La Teologia della prosperità
DI PINO CORRIAS
A parte respirare, il principale scopo della vita, per Donald Trump è il dollaro. Quello che prospera per volontà divina, rende felici gli uomini, si moltiplica grazie agli affari. In nome dei quali vale tutto, la truffa, la prepotenza e i debiti da non pagare: “Ho fatto grandi cose coi debiti. Cioè, ovvio che si trattava di bravate, ma con me hanno funzionato, a me è andata bene”. Più che bene: eletto due volte comandante in capo, nonostante le quattro bancarotte, una infinità di indagini per evasione fiscale, dozzine di accuse per molestie sessuali, il buco nero dei suoi “viaggi di svago” con il pedofilo Jeffrey Epstein sul suo “Lolita Express”, la definitiva condanna nel processo per aver comprato il silenzio della pornostar Stormy Daniels.
La ricchezza, per Trump e per altri 40 milioni di evangelici convertiti alla “teologia della prosperità”, è dono di dio. La povertà una colpa. Le scusanti sociali sono cibo per i deboli. Il successo è il premio dei più forti. Chi contesta questa semplice verità dell’esistenza, sostiene Trump, è un perdente. Oppure un comunista. E il bello è che, nell’America profonda, gli credono sia i più poveri che i più ricchi.
La Bibbia è la sua ispirazione. Da presidente ne ha fatto stampare un’edizione da 60 dollari con la bandiera a stelle e strisce sullo sfondo della copertina in pelle, la scritta God Save America e ha aggiunto in appendice la costituzione americana, come fosse una integrazione del testo sacro, dedicata al popolo eletto. Presentandola alla stampa ha detto: “È il mio libro preferito, tutti dovrebbero averne una copia a casa”. In una delle sue dodici autobiografie – Pensa in grande e manda tutti al diavolo, anno 2016 – ha scritto che sono stati la Bibbia e il padre a insegnargli lo scopo della vita: combattere, vincere, avere successo. Lo stesso scopo da perseguire negli affari, dove serve perseveranza, coraggio, passione. Senza dimenticare il valore della vendetta: “Siate vendicativi negli affari”; “Attaccate alla gola chi vi ha fatto un torto”; “Colpite duro. Colpite in mezzo agli occhi”; “Fatevi ricchi a qualunque costo”. E per finire: “Se qualcuno mi dice pentiti, rispondo: perché dovrei pentirmi se non commetto mai errori?”. Neanche quella volta che provò a fregare il fisco con i gioielli di Bulgari.
(4 – Continua)
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