Un luogo ideale per trasmettere i miei pensieri a chi abbia voglia e pazienza di leggerli. Senza altro scopo che il portare alla luce i sentimenti che mi differenziano dai bovini, anche se alcune volte scrivo come loro, grammaticalmente parlando! Grazie!
mercoledì 31 gennaio 2024
Scherzi carnevaleschi
L'Amaca
Resta da dire di una ormai annosa valutazione politica, non nuova (specie in questa rubrichetta quotidiana) e non più sorprendente: le prese di posizione meno obiettive, meno opportune, più aggressive, più sbrigative, più brutali, arrivano quasi sempre dai leghisti. Che in Italia possa esserci un partito più fascista dei neofascisti, è un mistero di difficile spiegazione. Forse si tratta delle famose eccellenze italiane.
martedì 30 gennaio 2024
Struzzo!
Noi lottizziamo?
lunedì 29 gennaio 2024
Forza Ilaria!
Riflettente
Il maestro Mokurai era seduto nel cortile di un tempio Zen, quando sentì il gong che annunciava l’arrivo del suo giovane allievo Toyo. Dopo essersi inchinato tre volte, Toyo si accomodò sul cuscino accanto al maestro mantenendo un perfetto silenzio. Senza distogliere lo sguardo dall’orizzonte, Mokurai interrogò l’allievo con il koan: «Tu conosci il suono del battito di due mani, ma cos’è il suono del battito di una mano sola?». Il ragazzo si ritirò nella sua stanza sforzandosi di ascoltare il silenzio ad occhi chiusi. Sentì il suono della musica delle geishe, il ticchettio delle gocce d’acqua, il fruscio del vento, il canto di una civetta. Confuso da questi rumori e incapace di trovare una risposta al koan, si ritirò in profonda meditazione in un eremo isolato. Infine tornò da Mokurai con la risposta: «L’ho sentito, ma è privo di suono».
(Prima del Big Bang - Gian Francesco Giudice)
Scanzianamente Jannik!
domenica 28 gennaio 2024
Festa silente
Vespaio illiberale
sabato 27 gennaio 2024
Auguri Nick!
Ciao Elio!
Verissimo
L'Amaca
venerdì 26 gennaio 2024
Leggete bene!
L'Amaca
Prova e riprova
Ci sto provando da due giorni… ma niente!
Ho già cambiato una portiera e ho due o tre dischi della colonna da reinserire…
giovedì 25 gennaio 2024
Nel limite superato
Ho appreso da Repubblica che questa…signora che si presenta come “Fashion Designer and digital entrepreneur” (di ‘sta ceppa aggiungo), al secolo Giulia Nati, ha pubblicato un video da cui ho estratto questa immagine … mumble mumble… ha chiamato i figli Hermes e Kelly (la borsa iconica di Hermes… mumble mumble… un attimo che ingurgito gocce EN… non vorrei eccedere… leggendo i commenti del post della poveretta si evince, a parte qualche coglione, una nausea generalizzata al riguardo, anche con scritti di persone che hanno dovuto affrontare chemioterapie e quant’altro. La cosiddetta influencer, a cui vorrei augurare una cosetta che la dignità m’impone di non trascrivere, ribatte stupita, con frasi tipo “ma cosa c’entra l’ospedale?” o anche “ma chi ha fatto riferimento all’oncologia? Chi? Siete la rovina dell’Italia con questo perbenismo!”
Risvolti della memoria
L'Amaca
Volte sì, a volte...
Forte, tonitruante, il commento di Massimo Giannini oggi su Repubblica; dedicato alla cosiddetta Sorella d'Italia, sicuramente non mia, che ha attaccato velatamente Elkann proprietario della testata sull'italianità, visto che il gruppo torinese ha da tempo portato sede fiscale fuori dal paese, sfanculando il pagamento dei balzelli.
Giannini spara cartucce a mio parere quasi a salve. Perché se è vero che la Ducetta sta tentando d'insonorizzare la stampa non amica, quella slurp-slurp non è mai stato un problema per nessuno, è anche palese che la professionalità di molti, come lo stesso Giannini e Serra non sia in discussione; resta però il problema di fondo, grave, allarmante. La proprietà della carta stampata di potenti nuclei industriali nuoce o no alla libertà, alla linea editoriale?
Meloni è chiaramente assetata di potere totale tipico del Mausoelante e dello Zio Crapone; al tempo stesso però Repubblica da inizio secolo si è molto conformata alla mentalità del sissignore governativo, prima spasimando per il Bimbo Minkia rignanese, poi col paladino delle banche Draghi; infine, in un rigurgito di libertà, sta tentando oggi di ergersi a paladino del anti melonismo, ritrovando forze in soffitta ma ahimè depotenziate, stantie, flaccide.
Ma c'è un punto nell'articolo di Giannini che stride molto con l'equanimità, che riporto:
"L’informazione o è addomesticata, o non è. È la “capocrazia”, e non fa prigionieri. Il manganello meloniano non risparmia nessuno dei pochi presidi informativi ancora indipendenti. Da Repubblica al Domani, da Otto e Mezzo a Report a Piazzapulita : se non li puoi controllare, dileggiali, infangali, bastonali."
Caspita Massimo, hai tentato di dimostrare di essere integerrimo e non hai nominato una delle poche testate libere, libere da padroni, da potentati, da club, da famiglie, insomma da chicchessia!
Il Fatto Quotidiano Massimo, non ritieni che sia un giornale capace di dire ciò che vuole, contro tutto e tutti, odiato perché molti che si credono pensatori liberi, s'incazzano a leggere giudizi o linee editoriali che vorrebbero sposare ma che non possono farlo perché "cuccioloni" verso qualcuno?
Dai Massimo, siamo seri!
mercoledì 24 gennaio 2024
Auguri Herbert!
Robecchi
Sentite un po'!
L'Amaca
martedì 23 gennaio 2024
Registi scialbi
L'Amaca
Perdita
Già l'immaginazione! Se ne è andata da un pezzo da questo sasso tondo, una grave e mai compresa perdita per noi Sapiens, la dipartita di GigiRiva, che bisogna scriverlo così tutto attaccato, la certifica al meglio: quei pomeriggi di noi ragazzi di quegli anni, sensazioni difficilmente trasmissibili ai fulminei polpastrelli velocissimi d'oggi, il galoppo in cervice scatenato dalla voce arroccata, inusuale, quasi assurda di Sandro Ciotti che interrompeva Enrico con la madre di tutte le eteree frasi "Scusa Ameri, ha segnato GigiRiva!" e tu pronto a scatenare l'inferno per immaginare l'ennesimo gol del Campione, in un mondo diverso, socialmente differente, con quel gracchio di radioline tutte allineate in coclea in riva al mare, in montagna, nei bus, per strada, alla stessa ora perché non esisteva per fortuna lo spalmare pro-grana, non si poteva vedere nulla prima di Valenti e la sua tribù attorno alle 18 e poi un solo tempo di un'unica partita, prima del materializzarsi dell'Immaginazione alle 20 sul secondo canale, fino ad estasiarsi sul primo con Pigna e soci nella liturgica Domenica Sportiva. Stessa prassi questa del ricordo, simile al papà che ti raccontava di un certo Nicolò Carosio e delle sue radiocronache senza alcuna immagine, a beneficio dell'Immaginario, a quei tempi fortissimo e non atrofizzato com'è oggi, tant'è che madre evoluzione prima o poi leverà lo schermo privato, inutilizzato com'è.
L'Immaginazione che ancora per fortuna qualcuno possiede, ti porta in semplicità con notizie come l'addio di GigiRiva, ad intravedere la propria posizione sul treno della vita, attualmente sono colui che guarda il posizionamento dei bagagli nel retino sopra testa, perché la stazione sta arrivando, hai voglia di siliconarti, e bisogna scendere, come ieri ha fatto GigiRiva, un diodo della nostra Immaginazione, un fulcro essenziale per rivangare anni lontani cercando di trasmettere qualcosa soavemente alleggerita dalla semplicità di gesti socializzanti in grado di collocarci nel posto giusto, vaccinandoci contro la smania di apparire, male oscuro questo, che GigiRiva ha debellato da sé stesso, impregnandosi di silenzio, silenzio parlante, silenzio rombante, Tuono per coscienze rattrappite.
GigiRiva si porta via la fragranza del proiettore interno capace di catapultarci in nano secondi al suo fianco nei prati freschi di quei tempi ad ascoltare il suo Rombo, senza fronzoli, nani, ballerine, ovvietà, scocciature mediatiche, procuratori, ignavi grondanti ovvietà, angolazioni, var, partite all'ora di pranzo, coglioni insipidi, conigli umidi, orchi fagocitanti grana, arabi fischianti la memoria di GigiRiva perché il silenzio a casa loro non si fa, e vaffanculo a tutti voi spiaggiati e cammellieri a cui qualche idiota nostrano ha concesso il torneuccio senza gloria!
Scusa GigiRiva mi son fatto prendere dalla rabbia, mentre è il silenzio che dovrei coltivare, fortificandomi prima di scendere dal treno, possibilmente con dignità. Come hai fatto tu ieri, Rombo di Tuono!
lunedì 22 gennaio 2024
Addio Grande Uomo!
Grande Tomaso