martedì 26 agosto 2025

Sapevate?

 

La Fiat in Serbia paga poco e importa operai dal Nepal
DI PATRIZIA DE RUBERTIS
Se non fosse l’ennesimo dramma per Stellantis e per la crisi dell’automobile, ci sarebbe anche un retrogusto sarcastico. Ma resta solo l’amaro. La notizia brutale è questa: la Fiat Grande Panda, modello simbolo di riscatto per il marchio italiano, ma fabbricata in Serbia, va troppo bene nelle vendite che ora Stellantis si ritrova in ritardo nella produzione. Il motivo è che nello stabilimento di Kragujevac c’è poco personale. Gli operai, infatti, vengono retribuiti talmente poco (circa 700 euro al mese contro uno stipendio medio in Serbia di quasi 1.000) che in molti si rifiutano di lavorare per Stellantis, che si è spinta a richiedere nuova forza lavoro – 800 persone – in Nepal e in Marocco. A denunciarlo, due settimane fa, il consigliere comunale di Kragujevac, Radomir Eric, ripreso dai siti locali, spiegando che in città ci sono 9.000 disoccupati che non hanno intenzione di lavorare con un salario così basso.
Una situazione paradossale visto che il colosso automobilistico – che nei primi 6 mesi dell’anno ha registrato 2,3 miliardi di perdite – ha deciso di produrre la Grande Panda in Serbia spinta dagli sgravi fiscali promessi e dal minor costo del lavoro, abbandonando così l’Italia dove, nel frattempo, gli stabilimenti di Mirafiori, Cassino e Pomigliano registrano una crisi senza fine. Mentre ieri a Termoli, dopo l’ennesimo rinvio per la gigafactory e una conclamata emergenza occupazionale, è stato firmato un nuovo contratto di solidarietà che riguarderà i 2 mila dipendenti dello stabilimento dal 1° settembre fino al 31 agosto 2026.
Dopo la denuncia di Eric, è arrivata anche quella del leader storico del sindacato indipendente di Kragujevac, Jugoslav Ristic, secondo il quale “la gente di Kragujevac non è interessata a quegli stipendi, che sono leggermente superiori ai 70.000 dinari, perché non ci si può sopravvivere”.
Attualmente nella fabbrica di Kragujevac gli unici operai stranieri sono quelli italiani trasferiti in Serbia per supportare l’avvio delle linee produttive e fornire il know-how. Con non poche peripezie. A inizio luglio, una quarantina di italiani provenienti dallo stabilimento di Melfi sono stati costretti a tornare a casa per un errore amministrativo di Stellantis nella gestione dei visti.
Il Gruppo starebbe però puntando soprattutto sul reperimento di lavoratori marocchini “ai quali fare formazione e assistenza in vista della possibile nuova produzione della Grande Panda anche in Marocco”, spiega Samule Lodi, segretario della Fiom-Cgil . Il riferimento è al recente annuncio dell’investimento di 1,2 miliardi nello stabilimento di Kenitra per produrre presto nuovi modelli, alcuni dei quali trasferiti dall’Europa. E chissà se uno sarà proprio la Grande Panda.

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