giovedì 31 dicembre 2020

Un regalo per il 2021


Che spettacolo! La Luna che passa davanti alla Terra ripresa da un satellite Nasa!👏👏👏

Click 2020

 





Auguri Dialettali

 


Grande Amaca!

 

L’orgoglio dei pecoroni
di Michele Serra
Facciamola breve. Ci si vaccina perché è un dovere nei confronti della comunità. Chi non si vaccina, non importa per quale scelta o pregiudizio, non espone solo se stesso al rischio del contagio. Espone anche gli altri, che saranno costretti a pagare il prezzo di quella scelta e di quel pregiudizio. Questo è l’aspetto profondamente politico della questione, e fa temere, stante l’epoca, che a non vaccinarsi saranno in parecchi, perché la tendenza a trepidare per l’io e a fregarsene del prossimo è travolgente.
La montagna dei propri diritti rischia di rendere invisibile la collinetta del dovere.
Vite selfie portano a scelte selfie. Mettiamo in preventivo, dunque, una percentuale non piccola di non vaccinati, alcuni dei quali compatiranno sui social i vaccinati, dando loro del pecorone.
In quanto pecorone sono già in fila, nel bel mezzo del gregge, ben sapendo che il rischio zero esiste solo nella testa di Narciso (che amò solo se stesso per non correre il rischio dell’amore). Il conformismo ha le sue controindicazioni arcinote, ma è bene sottolineare anche le controindicazioni dell’anticonformismo, atteggiamento molto sopravvalutato nella mentalità nazionale.
Quelli che “non la bevono”, quelli “fuori dal coro” sono a milioni, prevedibilissimi ma convinti di essere una indomita minoranza.
L’anno appena trascorso, così duro e insolito, ci ha aiutato a capire che in certi momenti bisogna invece essere gregge, accettare le fatiche dell’uguaglianza, ammettere di essere legati a doppio filo a un destino collettivo. Per questo, soprattutto per questo vaccinarsi non è solo utile. È anche giusto.

Sondaggio

 


Così, tanto per dire, e non è neppure un sondaggio di parte, non lo ha commissionato il Fatto bensì Repubblica.
Forse il 2021 ci porterà, finalmente, più serenità di giudizio e soprattutto il ridimensionamento del Cazzaro Verde. Come sempre alla fine vincerà la ragione. Buon Anno Presidente!

mercoledì 30 dicembre 2020

Foto



Per essere a tavola con loro avrei pagato qualche dollaro in più!

Preparazione al saluto

 


La nuvoletta con ruote

 I trentasette chilometri che mi separano dal lavoro, a volte sono costellati di incontri atipici, vedasi la nuvoletta dell'impiegato del mai dimenticato Ugo Fantozzi, con l'unica differenza che sono dotate di ruote. Di questi tempi al mattino la circolazione è blanda, quasi desertica ma, in alcuni rettilinei, avvisto con crescente disappunto, delle utilitarie guidate da anomali umani, e badate bene: non mi riferisco al classico anziano munito di cappello, no! Alcuni sono di mezza età, altri giovani, con la medesima proprietà intrinseca, quella di farmi incazzare oltremodo per l'eccesso di lentezza. Li avvisti subito da lontano, sono quelli che andando a 50 Km all'ora frenano in curve ampie, quasi andassero su binari ed avessero il timore di deragliare. Non sono un velocista esasperato, ritengo però che in determinate condizioni si possa eccedere non oltre i 70 chiaramente! Ma loro invece tendono a rallentare già andando a velocità facilmente superabili da Ape o da trattori, e sembrano essere messi lì apposta per romperti gli zebedei quando invece potresti rilassarti. Ed un'altra peculiarità mi tende a far credere che esista un piano preordinato per innervosirti: una volta che la tartaruga su ruota mette la freccia per cambiare strada, facendoti rallegrare per la scelta, convincendoti pure che nella direzione da loro prescelta ci sia la meta in cui appena un attimo prima li hai invitati ad andare, quasi subito in un batter d'occhio ecco presentarsi un altro collega dei precedenti appena sfanculati; lo vedi immettersi da lontano con quel movimento proprio dei bradipi, con i tergicristalli attivati pur se la palla infuocata splenda imperterrita in cielo, con le luci posteriori che ad intermittenza s'illuminano di melenso, a causa di un'impercettibile, millimetrica, piegatura del manto asfaltato, ed in genere quelle scatole sonnecchiose con ruote emettono miasmi di pura benzina neppure lontanamente bruciata dagli oziosi lor pistoni, appisolati come sono sull'albero di camme e riscaldati dal rossore dei freni, sottoposti ad uno stress riscontrabile nel Rally di Montecarlo, pur ad un centesimo di velocità. Comprendo la loro rilassatezza, visto che per recarsi ad una cena a pochi isolati dalle loro abitazioni si mettono in marcia sul far del mattino; accetto pure il loro rilassamento, la pigrizia pregnante l'abitacolo, immagino i loro pensieri moviolati, l'apatia che si è impossessata delle loro anime, tutto rispetto, ci mancherebbe! Chiedo però a codesti placidi al volante di concentrarsi ogni tanto sul fatto certo e confermato, che dietro di loro è tutto un "va a dar via i ciapp!" 

Wroom Wroom! 

Marco di fine d'anno

 

Cazzari a rotelle
di Marco Travaglio
A furia di sentirlo ripetere a reti ed edicole unificate, pensavamo che in Italia il vaccino non sarebbe arrivato per colpa di quei dementi di Conte, Speranza e Arcuri, che lo promettevano a fine 2020, mentre l’avremmo visto fra uno-due anni. Invece oggi siamo a 480mila dosi. Allora dicevano: sì, ma non avremo le siringhe per colpa di quei dementi di Speranza e Arcuri. “Il mondo fa scorta di siringhe. L’Italia rischia di restare senza aghi per il vaccino” (Stampa, 9.11). “Vaccino senza siringhe: ‘Ordini da tutta Europa, ma non dall’Italia’” (Luciano Capone, Foglio, 18.11). “Vaccino anti-Covid, Italia senza siringhe? Arcuri: ‘Non so dirglielo’. Gelo in conferenza stampa” (Libero, 19.11). 
Invece sono arrivate pure le siringhe. Allora si è detto: sono quelle sbagliate, costano troppo e sono introvabili. Colpa di quel demente di Arcuri che, invece di fare scorta nella farmacia sotto casa, s’è fissato – chissà con quale tornaconto – con le “luer lock”. “Arcuri paga le siringhe a peso d’oro. Le luer lock costano 14 volte di più di quelle scelte dagli altri paesi Ue” (Mario Giordano, Verità, 10.12). “Le siringhe a rotelle e altri nonsense di Napoleone Arcuri” (Christian Rocca, Linkiesta, 11.12). “‘Niente tappi alle siringhe’: un nuovo flop di Arcuri?” (Giornale, 16.12). “Vaccino: Arcuri fa il buco con le siringhe” (Nicola Porro, 19.12). E giù battutone sulle “siringhe a rotelle”. 
E giù puntatone di Diritto e rovescio (Del Debbio), Quarta Repubblica (Porro), Non è l’Arena (Giletti) sulle “siringhe d’oro”. E giù tweet di Calenda (“Arcuri va licenziato”), Salvini (“Mancano milioni di siringhe… Visto lo ‘storico’ di Arcuri, evitiamo di dover nominare un nuovo commissario agli aghi e alle siringhe a marzo”) e interrogazioni di Lega e Fd’I.
Ora si scopre che a raccomandare le “luer lock” è il bugiardino di Pfizer, infatti tutta l’Ue ha acquistato quelle (ma non erano introvabili?), che non costano né il doppio né 14 volte quelle normali, ma pochi cent in più. Londra invece, furba lei, ha preso le standard (“luer slip”). Ora l’Aifa ha autorizzato l’estrazione di 6 dosi anziché 5 da ogni fiala Pfizer, cioè ad avere un 20% di vaccini gratis ogni cinque già acquistati, ma solo se la siringa è la famigerata “luer lock” di quel demente di Arcuri (che evita sprechi di siero residuo e consente di recuperarli per la sesta dose). 
Cosa che potranno fare l’Italia e gli altri paesi Ue e non il Regno Unito (salvo che ricompri tutte le siringhe). Risultato: le fiale Pfizer acquistate dall’Italia per 26,5 milioni di italiani vaccinati in sei mesi con 5 dosi ciascuna serviranno a vaccinarne 31,8 (5,3 in più). Con un risparmio di 63 milioni di euro che, detratti gli 1,7 milioni di costi in più per le “luer lock”, fanno 61,3 milioni pubblici guadagnati. Si attendono le scuse dei cazzari a rotelle.

martedì 29 dicembre 2020

Oh Selvaggia!


di Selvaggia Lucarelli da Facebook 

Le persone che non intendono vaccinarsi non hanno il mio rispetto. Anzi, le disprezzo fortemente e desidero che lo sappiano e sappiano il perchè.

Come prima cosa le disprezzo perchè fingono di avere un'opinione articolata su un tema- la scienza e i vaccini- di cui non sanno nulla. Parlano di dna, di reazioni allergiche, di composizione dei vaccini quando nella vita hanno preso a fatica la terza media o, peggio, si sono pure laureate per poi considerare interlocutori ex hostess squilibrate, medici mitomani, analfabeti e una galleria varia di persone che mirano solo ad avere finalmente un qualche ruolo nella vita, ruolo che è sempre quello della contro-narrazione rispetto al narrazione dominante. 

Sono persone che sarebbero (sono) capaci di sostenere qualsiasi tesi pur di esistere, pur di sentirsi parte di una rivoluzione, pur di avere il loro riscatto nei confronti di un mondo che nella loro testa frustrata non riconosce abbastanza il loro valore. 

Alla fine è gente senza pensieri, bottiglie vuote che aspettano di essere riempite dalla cazzata più d'effetto con cui si sentono di poter diventare interlocutori e oppositori dei Burioni e dei Galli di turno. 

Hanno, avete tutto il mio disprezzo perchè a voi non frega nulla dei vaccini, della terra piatta, del 5g, di Bossetti e delle scie chimiche. Semplicemente, avete trovato l'alternativa ai selfie su Instagram per pensare di contare qualcosa sul web quando è tutta la vita che cercate di contare qualcosa, senza successo,  nel vostro isolato. 

Disprezzo ancora di più i medici (e affini) che ripetono lo stesso, succitato meccanismo perchè probabilmente ambivano a ruoli e riconoscimenti nel loro settore ma non ci sono riusciti con la scienza e ci provano con l'anti-scienza. Li disprezzo perchè ammantano di autorevolezza le loro cazzate, plagiano menti deboli e personalità arroganti, ritagliano gli articoletti di giornale che parlano delle loro teorie sull'acqua di fogna spacciata per vaccino e se li incorniciano dietro la scrivania del loro studio, come fossero master in America. 

Disprezzo chiunque pensi di poter coltivare dubbi senza mettersi a studiare la materia su cui instillano dubbi, che non è materia per tutti. Che è materia di chi si è fatto il mazzo sui libri, intanto, non di chi ha registrato il sito "quellochenonvidicono.org".

Detesto e disprezzo chi dice che non si vaccina  perchè "non so cosa ci mettono dentro", come se questo non valesse per qualsiasi cosa, dalla medicina che assumete, alla bibita che bevete, alla macchina che guidate, al computer con cui scrivete le vostre minchiate. Alle schifezze che vi sparate nelle chiappe o sulla faccia per sembrare più giovani. Se siete così diffidenti, se non vi fidate dei ricercatori farmaceutici non fidatevi neppure degli ingegneri elettronici e smontate il vostro computer, il vostro monopattino, il vostro cellulare perchè chissà che non ci sia un pezzo assemblato male o una batteria al litio difettosa. Quando andate al ristorante, prima di mangiare qualcosa, andate a far analizzare in laboratorio la cacio e pepe. Se non vi fidate della scienza, non vedo perchè dovreste fidarvi della ristorazione, con tutte le intossicazioni alimentari che ci sono. O degli ingegneri elettronici, visto che ci sono case che vanno a fuoco per corto circuiti agli alimentatori di telefoni e monopattini. Io mi fido della scienza perchè non ho gli strumenti per metterla in discussione, come prima cosa. 

Disprezzo gli operatori sanitari che "io no mi vaccinerò" perchè hanno scelto di fare un mestiere in cui si accudiscono e si proteggono le persone fragili e mettono in pericolo le persone fragili. Io questa gente non la voglio negli ospedali e non voglio che sia pagata con le mie tasse. Che cambi pure mestiere e si metta a fare ricerca, visto che dichiara di saperne di più dei ricercatori.

Infine, e questo è il punto più grave, disprezzo chi non si vaccina perchè "1 persona su 45 000 ha avuto una reazione allergica". Bene. Mettiamo pure il caso che voi possiate essere quella persona. Quindi, la vostra eventuale incolumità vale più della vita di 70 000 persone l'anno. State dicendo questo. Che per carità, ci sta. Solo che in un mondo popolato di gente come voi non ci sarebbe chi rischia qualcosa per gli altri, per la comunità, e con probabilità ben più alte di rimetterci qualcosa.  Non avreste mariti, figlie, compagni, amiche poliziotti o carabinieri, non avremmo medici che vanno ad operare nelle zone di guerra, non avremmo squadre di soccorso che vi vengono a recuperare nei dirupi, e così via. Nessuno se tutti fossero come voi, tra l'altro, sarebbe andato in guerra per difendere la democrazia e permettere a voi altri di dire le vostre cazzate, oggi. 

Vi disprezzo perchè ogni giorno in più in cui voi non vi vaccinerete ci allontaneremo un giorno in più dal raggiungimento dell'immunità di gregge e qualcuno, nel filo invisibile che disegniamo continuamente con le nostre scelte durante questa epidemia, per le vostre scelte morirà. 

Infine, vi disprezzo perchè siete forti del fatto che Il Covid uccida principalmente anziani, spesso già fragili. 

Se anzichè con il Covid oggi il mondo stesse combattendo contro l'Ebola, contro una malattia con una letalità fino al 90% che colpisce vecchi e bambini senza distinzione, beh, fareste ben poco gli scettici, i rivoluzionari, i ribelli alla dittatura sanitaria. Ve la fareste nel pannolone e stareste battendo i pugni sul vetro del primo ospedale di zona, con i figli per mano, implorando che qualcuno ve li vaccini col siringone per gli elefanti. La questione costi/benefici non sarebbe neppure in discussione. E sì, vi ricordereste, forse, che è facile fare gli alternativi, gli antagonisti dei poteri forti, col culo rugoso degli altri, magari poggiato sulla padella in qualche ospedale in cui morire dimenticati da tutti.
 
E' quando il culo in pericolo è liscio e sodo che si contano i veri rivoluzionari. E no, voi di quei rivoluzionari lì non ingrossereste le fila, statene certi.

Speranza




Che anno!

 Noi tutti, piccoli screzi nell'immensità del Cosmo, abbiamo posto dei paletti nella nostra storia evolutiva recente, freschissima, rispetto ai 17 miliardi di anni dell'Universo, che chiamiamo per convenzione anni, e a cui all'infinito che ci avvolge non frega una mazza. Ma tant'è: questo ultimo periodo temporale che ci sta lasciando è stato tremendamente violento, insano, deleterio, mortale. Si, mortale e, per rispetto a chi se ne è andato, ne collochiamo sul piedistallo il loro ricordo, il dolore dei familiari, l'assenza, l'anomalo distacco dettato dalle giuste e sacrosante regole pandemiche. Molti di noi infatti non hanno potuto accompagnare i propri cari verso il viaggio finale, non li hanno neppure potuti onorare tanto bastardo e subdolo è stato, ed è ancora, il virus che ha cambiato le nostre vite. Le ha completamente trasformate, annullando le giostre emozionali che piacevano tanto al Sistema attualmente in auge, fondato essenzialmente sulla prevaricazione dell'altro. 

Non si può certo vedere l'aspetto positivo della pandemia, ma occorre rifletterci molto, ad iniziare dallo spregevole aspetto che in molte zone del pianeta sono continuati i conflitti, le ecatombi belligere tanto ingrassanti i soliti noti, ad iniziare dall'Inquilino scomodo a stelle e strisce che, Deo Gratias, tra poco più di venti giorni si leverà finalmente dai coglioni, ops! 

Il coronavirus ha mutato i rapporti interpersonali, ha presentato il conto riguardo alla nostra incredibile instabilità, pochezza evaporante in un soffio; credevamo di essere i conduttori della vita, siamo mestamente davanti all'ineluttabile, alla caducità, alla pochezza delle nostre conquiste sociali. E' bastato un infinitesimale essere che cerca di vivere dentro di noi, per spazzare convinzioni che ritenevamo granitiche. Questo malefico anno che se ne va ha scrollato l'albero della conoscenza, ha ottenebrato quella flebile luce che si credeva essere faro imponente puntato per alterare in meglio il nostro ciclo biologico, nella fattispecie edulcorato da interventi medici ovvianti solo in apparenza la decadenza fisiologica propria della specie. 

Il virus ha come detto scrollato l'albero, ci ha ricondotto verso la nostra vera essenza di viaggiatori traballanti in quella casa comune che interessi spregevoli stanno distruggendo per le generazioni a venire, le quali si troveranno una sfera indebolita, sfruttata oltre ogni limite immaginabile, minata nelle fondamenta, ad iniziare dall'aspetto meteorologico squassato oltremodo dall'inarrestabile fobia dell'arricchimento fine a se stesso, inconcepibile per ogni intelligenza che sia consapevole del dove, come e perché.

Debellare il virus dovrebbe essere la futura conquista, comprendere che in rampa di lancio vi siano altri acerrimi nemici, pertugio per pochi. Viviamo altresì questa pandemia con la speranza di un cambiamento, di una strada comune, si constata invece il gelo determinato dai soliti noti, intenti a provocar conflitti sociali, a tralasciare il dolore continuo di chi è stato allontanato dal decoro, dalla dignità. 

Senza il baluardo della ragione non possiamo sperare in un futuro migliore, più a misura di noi creature instabili, che un soffio flebile potrebbe chissà un giorno spazzar via definitivamente, annichilendo chi ancora oggi, e sono tanti, troppi, è convinto che un robusto conto in banca sia scudo invincibile contro le avversità, probabilmente generate proprio dal loro becero comportamento sociale.   

In coda

 


lunedì 28 dicembre 2020

Abluzione

 


Yoghi e il dio cemento

Articolo del Fatto Quotidiano

Succederà che

 


Passate le feste, le riverenze cerimoniali verso i prescelti ad iniziare la vaccinazione, scatterà, s'ingigantirà, al solito, la nostra caratteristica principale, e De Luca ne è stato l'antesignano - m'immagino il suo arrivo, lo sguardo al primo della fila, le parole di circostanza classiche del momento:
"senta, mi perdoni, ho la macchina in seconda fila, se non le arreco troppo imbarazzo vorrei andare subito io, si non sono medico né infermiere, ma sono il Governatore e come disse Seneca "Governatur primus filae est!" ed inoltre devo correre in Regione che ho una basilare riunione e se m'ammalo io, quegli incapaci che la sfortuna mi ha messo accanto, sotto il predellino, non sono bbuoni a fare nulla se non esclusivamente azioni prettamente "ad minchiam"; mi perdoni quindi se approfitto del momento. Stia bene e tanti saluti a casa!"
Passata dunque la festa, imbrigliato l'evento dentro ai confini della normalità, ecco di seguito le precedenze italiche che, nel giro di qualche settimana, affioreranno, disarcionando conseguentemente le priorità imposte dal buon senso e dal ragionamento dettato dalle esigenze sociali:
1- Oltrepasseranno la fila tutti i politici di ogni ordine e grado, visto lo scatto di De Luca. Perché a lui si e a me no? sarà la nenia accompagnante la vaccinazione di tutti, ma proprio tutti, compresi gli uscieri di Montecitorio e del Senato, le loro famiglie, i loro amici, i giudici costituzionali, gli autisti, i segretari, i portaborse, insomma: tutto quanto fa politica.
2- Successivamente sarà il turno di tutti i possessori di ville montane o marine, visto che la chiusura forzata delle loro seconde, terze o quarte magioni, ne metterebbe a rischio l'integrità per il sospetto che muffe ed umidità corrodano la staticità dello stabile.
3- Sarà poi il turno dei proprietari di yacht, visto che le mucillagini alla lunga potrebbero provocare danni agli scafi; a seguire tutto il personale a servizio dei facoltosi armatori, le amanti, e il personale deputato al soddisfacimento delle necessità armatoriali.
4- Salteranno la fila pure i cardinali di paonazzo vestiti, non tutti per fortuna, e non tanto per ritrosia ai precetti evangelici ma per appartenenza ai punti 2 e 3 sopra indicati.
5- Anche i giornalisti amici dei punti 1-2-3 anticiperanno il loro turno, per il pericolo che la scomparsa del gusto e dell'olfatto provocati da Covid, possa nuocere al loro "felpaggiamento linguale" così meravigliosamente esercitato verso i loro padroni. (Anche qui, e per fortuna, molti non saranno ammessi al suddetto anticipo, essendo Giornalisti)
6- Sarà il turno degli amici degli amici: alcuni, per non dar nell'occhio, verranno assunti nottetempo da qualche Asl sconosciuta, altri si fingeranno facenti parte di un programma spaziale in partenza da lì a poco.
7- Toccherà infine ad una percentuale sensibile di orefici, ristoratori, antiquari, commercianti all'ingrosso e al dettaglio, ai principi della Roma nera, alle dame dei salotti della capitale e di quelle delle serate meneghine, a tutti coloro che non riuscendo a sbarcare il lunario, e la dichiarazione dei redditi ne è prova inconfutabile, dovranno necessariamente venire a contatto con persone di ranghi svariati ed inferiori, al fine di ricercare un'alternativa alla loro misera professione.
Dopodiché si potrà riprendere la fila e l'ordine prestabilito. Accadrà che, avvolti ed avvampati dal solleone, molti di noi diligentemente sopporteranno file infuocate, mentre tutt'attorno "lor signori" comparteciperanno flebilmente alle nostre sofferenze, tra risa ed abnormi verticali di Krug, con Re Flavio al comando dell'allegra brigata festaiola.

Nervosismo pennuto

 


In leggero anticipo

 



domenica 27 dicembre 2020

Scoop!



Pompei - riaffiora il Termopolio...

Proposta di petizione

Ho lanciato una petizione che chiede al Parlamento di legiferare per obbligare chi si rifiuterà di vaccinarsi contro il Covid, a pagarsi le spese mediche in caso di contagio.
Se vuoi firmare questo è il link



Passo evangelico



“Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli.”(Mt 6,1)

giovedì 24 dicembre 2020

Pur in buonismo natalizio

 Cerca di fare il bravo, non ti senti più buono, è Natale etc. - no non è servito nulla per rasserenarmi difronte alla solito, becero, infausto menefreghismo italico. E mi riferisco alla notizia, di per sé strappalacrime, dell'abbandono dei nostri connazionali in terra albionica. 

Premessa: non sono chiamati in causa coloro che hanno la residenza inglese, per loro il fatto non sussiste, dovranno rimanere lì. E allora su chi incentriamo l'attenzione? Su coloro che sono andati a Londra di questi tempi con cittadinanza italiana. Quanti sono? Si stima da mille a duemila persone. Vogliamo fare una percentuale azzardata? Diciamo che un 20% si sia recato dalla Regina per motivi di lavoro, anche se lo dobbiamo ammettere, oramai con le video conferenze il problema della presenza in altre nazioni parrebbe essere risolto. Ma voglio fare il buono, avvolto dall'aria natalizia. Rimane un 80%, diciamo mille-milletrecento persone le quali, in barba alla situazione, sbeffeggiando i sacrifici di molti, infischiandosene della pandemia, sono andati presumibilmente in vacanza a Londra per riverire ed ossequiare la linea sociale da sempre stemma della loro casta: farsi i cazzi propri alla faccia di tutti gli altri, che siamo noi! 

Bene, anzi: male. A tutti questi inverecondi pusillanimi dico, e ridico, una verità sgorgante dal cuore: sarebbe giusto che passaste le feste laggiù, visto il menefreghismo che vi contraddistingue! Sarebbe giusto che nessuno vi venisse a prendere, perché siete dei somari appiccicosi, flaccidi nello spirito, insensibile alla scomparsa di oramai settantamila connazionali! Ma siccome siamo bravi, vi verremmo a prendere. Ad una condizione, è il mio parere: che paghiate profumatamente il viaggio e, Dio non voglia, in caso di contagio vi paghiate pure le spese sanitarie. Questa sarebbe la giustizia seria per mortadelle insipide come apparite ai nostri occhi, a noi che ci rompiamo i coglioni tutto il giorno con le mascherine, l'attenzione al distacco sociale, che passiamo giornate da soli, ponendo attenzione massima a non andare in luoghi affollati, che siamo stantii nei nostri pertugi, che c'addoloriamo quotidianamente nell'apprendere il numero de defunti Covid, che sono, nel caso vi siate distratti dai luccichii di Harrods o dall'imponenza di Trafalgar Square, ancora più di cinquecento pro die, e a noi, che siamo pusillanimi intimoriti dal pandemico, mai sarebbe venuto in mente di pensare ad una vacanza inglese, supponendo l'impropizio momento, visto che ci sentiamo parte di una comunità che dovrebbe essere unita nello sforzo di debellare il Bastardo. 

Ed invece no: esistono sacche senza dignità, menefreghisti della malora, pusillanimi che anche di questi tempi riescono a sottostare ai dettami di quella adulterata libertà che pretende il viaggio "shopposo" possibilmente lontano da casa, perché, si sa, se vai in una spiaggia amena, magari più brutta delle pugliesi o delle sarde, ma oltreoceano, allora sei in ricerca di pace, tranquillità e, soprattutto, alla moda. 

Come l'imbecille che va a sciare nonostante gli avvisi di valanghe e, una volta recuperato, si paga le spese dell'elicottero, cosi gli idioti smaniosi di nebbia oltremanica si dovrebbero pagare i costi dell'organizzazione messa in piedi per il ritorno a casa. E lo ripeto: in caso di contagio preso ed accertato in quelle lande, il costo della cura dovrebbe essere depennato dalla sanità pubblica e ribaltato su di loro; per una questione di equità, giustizia e rispetto per i nostri morti e per tutti coloro che anche oggi stanno lottando per la vita. 

E per ultimo, il classico augurio in jingle bells: andate a ciapar i ratti!      

Auguri particolari

 


martedì 22 dicembre 2020

Siamo così!

 


Ogni tanto fa bene rendersi conto della propria traballante situazione, in special modo di questi tempi ove l'osservanza e la devozione ai ninnoli del dio Shopping, hanno il sopravvento praticamente su tutto, Covid incluso.

E allora ammirate questa ricostruzione fotografica del rapporto dimensionale tra noi e Giove: potrebbero starvi tre pianeti come il nostro solo dentro alla gigantesca ed infinita tempesta che noi vediamo da lontano come un occhio al centro del pianeta più grande del Sistema Solare, un immenso agglomerato  di gas, un baluardo attraente, assieme a Saturno, gli enormi asteroidi che girovagano nella fascia di loro competenza, Ci vorrebbero 1300 pianeti Terra per riempiere Giove e questo dato la dice lunga, invitandoci a riflettere sulla nostra caducità, sui nostri limiti ancor più evidenziati di questi tempi dalla situazione pandemica. 

Se si entra dentro ad un'idea limitante i nostri ego, si riesce a comprendere pure la lotta di Codiv per sopravvivere, per non estinguersi, e noi speriamo invece che ciò accada nel più breve tempo possibile. 

Siamo così, ma pur essendo minuscoli concentriamo quasi unicamente le poche forze per prevalere sull'altro, trascorriamo le nostre brevissime vite a rosicare, ad inviare, a prevaricare altri idioti consimili. Che questa biglia azzurra doni a tutti noi una sana rimodulazione di sentimenti, progetti, desideri. E' l'augurio sincero che invio in questo Natale pandemico, ma proprio per questo occasione unica per riflettere.    

Meraviglia



Congiunzione astrale Giove - Saturno 21/12/2020 (la foto non è mia naturalmente. Queste immagini le idealizzo in genere solo dopo un sontuoso abbraccio allo Zacapa)

Padellaro


Nessuno dà più retta al bluff dell’italovivo

di Antonio Padellaro

“C’è chi dice che io non sia abile nella strategia: può darsi, ma questa volta dal punto di vista tattico ho fatto un capolavoro perché li ho messi tutti con le spalle al muro” (Matteo Renzi a La Stampa). Bisogna dargliene atto, lui non si nasconde, parla come un azzardato giocatore di poker che mette sul tavolo l’intera posta (che non ha) sperando che gli avversari non vadano a vedergli il bluff. Non sono un esperto del ramo, ma chi lo è spiega che un bluff ha molte più probabilità di riuscire se effettuato contro un solo avversario. Mentre più giocatori nel piatto significa più persone da dover convincere a ritirarsi millantando una mano vincente.

Purtroppo per il rottamatore di se stesso, a leggere i giornali, non gli dà retta più nessuno. Nel Pd, il ministro Dario Franceschini dichiara al Corriere della Sera che se cade il governo Conte si va al voto: concetto già espresso dal vicesegretario Andrea Orlando con il beneplacito di Nicola Zingaretti. Nel M5S, nessuno è così pazzo da rischiare il probabile dimezzamento dei parlamentari in caso di elezioni. Non parliamo dell’opposizione dove Matteo Salvini e Giorgia Meloni liquidano il senatore di Rignano come un inaffidabile traffichino della politica. Compreso Silvio Berlusconi, che proprio ieri ha dichiarato al Messaggero: “Bene il dialogo con Conte, dico no al governo di tutti”.

Ma il pokerista senza punti in mano dovrebbe temere soprattutto quanto nei giorni scorsi è filtrato dalle stanze del Quirinale. Ovvero, in caso di caduta dell’esecutivo giallorosso, Sergio Mattarella non perderebbe tempo alla ricerca di pastrocchi più o meno tecnici e procederebbe all’immediato scioglimento delle Camere. E allora sì: Italia Viva, bye bye

. Poiché il partitino artificiale creato con un’operazione di palazzo ai danni del Pd, attualmente viene valutato tra il 2 e il 3% dei voti. Perfino meno di Azione, il garage dove Carlo Calenda gioca a freccette. Ora, è pur vero che i due Matteo si somigliano in quanto a iattanza, ma sicuramente il Salvini che pretendeva i pieni poteri poteva contare su parecchi milioni di voti.

Ora, tutto è possibile, ma c’è qualcuno sano di mente che affiderebbe le sorti, e il futuro, di un Paese sconvolto dalla pandemia, a un signore che forse neppure può contare sul consenso dei congiunti più stretti? Vedremo se alla fine Giuseppe Conte sfanculerà, come tanti italiani sognano, il bullo in Parlamento. Il quale, a proposito di capolavori tattici, ci ricorda la barzelletta del pugile suonato che si consola: quante me ne ha date… ma quante gliene ho dette.

Finalmente

 


Finalmente non lo possiamo più dire a denti stretti ed in penombra: Castellucci, servo zelante della famigliola United Dollars of Strarriccon, vulgo Benetton, ha agito per puro e mero interesse anteponendo gli euroni alla sicurezza di tutti noi che almeno una volta nella vita siamo passati sopra quel ponte, e ahimè decine di poveretti vi han lasciato la propria vita!
Sperando che, almeno una volta, non si perda altro tempo, aspettiamo che la Giustizia apra le porte di qualche galera a personaggi scomodi ed insulsi come questi. 

Mi permetto altresì di suggerire un boicottaggio, da perfezionare, allo sconsiderato impero trevigiano: in autogrill solo per minzione, portandosi il mangiare da casa, oppure uscire ad un casello per trovare un bar; cercare percorsi alternativi sfanculando il "beeep" alzante l'asticella; comprare maglioni in altri negozi. Ed infine come non indirizzare a lor signori, in melodia Jingle Bells, una strenna natalizia allegata ad un serafico, sincero, innevato, vaffanculo?

Una bella persona

 


Personalmente non sostituirò Massimo Galli quale unico referente mediatico sul grave e greve tema pandemico; non lo faccio per sfiducia nei confronti di Antonella ci mancherebbe, ma reputo che in questo gigantesco casino sensitivo generato dal Bastardo, occorra fermamente ed inequivocabilmente sentire e seguire una ed una sola campana. Poi è chiaro, se mi volessi fare due risate, amare, al proposito ci sono sempre un Bassetti o uno Zangrillo a corroborare l'ambiente. 

Ma l'immunologa Antonella Viola è una "bella persona" di quelle che sogneresti di incontrare in treno su una tratta di una decina di ore. Preparata, mai fuori le righe, in questa intervista di Selvaggia ci dona moltissimi spunti per trovare la forza di proseguire nella lotta al Ribaldo;  soprattuto la frase "sogno di diventare inutile" rende l'idea di quanto siano stimolanti, spronanti le sue idee, il suo vissuto, agevolante noi tutti a ricercare quella unità, essenziale ed anticamera per la sconfitta finale del pandemico.    


Intervista all’immunologa Antonella Viola: “Sul Covid bene la scienza, meno i suoi divulgatori tv”


di Selvaggia Lucarelli

“Sogno di diventare inutile”. Antonella Viola, l’immunologa più corteggiata dai media durante la seconda ondata dell’epidemia, parla di scienza, di torte e proteine con la rara capacità di far appassionare l’interlocutore a qualsiasi cosa dica, perfino alla sua infallibile tecnica per prelevare il sangue ai pescigatto.E perché sogni di diventare inutile lo spiegherà alla fine di una lunga intervista in cui i racconti sull’infanzia sono già un chiaro indizio.

Cosa si faceva regalare da bambina?
Microscopi e telescopi, mi affascinavano l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande. Una volta mia mamma mi ha regalato una bambola che camminava, io dopo dieci minuti l’avevo già smontata perché dovevo capire come funzionava.

La famiglia l’aveva spinta nella direzione della scienza?
No, sono stata spinta a leggere e a chiedermi il perché delle cose. A coltivare altre passioni. Io suono la chitarra, amo la letteratura, scrivo poesie.

Che poesie?
Sappia che non le leggerà mai nessuno!

Dove è cresciuta?
A Taranto, poi dopo il diploma scientifico sono andata a Padova.

Per amore, confessi.
Va bene, se proprio dobbiamo raccontarla tutta, a 20 anni mi sono sposata.

Con chi?
Con il mio professore di Filosofia del liceo conosciuto quando avevo 18 anni, aveva undici anni più di me. Mi sono trasferita con lui a Padova perché aveva vinto un concorso lì.

E poi?
L’ho lasciato dopo due anni, per poi conoscere mio marito quando ormai avevo finito il dottorato.

Mi racconta della sua tesi?
Sì, era sugli effetti dei metalli pesanti sul sistema immunitario del pescegatto. Andavo a pescare i pesci nelle vasche con gli stivaloni e poi li addormentavo in istituto per prelevare il sangue.

Come si preleva il sangue a un pescegatto?
Mi ero fatta arrivare un libro dall’America che si chiamava Anatomia del pescegatto. Inserivo la siringa sotto la caudale, poi lo rimettevo in acqua.

Lei poi va a Basilea, al Basel Institute of Immunology.
Ero il membro più giovane, 25 anni. Ero ingenua, parlavo un inglese stentato, ma nel giro di pochi mesi ho pubblicato il mio primo lavoro su Science.

Guadagnava già bene?
Durante il dottorato 720 mila lire al mese, faticavo ad arrivare a fine mese. Quando mi è arrivato il contratto da Basilea erano 5.000 franchi svizzeri al mese, lì ho capito che la ricerca fuori dall’Italia era pagata molto bene.

Sarà stata corteggiatissima in Svizzera.
Sì, attaccavano bottone, mi dicevano “Maria Grazia Cucinotta”, era un ambiente molto maschilista. Ma ero andata con Marco, il mio attuale marito.

L’ha seguita?
Ci eravamo conosciuti a Padova pochi mesi prima della mia partenza. Lui mi ha detto “sei la mia priorità e io ti seguirò”. Poi ha trovato lavoro in Svizzera, sono stati anni bellissimi.

Un buon marito.
Be’, si sbaglia una volta nella vita, nella seconda è l’uomo che mi ha seguita! Per noi non esiste un ruolo, chi ha tempo fa. Con la pandemia io lavoro 20 ore al giorno, fa tutto lui, cucina, fa la lavatrice.

Lei ha raccontato di essere stata molestata da un superiore sul lavoro.
È stato un periodo terribile, tra rabbia e paura. Mi è capitato quando avevo già una posizione e ho reagito, ma ho visto molte carriere stroncate da queste molestie.

Il suo primo figlio nasce a Roma, dove si era trasferita.
Stavo mettendo su un laboratorio, mio marito aveva trovato lavoro a Genova, io mi sono ritrovata sola. Allattavo e davo da bere “adrenalina” a mio figlio, infatti non dormiva mai la notte! Ho pensato di smettere. Ero frustrata come madre e come scienziata.

Dopo meno di due anni però ha fatto un altro figlio.
Mi sono trasferita a Padova, dove ho diretto un laboratorio di immunologia. Lì c’erano i miei suoceri, anche i miei sono venuti a vivere vicino a me, mi hanno aiutato con i figli.

Quello è un periodo in cui vince molti premi, poi va all’Humanitas a Milano.
Sì, per andare nella città in cui lavora mio marito, ma mi succede che un articolo per cui avevo lavorato tantissimo e che era arrivato alla seconda revisione su Nature venga rigettato. Lì mi sono detta “Sto sprecando la mia vita”.

E se ne è andata di nuovo.
A Fiume, dove avevano trasferito mio marito. Lì fino al 2010 ho fatto la mamma, sono stati i due anni più belli della mia vita, quelli in cui ho imparato a fare la pasticcera, in una casa vista mare.

Non le mancava la scienza?
Stavo bene, ma mi sono detta “faccio scegliere al destino” e ho scritto un progetto per l’Erc, il Consiglio Europeo della Ricerca.

Scritto tra una torta e l’altra.
Sì. Mi hanno dato 2 milioni e mezzo per la ricerca e sono tornata a Padova, ho capito che il mio destino non era fare solo la mamma.

Diventa, tra le altre cose, direttrice scientifica al’Istituto di Ricerca Pediatrica. Poi arriva la pandemia. Un evento inatteso.
Non per chi fa il mio lavoro. Nel 2050 si pensa che la prima causa di morte saranno le malattie infettive.

Andrea Crisanti non era convinto del fatto che potesse arrivare così presto un vaccino.
Ne ho discusso spesso con lui, non ero d’accordo.

Quindi vi siete confrontati.
Spesso. Siamo pure andati a cena insieme per parlare di quello che stavamo vivendo, anche mediaticamente.

Vi siete detti “Che casino!”?
Eccome. Abbiamo parlato di immunità, di test, ora ci confrontiamo meno.

Perché?
Alcune sue affermazioni non le ho condivise, uno scienziato non deve mettere in discussione la bontà del processo scientifico.

Si sente mai a disagio in tv?
Alle domande politiche preferirei non rispondere.

La Gruber non può non fargliele.
È stimolante perché lei mi chiama fuori dal mio ruolo, ma nel momento in cui esprimo opinioni personali, temo non si distingua più quando parlo di scienza e quando si sta parlando a titolo personale di cose tipo se Conte mi sia simpatico o no.

Cosa pensava quest’estate quando suoi colleghi parlavano di virus mutato?
Mi sono sempre chiesta se fossero convinti di quello che dicevano e quindi se dovessero tornare a studiare la virologia o se il tutto fosse strumentale a una narrazione. Forse è una via di mezzo. La scienza è uscita fortissima dall’epidemia, la comunicazione della scienza ne è uscita indebolita, alcuni colleghi fanno errori inaccettabili.

Cosa dicono marito e figli della sua notorietà?
Mio marito è un fan, mi segue, mi prepara la postazione per i collegamenti tv da casa. Ai figli non gliene può fregare di meno.

Cosa vogliono fare da grandi?
Uno studia Scienza dei materiali, l’altro vuole fare film d’animazione.

Uno razionale e uno sognatore.
Guardi che la scienza è anche sogno.

Lei cosa sogna?
Se uno lavora bene diventa inutile. Spero di diventare inutile come mamma e come scienziato, perché vuol dire che il mio istituto e i miei ragazzi saranno cresciuti.

Torneranno utili

 Già s'avverte l'odore dell'ennesimo lockdown, sbeffeggiante le feste, già c'assale quella malsana sensazione di inefficienza, d'inadeguatezza, di scocciatura. 

E allora di seguito alcuni accorgimenti: 

Vi potrebbero fermare per strada con fatidico "dove andate?"

Se non sarete pronti inizierà il calvario. La risposta immediata dovrà essere "andiamo a casa dei signori..." 

Ed ecco di seguito una carrellata di cognomi da usare:

Bratellini - Bolsinari - Bomi - Clorifogi - Circontini - Cormentooni - Costrenelli - Cumucchi - Dilstroni - Dagghebbini - Derviti - Domotollo - Darcentini - Esterio - Essenzi - Essogoni - Filoppi - Fortini - Fossoloni - Graviti - Golleporni - Gottiloni - Haberzi - Hantello - Istriddi - Istionzi - Iribelli - Istonacchio - Lontoni - Lorpini - Lumecci - Mastrinzi - Merecci - Mirconi - Nostello - Namanelli - Nestrozzi - Olliponi - Osterri - Olmoto - Parricci - Pestroni - Polzi - Quoccheri - Quanzini - Quertobbi - Rastroni - Remettini - Ronciddi - Strenni - Salcopaio - Semertini - Uguntoni - Urenzoni - Uppimini - 

Così visto che siamo il popolo in perenne ricerca di minuzie per inchiappettare il prossimo...

lunedì 21 dicembre 2020

Piccolo ettore


Se si organizzasse una cena comunitaria e vi fosse tra i partecipanti un ettore rosato qualsiasi, ossia un ristagno di ragionamenti con tanto di rane e ranocchi, un flebile rigurgito in una birreria tedesca durante una gara molto combattuta, un’arancia al Carnevale d’Ivrea, la stessa cena sarebbe composta da quattro primi senza secondi o viceversa, o più probabilmente solo da pane e acqua. Perché rosato è un gianduiotto telecomandato dal noto Instabile Irriguardoso Democratico, un buffetto borotalcato soffice e gommoso in balia dei venti ruttologi astiosi spiranti dalle oramai desolate terre rignanesi, un devoto destinato all’oblio con un futuro posto fisso in una cupa osteria periferica, a narrar gesta sconclusionate sul suo signore ridanciano, ormai privo persino di quella flebile dignità agevolante quell’uscita di scena agognata e sospirata da quasi tutti.

Foto



Nella foto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti (è quello a destra)