli dai Toti, lo capisce anche un bambino: per punirli, indebolirli, spaventarli e indurli finalmente a non indagare su di loro o, se proprio qualche temerario ancora si azzarda, ad assolverli; e poi per abolire l’azione penale obbligatoria, far decidere al Parlamento quali indagini fare e quali no, e mettere le Procure al guinzaglio del governo (come nei Paesi con carriere separate). Ma non possono dirlo, quindi s’inventano scuse alla Blues Brothers. Tipo che, essendo colleghi, i giudici danno sempre ragione ai pm: il che è falso, visto che le richieste di un pm vengono disattese una volta su due da gip, gup, tribunali, corti d’appello e Cassazione (a proposito, separare pm e giudici non basta e servono almeno otto carriere: pm, gip, gup, giudici di primo grado, pg d’appello, giudici d’appello, pg di Cassazione e giudici di Cassazione, senza contare i secondi appelli dopo gli annullamenti). O tipo che in tutto il mondo il pm non può diventare giudice e viceversa. Ma è un’altra balla: i passaggi di funzione all’altra sono permessi ovunque; il Consiglio d’Europa li raccomanda perché pm e giudici sono “simili e complementari” e devono perseguire entrambi la verità (non le condanne purchessia); e già oggi in Italia, con le assurde barriere della schiforma del 2007, sono poche decine di casi all’anno.
L’altra sera, a Ottoemezzo, Italo Bocchino ha aggiunto un altro tocco di surrealismo al dibattito rivelando una tragica esperienza vissuta “in una nota città giudiziaria napoletana” (che, a occhio e croce, dovrebbe essere Napoli): “A un processo sono arrivati sulla stessa auto il pm e il giudice. Come può un cittadino stare sereno?”. In effetti l’idea che un pm veda un giudice (o, peggio, un avvocato) che corre trafelato verso il tribunale e gli dia un passaggio basta e avanza per separare le carriere. Bisognerà precisare bene nella riforma tutte le condotte proibite ai pm e ai giudici separati nella formazione, nei concorsi, nelle funzioni, nel Csm, ma anche in auto e su qualunque altro mezzo di trasporto: separazione delle carriere, ma soprattutto delle corriere. E non basta ancora. Alcuni anni fa, su Libero, un altro giurista per caso citò due fatti agghiaccianti che impongono la Grande Riforma: le mamme del pm Hensy Woodcock e di Sandro Ruotolo erano amiche (quindi, oltre alle carriere, bisogna separare le famiglie); e un pm di Milano aveva messo incinta una gip che per giunta era pure la sua compagna. Ergo vanno separate le carriere di tutti i pm da quelle di tutti i giudici per impedire rapporti sessuali incrociati: la separazione dei letti, o almeno degli organi genitali. Una riforma, più che costituzionale, anticoncezionale.

L'Amaca

 

Dal regicidio agli spari nel mucchio
DI MICHELE SERRA
La produzione dell’odio verbale, anche nella fattispecie di odio politico, da quando i social hanno fornito gambe smisurate a qualunque causa, anche la peggiore, è ai suoi massimi. Per giunta non è nemmenoconvogliata e imbrigliata in quei grandi collettori degli umori di massa che erano i partiti novecenteschi. Si tratta dunque di odio sfuso, a disposizione di tutti, dai dodici ai cento anni, come il porno.
In questo quadro, il pensionato Cintula che spara al leader della Slovacchia sorprende (fortunatamente) per la sua isolata follia. Non sembra esserci rapporto diretto tra la fioritura permanente dell’odio politico digitale e l’odio politico fisico. La violenza politica non figura, attualmente, come una vistosa emergenza. Al massimo è una febbre endemica, oggi in Occidente non ai suoi massimi.
A meno di pensare che “violenza politica” non sia più quella direttamente etichettabile come tale. E dunque le stragi frequenti di sconosciuti che falciano sconosciuti, nelle scuole, nei supermercati — e ormai le vittime sono migliaia — siano invece la vera forma contemporanea della violenza politica. L’odio di tutti contro tutti, non l’odio di classe o l’odio ideologico, l’odio paranoico del singolo isolato, non comunicante, che ha per bersaglio non il padrone o il capo o l’oppressore, ma “gli altri” in quanto tali, la folla anonima, chi passa per caso. Se questo è il nuovo odio “politico”, ha fatto molte più vittime del terrorismo rosso e nero messi assieme, e fa sembrare il regicida, l’assassino di Lincoln e di Kennedy, buon ultimo il pensionato Cintula, uomini antichi, autori di crimini obsoleti, soppiantati da ben altra distribuzione della morte.