martedì 26 agosto 2025

Disamina scanziana

 

Regionali, il bestiario dal bizzoso Calenda agli autogol del M5S
DI ANDREA SCANZI
Nelle prossime settimane si andrà a votare in molte Regioni. La destra litiga, ma come sempre fa squadra: le basta vincere. Il centrosinistra (vero e presunto) fa esattamente il contrario: si spacca, sbaglia rigori a porta vuota e si complica indefessamente la vita. Borsino rapido dell’opposizione, Regione per Regione, con considerazione finale su scala nazionale.
Calabria. Alla fine è stato scelto Tridico, che ha unito tutti o quasi. Il “quasi” ovviamente è Calenda, che in ogni Regione va in ordine sparso e a volte si scontra persino con i suoi. Tipo in Calabria, dove Azione dice di appoggiare Tridico ma parallelamente Calenda fa sapere non è vero e che lui, prima di appoggiare qualcuno dei 5 Stelle, diventa il bassista dei Måneskin. Tridico è un ottimo nome e una bella persona. Ed è pure quello che ha meno chance di perdere. Due problemi. Tridico si è fatto eleggere appena un anno fa europarlamentare e ora ha già cambiato treno in corsa (roba che i 5 Stelle fino all’altroieri odiavano). E poi Occhiuto, nonostante tutto quel che ha combinato (o forse proprio per questo), nei sondaggi è ancora in testa. E questo dice moltissimo sugli italiani, nonché (temo) sul clientelismo.
Campania. Si profila un altro nome 5 Stelle, stavolta quello di Fico. Okay, ci sta. Solo che, per essere accettato dalla coalizione, Fico dovrebbe ingoiare due rospi (oltre al solito Renzi): due liste civiche targate De Luca e la promessa (del Pd) di dare il partito regionale in mano al figlio di De Luca. Se così fosse, il M5S realizzerebbe il più grande suicidio della sua storia, ex aequo con l’aver appoggiato Draghi (ciao core). Capisco la realpolitik, ma qualcuno si ricorda chi è De Luca, cosa ha detto De Luca e cosa ha fatto De Luca in questi decenni? Ci stiamo rincoglionendo tutti o cosa? Il M5S che appoggia De Luca (e viceversa) è davvero roba da vomito. Pornografia politica pura. Molto meglio mangiare un mattone intero a digiuno.
Puglia. Anche qui il centrosinistra sta facendo di tutto per sabotarsi da solo. Decaro è un nome che va benissimo, solo che lui non vuole Emiliano e Vendola in Consiglio perché vuole cambiare tutto sul serio (o perché teme che gli facciano ombra). Fratoianni, giustamente, rilancia che i candidati di Sinistra Italiana li sceglie Sinistra Italiana. E nel frattempo una partita che sembrava già vinta si complica.
Toscana. I 5 Stelle hanno accettato a fatica Giani, dopo un voto che ne ha sancito la dolorosa spaccatura. Renzi, nella sua Regione, qualche voto – anzi potentato – ce l’ha ancora. La destra non sa ancora a che santo votarsi. Sia come sia, l’eterno Giani vincerà facile e credo in ciabatte, probabilmente canticchiando pure La vie en rose a Dicomano.
Marche. Acquaroli, assai caro a Meloni e assai potente dentro quella simpaticissima congrega di insigni statisti che è Fratelli d’Italia, era già (inspiegabilmente) favorito anche prima del “caso Ricci”. Figurarsi adesso. Se però sbaglio, mi iscrivo al fan club di Achille Lauro a Ripatransone. Auguri e buona catastrofe.
Veneto. Qui il centrosinistra ha le stesse chance che ha Gasparri di diventare il nuovo James Bond, e direi di chiuderla qui.
Considerazione finale su scala nazionale. Vedo, sento e leggo sempre più spesso riflessioni diversamente lucide in cui si dà per scontato (anzi per obbligato) il rientro di Renzi nel centrosinistra. Ormai lo teorizzano anche non pochi ex (finti) anti-renziani. Bravi geni! L’amichetto di Bin Salman ha meno voti di un capibara in coma, sta più sulle balle agli italiani di Parenzo, ha idee quasi sempre identiche a Forza Italia e se te lo metti in casa lui la rade al suolo in un amen, però ve lo volete ripigliare. Daje! Fate pure: per me l’unica alleanza su scala nazionale è quella tra Schlein, Conte e Fratoianni, e se vi riprenderete quello lì col cavolo che recupererete i delusi e gli astenuti. Continuate così, fatevi del male.

Nessun commento:

Posta un commento