La brigata polacca e il gangster cody
DI PINO CORRIAS
I fottuti snob di Manhattan chiamano i bravi americani che abitano nel Queens “bridge and tunnel people”. Donald odia quel disprezzo. E per scrollarselo di dosso vuole stupire Manhattan con un grattacielo enorme da rivestire di acciaio nero e cristalli. Per costruirlo compra e demolisce uno dei più famosi edifici di Fifth Avenue, il grande magazzino di lusso Bonwit Teller, dodici piani, inaugurato nel 1929, con una scenografica cancellata d’entrata in bronzo, alluminio e due bassorilievi scolpiti in pietra calcarea. Prima dei lavori, anno 1979, promette di salvare i due capolavori d’Art Déco per donarli al Metropolitan Museum. Ma quando scopre che il recupero avrebbe ritardato di dieci giorni i lavori, fa demolire tutto dai duecento operai polacchi che ha ingaggiato da una ditta di lavaggio auto. Operai in gran parte senza permesso di soggiorno, né residenza, costretti a dormire al freddo nel cantiere, con contratti di lavoro in nero, 5 dollari all’ora per dodici ore di lavoro al giorno, sette giorni su sette, niente casco, niente protezioni per l’amianto, nessun dispositivo elettrico per la demolizione, solo muscoli, sudore e una mazza a testa. I giornali li chiamano “la brigata polacca”. Fioccano denunce dei residenti perché lavorano anche di notte. E dopo i primi infortuni il tribunale apre una inchiesta. Si scopre che Trump gode della protezione del gangster John Cody che controlla il cantiere attraverso il sindacato. Interrogato dal giudice Stewart, Trump dichiara di essere all’oscuro di tutto, è andato in cantiere solo qualche volta, non sa nulla dei contratti, né degli operai immigrati. Schiera avvocati, nega l’evidenza, paga penali irrisorie. La torre cresce fino al 58° piano. Inaugurazione il 14 febbraio 1983, con tripudio di luci nell’atrio monumentale che occupa i primi cinque piani del grattacielo, una cascata alta diciotto metri, scale mobili illuminate, pareti di marmo rosa. Il suo nome finalmente scolpito sul cielo di Manhattan: Trump Tower. Il settimanale Forbes la valuta 288 milioni di dollari. Diventa attrazione turistica e simbolo delle mille luci di New York, degli yuppie, delle modelle che scendono allo Studio 54 e incontrano i milionari nel circolo Le Club, dove Donald si è appena iscritto con il suo nuovo mentore, l’avvocato Roy Cohn.
(2 – Continua)
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