lunedì 31 ottobre 2016

Senza remore


La storia siamo noi, dice il saggio Francesco. La storia di una nazione è imperniata sui propri gioielli. Da esporre, per ottenere dignità internazionale. 
Ogni stato ha le sue eccellenze, i suoi vanti. 
Tutte le nazioni si vantano di avere società modello. Tutte, tranne noi. 
Prendiamo ad esempio Telecom: un gioiello, un cameo, un esempio. Fino a qualche anno fa, quando, come bisonti affamati, arrivarono gli amici degli amici, indorati da nomea di capitani d'azienda, dall'ossequioso potere amico e sodale.
Come dimenticare infatti Colaninno e le peripezie dei suoi amici? E poi lui, il Tronchetto della Felicità.. per lui! 
Tronchetti Provera vendette i palazzi Telecom ad una società satellite di Pirelli. Che era sua. Non contento questo Nobel dell'economia affittò i palazzi a se stesso. Telecom ancora paga affitti inauditi a Pirelli. 
E dopo lo scempio, che dite? Sarà arrivato un imprenditore, un uomo capace di risollevare una società anni indietro vanto della nazione? 
Purtroppo no. 
L'attuale amministratore delegato, Flavio Cattaneo, conosciuto dai più come compagno della Ferillona, ha un compito preciso: aumentare i guadagni dei padroni, leggi fondi nazionali ed internazionali, banche e quanto di più mefitico esiste nella cosiddetta alta società.
Conseguenzialmente ecco arrivare tagli, anche di personale, risparmi, blocco degli investimenti. 
Ed intorno a lui il silenzio, assurdo e degenerante, di una politica di bassa lega, incurante di orgoglio nazionale. Per i propri porci comodi.

Parvenza


A volte pare un "vaffanculofago", uno che si nutre di sonori, schietti, diretti, intonsi e luminosi ... vaffanculo!

 

domenica 30 ottobre 2016

The End?


A questo punto non riesco più a dir nulla. Mi sento sconfitto. Forse ha vinto lui. E mi preparo ai prossimi lustri necessari per riparare i danni, incalcolabili del ventennio del Puttanesimo e di questi con l'ego riferito della peggior specie al comando, il culto dell'immagine fattosi reale. L'ovvio che diventa verità, le palle che si mescolano al reale, le bugie riproposte, amplificate. Un tracollo italico.

 

M'incazzo


Una delle più detestabili nazioni del globo, la Svizzera, non contenta di aver da sempre portato avanti il motto "mi faccio i cazzi miei e se scomparite sono problemi vostri" dopo aver legalizzato nel Canton Ticino il fuori dai coglioni a tanti italiani che vanno lì a lavorare, facendomi sognare una tassa da 100 euro pro capite ogni qualvolta questi montanari della peggior specie desiderino vedere il mare, e di conseguenza arrivare attorno a noi con il loro modus operandi simile al famigerato KKK, se ne è inventata un'altra: affitto di cassette di sicurezza, come fossero box. Non una banca, solo un posto anonimissimo dove ali babà nostrani possano depositare ricchezze senza pagarne tasse, e conseguentemente succhiare i servizi che i soliti coglioni continuano a foraggiar loro attraverso il prelievo forzato in busta paga.
Con 825 euro all'anno puoi noleggiare una cassetta ottima per gioielli, ori e quant'altro avente dimensioni 6x30x48 cm. Le grandi, ottime per i denari trafugati al costo di 2750 euro annui.
Sognare una pedata all'ambasciatore elvetico sollazzato a Roma, ed un richiamo del nostro da quelle terre mefitiche è troppo?

Vicinanza


Vicinissimo ai fratelli d'Italia che in queste ore stanno provando terrore ed incertezza nel futuro! Coraggio passeremo anche questo. Uniti.

 

Il termometro

In una nazione flagellata dal terremoto, quale è la nostra, in un momento di grande depressione, con una politica latente ed incurante sulle difficoltà oggettive del popolo, occorrerebbe un termometro, un qualcosa che segnali ciò che avviene nel substrato della normalità, del quotidiano.
Ebbene, un segnale, nefasto ci arriva da Agliana in Toscana.

Qui uno sparuto, (per fortuna ma sarà veramente così?) gruppo di tifosi della locale squadra locale, la Aglianese, in trasferta oggi a Quarrata per una partita di promozione toscana, si rifiuterà di entrare dentro lo stadio. 

Perché? 
Lo stadio è fatiscente? Pericoloso? Preferiranno andare ad aiutare i poveretti colpiti dal sisma?

Niente di tutto questo! 

Il motivo scatenante la protesta è stato annunciato dai ribelli via Facebook, che da un lato alimenta le speranze di recupero di questi trogloditi, cioè se sanno usare strumenti tecnologici, forse un domani potrebbero rinsavire: 

" Non entriamo in uno stadio dedicato a Filippo Raciti." 


Filippo Raciti ovvero il povero ispettore di polizia barbaramente ucciso il 2 febbraio 2007 durante gli scontri tra ultrà del Catania dopo un derby con il Palermo. 
Questo dunque il motivo, questo lo stato mentale di tanti imbecilli sparsi ovunque, fuori dalla realtà, fuori da ogni logica comunitaria, lontani anni luce dai gravi problemi che attanagliano il paese. 
Se questo è un segnale, invochiamo la Provvidenza che questi diversamente pensanti, si rivelino una sparuta minoranza. 

Da spazzare senza nessun tentennamento. Per il bene di tutti.

Grande Selvaggia!


Al solito, Selvaggia è inarrivabile!

domenica 30/10/2016
LA POLEMICA
Olio di palma, aloe vera e altre effimere ossessioni alimentari
di Selvaggia Lucarelli

Non so se ve ne siete resi conto, ma la distruzione di Aleppo desta meno preoccupazione di quella delle piantagioni di olio di palma. Tra l’altro, riguardo gli effetti dell’olio di palma sulla salute, nessuno sta capendo una cippa.
Secondo alcuni scienziati l’olio di palma contiene grassi saturi e quindi fa male, secondo altri contiene antiossidanti e quindi fa bene.
Secondo Ferrero, meglio l’olio di palma nella Nutella che certe ciofeche di olii usati dalla concorrenza, fatto sta che ormai su molti siti è presente la Schindler’s List delle merendine e dei biscotti che non lo contengono e la fobia non accenna ad arrestarsi.
Naturalmente, tra pochi mesi a nessuno fregherà più una cippa e si compreranno anche merendine contenenti l’olio freno per Renault Clio, ma intanto l’olio di palma, assieme al glutine, è la fobia alimentare del momento. Vale la pena di ricordare quante bufale alimentari hanno riempito giornali, tv e supermercati negli ultimi anni per poi dissolversi nel nulla nel giro di pochi mesi. E non parlo solo di fobie, ma soprattutto di mode. Di prodotti o abitudini alimentari pompati come se fossero la soluzione a malattie, invecchiamento, piede equino e debiti di gioco e poi dimenticati per sempre.
Ecco qui le sei mode alimentari durate quanto un assessorato a Roma:

1) L’Aloe vera. Tutto ha inizio con l’aloe vera. Per migliaia di anni questa pianta grassa è stata solo un pensiero da portare alla suocera per il suo balcone fiorito in occasione del suo onomastico, poi tutto a un tratto qualcuno ha deciso che il succo di aloe fosse l’elisir di lunga vita, che servisse a cicatrizzare, a idratare, a ringiovanire, a guarire da tumori e diabete. Ed è così che sulla fiducia, ci siamo comprati bottiglioni di aloe vera da due litri e mezzo, creme all’aloe vera, bagnoschiuma all’aloe vera, shampoo, deodoranti, fondotinta, detersivi e tutto quello che avesse la dicitura “con aloe vera”. Poi abbiamo capito che l’aloe vera era, appunto, una vera cazzata e siamo tornati a regalarla alla suocera in un bel vaso rosso natalizio.

2) I test per le intolleranze alimentari. Il picco della leggenda sulle intolleranze alimentari è stato 4/5 anni fa. Incontravi un amico dimagrito notevolmente, gli domandavi “Che dieta hai fatto?” e lui tutto tronfio ti rispondeva. “Ma quale dieta! Ho fatto il test delle intolleranze alimentari. Hanno scoperto che sono intollerante a pane, pasta, pizza, latticini e dolci, quindi li ho eliminati e ora in effetti sto benissimo!”. E grazie a ‘sta cippa. Mai una volta che questi geniali dietologi abbiano scoperto qualcuno intollerante a bieta, pesce bianco, petto di pollo e rucola. Comunque, la moda di questi test paraculi è durata una manciata di anni, poi ci siamo nuovamente riscoperti tutti intolleranti alle diete e siamo tornati a pane e salsiccia.

3) La Papaya fermentata. Per anni la papaya è stato uno di quei frutti inutili tipo il litchi, il mapo, il pomelo, il durian, la castagna matta. Poi il cazzaro di turno s’è svegliato e ha deciso che l’umanità, senza papaya fermentata si sarebbe estinta a breve. Improvvisamente le farmacie e i supermercati si sono riempite di papaya fermentata il cui prezzo era più o meno quello della coca colombiana non tagliata e tutte le babbione si sono convinte che grazie al potere antiossidante del frutto sarebbero rimaste eternamente giovani. Naturalmente la moda è passata, la papaya sopravvive mestamente nell’area integratori delle farmacie e supermercati, ma ormai si ha più fiducia nel potere ringiovanente delle Zigulì o di un toy boy che in quello della polverina arancione.

4) Il tè verde. Per un millennio l’unica alternativa alla classica tazza di tè era la tazza di tè con un pezzo di limone dentro. L’umanità andava avanti serafica con delle variazioni creative nel corso degli anni finché non c’è stato l’avvento del tè verde e tutto quello che l’ha preceduto è diventato inutile brodaglia. Tra l’altro esistono più specie di tè verde che di correnti nel Pd. C’è quello giapponese, quello cinese, il bancha, il Matcha, il gyokuro e quello del Kashmir. Ormai basta lasciare una montagnetta d’erba dopo aver passato la falciatrice sul prato che arriva qualcuno a imbustarla con la scritta “tè verde dell’Olgiata”. La moda del tè verde è tra le più longeve, anche se negli ultimi anni è stata scalzata da altre due correnti del pensiero salutista, primo fra tutte “il centrifugato”.

5) L’Ace. Acronimo di vitamine a, c ed e, questo centrifugato ha avuto un periodo di popolarità che neanche il Gangnam Style. C’è stato un momento in cui se andavi al bar e non ordinavi un Ace ti segnalavano all’antiterrorismo per atteggiamento sospetto. Poi Ace è tornato a essere l’acronimo di “Aridatece Cocktail Etilici” e con limone, arancia e carota si è tornati a fare macedonie e pinzimonio.


6) L’Estratto. E qui siamo alla minchiata in voga attualmente. Avete presente tutti quei pipponi salutisti sull’importanza delle fibre nell’alimentazione? Ecco. Hanno inventato un elettrodomestico (l’estrattore) che fa succhi di frutta e verdura eliminando la fibra in modo che il succo venga assimilato più velocemente della serie: ma come, fino a ieri il problema era inserire fibre nella dieta, ora è diventato toglierle? Neanche a dirlo, il mondo è impazzito per estratti ed estrattori che, per la cronaca, costano meno di un estrattore di petrolio. Naturalmente, passata la moda, finiremo per abbandonare gli estrattori sul ciglio della strada e qualche sindaco penserà a una cospirazione mondiale, anziché alla solita moda alimentare durata quanto la mania per Pokémon Go.

sabato 29 ottobre 2016

Preso!


Patente ritirata per sorpasso vietato! O sarà stato per l'inversione a U sul referendum?

 

venerdì 28 ottobre 2016

Raschiatutto


Ho seguito, solo in parte, la prima puntata del riesumato "Rischiatutto" condotto dal malleabile e flaccido Fazio, un neo(nomen omen) Vespa per tutte le stagioni. 
Hanno voluto fare la stessa trasmissione non considerando quanto il tempo voli, come i ritmi televisivi siano cambiati più che la faccia di una botulinica. 
Quello che il grande Mike aveva creato, un evento storico, un collante per occhi affamati di sfide, lo hanno riproposto con le modalità di allora, rivelatosi una soporifera tisana, simile a servire una ciofeca (cit.) in un bar napoletano. 
Spento, smorto, lento come un'opera di Sorrentino (ma quella lentezza a me piace), credo avrà vita difficile; Fazio in versione Mike assomiglia al primo della classe che finge di volerti aiutare in un compito in classe. 
Insomma: una sonnolenta riedizione che invece di rinverdire i fastigi di allora, li ha resi chimere irraggiungibili. 
Ma questa è la Rai di oggi, retta da quel "Campo Con L'orto", coadiuvato dall'adenoica servente il Grullo della terza rete, che sta alla buona tv come Verdini ad una riforma costituzionale (che purtroppo ha fatto davvero!)

Ma guarda un po'...



martedì 25 ottobre 2016

Secondo copione


Al solito, ricordando i celeberrimi principi non negoziabili di vaticana memoria, i nostri, anzi: i loro, eroi rinchiusi dentro la nobilissima alcova parlamentare, usano termini oramai desueti, visto l'uso scellerato fattone in questi anni amari, paravento per una casta senza dignità; ogniqualvolta infatti che alcuni diversamente parlamentari, rispetto a loro, propongono una riduzione delle laute entrate, ecco scoccare l'utilizzo di termini dispregiativi, sempre per loro, al fine di ridicolizzare proposte in realtà al passo di questi tempi duri, per una buona fetta italica.
Il M5S propone una riduzione di stipendi e gadget per un risparmio complessivo di oltre 60 milioni di euro. E questi che fanno? 
Parlano di demagogia (degenerazione della democrazia, per la quale al normale dibattito politico si sostituisce una propaganda esclusivamente lusingatrice delle aspirazioni economiche e sociali delle masse, allo scopo di mantenere o conquistare il potere) e di populismo (qualsiasi movimento politico diretto all'esaltazione demagogica delle qualità e capacità delle classi popolari) con fare altezzoso, schifato, nauseato. 
Sanno che ancora non siamo pronti. Possono ad esempio informarci che è giunto il tempo dei sacrifici (lo fecero in passato il Topastro puri-pensionato e attualmente in Cassazione, lo disse il mai stimato Avvocato dall'alto dei suoi miliardoni mentre era intento a propinarci ferraglie colorate e con ruote, a prezzi esorbitanti, lo declamò pure Leporino Tremonti durante il Ventennio del Puttanesimo) dall'alto dei loro diciottomila euroni mensili, senza che nessuno esca inferocito di casa con un badile in mano. 
Grillo ha centrato il problema: stanarli, resuscitarli nei loro scranni attendendo prese di posizione da pubblico ludibrio. 
Non vi sentite populisti, né demagoghi nel caso appoggiaste l'idea riducente i loro compensi. 
I veri cultori della demagogia sono propri loro, sprezzanti il senso comune d'appartenenza, l'eroica lotta quotidiana di milioni di persone, la sofferenza degli ultimi, la disperazione dei giovani. 
Dileggiano ancora, solo perché oramai non sanno più che fare. Si fingono vicino alle masse, mentre obbediscono ciecamente al volere dei signorotti riuniti in Confindustria per opprimere meglio a loro vantaggio, tentano di modificare la carta costituzionale in virtù di un ritorno al decisionismo di pochi per la pancia di molti. 
Non sanno però che il popolo, pur frastornato da miriadi di idiozie propinate via etere, alla fin fine troverà la forza per levarseli dai coglioni. Loro e le loro aspettative, diverse dalle nostre, vedasi ad esempio la oramai prossima passerella per la prima della Scala. 

lunedì 24 ottobre 2016

domenica 23 ottobre 2016

Dialoghi



Cuore rinato


C'è un mondo, una sfera personale,  che abbatte ragionamenti, logiche, intelletto; chi ne è posseduto, come me, capisce fin d'ora di che sto parlando: il tifo vergognosamente di parte, l'amplesso neuronale scaturente dalla visione, dal degustare le gesta della tua squadra, la migliore al mondo: personalmente, gli spavaldi eroi galattici rossoneri. Muto e silente da qualche anno, come tenere in cantina Preziosa Penelope, la cavalla bi-vincitrice del palio senese di quest'anno, ieri sera ho finalmente ri-assaporato la vittoria, i fastigi onori, l'incenso beatificante del tripudio, contro gli acerrimi nemici, la corazzata, a detta loro, bianconera. 
Essendo spudoratamente di parte, mi si sono riattivate cellule sopite, concetti travalicanti il senso logico del pensiero: ecco il tanto vituperato Dott.Galliani, per scelte scellerate dettate però, lo dico ora, dalla mancanza di sghei, tornare l'amato Zio Fester, che tutti vorremmo avere come parente. Il clamoroso però, per me, è omaggiare il Presidente, ancora per poco, e la sua lunga mano. L'aveva detto all'inizio dell'anno: squadra giovane ed italiana. Ed ha avuto, come sempre, ragione. Dar ragione a lui, per uno come me che per vent'anni l'ha politicamente attaccato, deriso, vituperato equivale al voto pro Trump di una femminista americana. Ma, come premesso, il tifo nella sua illogicità, permette anche questo! 
Vogliamo parlare del caso Paletta, passato, nel cuore, da uno status di venditore di croccanti al circo, con tutto rispetto per questa categoria, ad un probabile vincitore del prossimo Pallone d'Oro?
O di come mi sentivo al bar mattutino, apprendendo dell'acquisto a parametro zero (Zio Fester quante te ne ho dette in merito!) di Vangioni?
O di come m'estraniavo dalle discussioni sportive d'ufficio, di strada, cullandomi su dolci ricordi, rivedendo, si lo ammetto, nelle sere più amare Milan-Manchester United, la madre di tutte le partite, o rileggendomi le cronache del sogno erotico per rossoneri, del must epocale, della carezza degli dei, della concretizzazione del mitologico, ossia ciò che accadde il 28 maggio 2003 all'Old Trafford di Manchester e che ancor oggi non ho completamente metabolizzato tanto fu la gioia?
D'accordo, non è successo nulla. È stata solo una partita. La strada è lunga. La rosa è corta. 
Ma stiamo parlando di tifo, giusto?
E allora perché non sognare tre palloni d'oro consecutivi (Paletta-Gigio-Loca), perché non vedere l'inizio di un ciclo ventennale cinese, perché non munirsi di aglio e cornetti per respingere i prossimi, probabili attacchi di gentaglia alla Raiola, pronti a depredare questo vivaio, migliore al mondo?
La Preziosa Penelope in me è ululante, gioiosa  ed imbizzarrita in uno splendido prato, gli sberleffi partono al ritmo di zumba. Già che ci siamo: ieri sera ho notato un urlo diverso dal solito al gol del Loca e momenti di silenzio troppo lunghi. Questo è motivo di enorme piacere! Infatti, gli altri erano tanti, troppi. Avran pensato nella vittoria con il minimo sforzo, nella passeggiatina serale. Son tornati a casa gobbi ed impauriti.
Vogliamo parlare dello statico panettone ex napoletano da 94 milioni di euro? O delle loro proteste arbitrali, simili ad Al Capone chiamante la polizia infastidito dai vicini troppo rumorosi?
Uniche note stonate della serata: la bronchite di Gigio che è andato troppo in alto nella paratona finale, elevandosi come Hateley nel derby vinto 2-1 allo scadere, e la multa inflitta al Loca per eccesso di velocità nell'epico tiro, per cui vorrei si facesse una targa da esporre davanti allo stadio.
Intristisce infine aver visto l'arbitro Rizzoli tornare mesto a piedi, verso casa, avendo lasciato le chiavi della Jeep nelle mani di uno strabuzzato Radar Marotta. 
Yeaaaaaahhh!

 

sabato 22 ottobre 2016

Eccoli!


Sono sbarcati anche qui, sono in mezzo a noi. Vicino a La Pia ecco un vestitino da bimba di Dolce Gabbia..na! 
Un vestito colorato, gioioso, quasi petaloso. E poi il prezzo: modico, una quisquilia: 745 euro. Che volete che sia!

 

Commenti


In effetti il commento del critico Domenico Naso... lascia il campo all'immaginazione...

"È una magnifica opera d'arte. A tratti difficile, che in alcuni brevi momenti va “sopportata”. Ma ne vale la pena, visto che poi esplode in momenti coinvolgenti e sconvolgenti, come il finale del secondo episodio. Insomma, anche se The Young Pope fosse davvero masturbazione intellettuale, sarebbe comunque una signora “sega”, di quelle che meritano una standing ovation alla fine"

Testi


"Ti vedo andare all’università
mentre passi in bicicletta
e mi chiedo se ti godi qualche festa
senza crederti in un film
Sei triste a Carnevale
sorridere è mainstream
vorresti un altro uomo
un po’ come James Dean
Ma non è da te
e va bene Baudelaire
ma perché non ritorni da me

Studi storia dell’arte
lavori per sopravvivere
ma poi ti metti da parte
creando solo un immagine
in bianco e nero ma non sei tu
ma dove sono i tuoi occhi blu"

(da "Non è da te" - nuovo album "0+" di Benji & Fede)

giovedì 20 ottobre 2016

Inverecondia


Tutto sembra normale, al solito il quotidiano fa transitare acque sotto i ponti. 


 Anche la sua deposizione al processo di Mafia Capitale per molti parrebbe essere nella normalità.
Micaela Campana, deputato PD e membro della Commissione Giustizia (!!!) e Schengen. 
Anche i suoi 39 "non ricordo" rientrano nella normalità.
Amnesia, obnubilamento. La poveretta non ricorda i trascorsi. Ha dimenticato Salvatore Buzzi, il ras della coop "29 ottobre", la spartizione da buoni fratelli degli immigrati, che fruttano 35 euro cadauno al giorno a questi benefattori (ed i coglioni che credono che questi soldi vadano a quei poveracci si dovrebbero svegliare una volta per tutte!)
Nulla le è rimasto della stagione della mafia in una capitale del mondo occidentale, un gioiello pregno di bellezze, un cammeo di città che dovrebbe essere vanto per noi italiani. 
Roma ha vissuto anni di squallide vicende, di spartizione delinquenziale affaristica, di piramide di potere in mano a lestofanti, di violenze, di soprusi, di traffici malavitosi.
Dimentica la poveretta la cooperativa ciellina "la Cascina", lo stuolo di ingordi, di famelici onnivori disposti a tutto ed incuranti, menefreghisti della giustizia, dell'onestà, del sociale.
Ha dimenticato tutto, è ancora sulla giostra la poveretta! 
Tutto deve girare il più possibile nella normalità. 
A poco a poco tanti testimoni, forse per paura, per timore, stanno cambiando versioni, le testimonianze si affievoliscono. 
Roma mafiosa medita trame, progetta vendetta.
La sindaca Raggi avrà il suo bel da fare per riportare tutto dentro la legalità.
Tra i non ricordo e la voglia di ritornar a farsi gli affaracci loro!  

Dimenticanza


 

martedì 18 ottobre 2016

Fretta



Sob!



Visita



Lotta dura


Stoico come una formaggetta da troppo tempo in cantina, ho ingaggiato una battaglia seriale con un “essere”, entrato precipitosamente dentro il mio bagno, durante un rito esigente il buio ed il silenzio, al fine di gustare la fragranza dei pochi pensieri in cervice: la fumata di paglia notturna!  
Allorché mi sono sentito toccare i capelli, ho pensato subito ad un pipistrello! Un urlo soffocato, tipico di chi si accorge di essere uscito in strada senza pantaloni, ha decretato la fifa blu assalente. Sentivo i colpi dell’animale contro le pareti e non sapevo come guadagnare l’uscita. Allora, pavidamente, mi sono messo un asciugamano in tesa e al grido di “Banzaii!!” ho attraversato il bagno, chiudendomi la porta alle spalle, fragorosamente!
Accesa la luce, lo vedevo dai vetri volteggiare. Attorno a me, come api davanti ad un favo stillante, si sono riuniti i grandi della storia: Alessandro Magno, Muzio Scevola e Massimo Decimo Meridio. Tutti ad incitarmi “affrontalo! apri quella porta!”. Io invece, in preda ad un mezzo panico, giravo le stanze della casa, indeciso sul da farsi:
chiamare la vicina settantenne? i pompieri? un argonauta? uno studioso? Qualcuno?
Con la salivazione azzerata (cit.) ho cercato di rilassarmi, capendo da subito che oltre al Papa, non potrò mai diventare comandante d'una squadra d'assalto.
Anche il mio “io” deluso ed incazzato per il becero comportamento, cercava di insufflarmi sensazioni positive, quasi orgiastiche, al fine di dissolvere nebbia e fumi di terrore che, entrando, mi avevano tramutato in un bimbo lasciato ad assistere ad un matrimonio celtico leghista, tipo quello di Roberto Castelli (che è stato ministro della Giustizia: altro orrore!!)
Il rumore contro il lampadario continuava e la calma era lontana come il senno in un discorso della Picierno. Dopo qualche minuto, finalmente, mi sono deciso ad entrare, con le dovute precauzioni: berretto di lana da neve rosso, trovato in un angolo dell’armadio, guanti, giubbotto con cappuccio infilato e occhiali protettivi. Ora, se qualcuno mi avesse visto dal cortile, che avrebbe potuto pensare? Un ladro o un idiota ebbro di Tequila?
Con la forza della disperazione e le pulsazioni a mille sul modello di quelle del compianto Maiorca allorché s’apprestava a staccare il cartellino dei -100 nelle profondità del mare, ho aperto la porta e nell’attimo un cui ho rimirato in aria non il pipistrello bensì un banalissimo farfallone, ho nitidamente sentito questa esclamazione, proveniente dal placido insetto: “e questo che cazzo fa?”
Svestitomi, un pochetto imbarazzato, ho rimirato il "falenante" animale e ripresomi dallo spavento, l’ho invitato ad uscire, spalancando la finestra.
Manco per sogno! Volteggiava allegramente, incurante delle mie librate di asciugamano in aere ed essendo passato dallo stato di paura defecante a quello di uomo padrone e signore del creato, ad un certo punto mi è venuto in mente di porre fine alla sua danza, nel peggiore dei modi, ma il Poverello d’Assisi, che passava di lì, guardandomi, mi ha indotto a desistere dal progetto finale.
Spenta la luce, sono andato a letto, ben sapendo che le farfalle hanno sì vita intensa, ma breve. 
Al mattino, non vedendo più nulla volare, mi sono intristito al pensiero della caducità della vita ma, durante le abluzioni, ecco il bastardo uscire dall’armadietto e ricominciare la danza!
Sussultando ho ingaggiato una lotta mostruosa, tramutandomi in uomo torcia, assumendo connotati da sovrano vichingo, ma il farfallone, quasi per gioco, si è divertito come non mai a darmi scacco matto!
Uscendo di casa, incazzato più che un risparmiatore di banca Etruria alla lettura dell’estratto conto, ho meditato azioni per il rientro serale: noncuranza, immagini di predatori da passare sotto la porta, entrata con salto simile a quelle di Kato, di "Pantera Rosa" memoria.
Arrivato a casa e non sentendo nessun rumore, sono entrato leggiadramente nei servizi e subito ho notato il farfallone adagiato dentro la vasca da bagno.
"E’ morto poveretto!"- ho pensato. Preso uno straccio, con fare funereo mi ci sono avvicinato ma...Zak! Il bastardo ha ripreso la danza folle!
Fottutissimo farfallone!

Non so ancora quando la lotta finirà! Riecheggiano però dentro me le parole alte e dorate “Al mio via, scatenate l’inferno!” di croweiana mentre, bardandomi con l’armatura lucente di Lancillotto, il chiarore, attenuandosi, m’annuncia il calar della sera...

Di che stupirsi



Lunga vita alla Gabanelli!
Grazie a lei siamo venuti a conoscenza della vita professionale di tale Alessandro, fratello del ministro degli interni, Alfano.
Assomiglia al famoso Angelino, dopo però essere passato sotto una pressa. 
Il sorriso invece è simile: un mix di ebetismo, un cocktail di guapperia, come uno che infilatosi in un bagno riservato alle signore per un'abnorme defecatio, venga colto sul fatto da una marchesa attonita dai fuoriuscenti miasmi.
Altro non stupisce: né l'assunzione alle Poste grazie ad un concorso fatto su misura, né i 200 mila euro lordi annuali, né l'installazione del bagno chimico in ufficio da 5900 euro, a spese dell'azienda.
E' o non è il fratello del ministro degli interni, nonché ex cameriere al soglio del Pervertito al tempo del Puttanesimo?
Di che stupirsi, allora? 

Dicono


"Uno che a ventitré anni scrive un'autobiografia può essere o una falena, con vita breve, o un imbecille."

"Uno che legge un'autobiografia di un ventitreenne sicuramente non è un entomologo."