Ma ci siete o ci fate?
DI MARCO TRAVAGLIO
Ormai è ufficiale. La cosiddetta Europa, dopo 70 anni di onorato servizio col suo mezzo miliardo di abitanti, il suo bagaglio di cultura e diplomazia, esiste solo per sfornare documenti destinati a essere smentiti, cioè a finire nel cestino o a incartare il pesce. E per tenere in vita una classe dirigente inutile e inconcludente che non troverebbe un lavoro normale neppure se piangesse in cinese. Dopo 41 mesi persi a sfornare sanzioni a Mosca, ad armare Kiev pur di non darle l’unica cosa che le serve (le truppe), a trotterellare come botoli dietro a Rimbambiden, a votare risoluzioni sulla “vittoria militare sulla Russia”, a sabotare ogni vagito di negoziato e a prendere a cornate la realtà, questi inetti scioperati non si danno pace perché Trump fa ciò che aveva sempre promesso: trattare con Putin per chiudere la guerra, facendo un favore a se stesso, agli ucraini e soprattutto all’altra vittima del conflitto: l’Europa.
Cosa vogliano Trump e Putin si sa. Trump vuole risparmiare sugli enormi costi della guerra per procura, normalizzare i rapporti con la Russia per usarla sui tavoli che gli interessano (Cina, Medio Oriente, Baltico, Artico), passare alla storia come il presidente pacificatore (anche perché, come presidenti guerrafondai, i suoi predecessori sono imbattibili). Putin vuole anche lui risparmiare sugli enormi costi della guerra, ratificando le conquiste collezionate sul campo e fermando l’avanzata della Nato a Est, e veder riconosciuto al suo Paese il ruolo di potenza mondiale; ma sa anche di poter continuare a combattere e vincere a lungo. Gli unici che non si sa cosa vogliano sono, oltre a Zelensky, gli europei. Zelensky va capito: non vuole passare alla storia come il presidente che cede il 20% del suo Paese, non volendo ammettere che l’alternativa è continuare a combattere, cioè ad arretrare, e perdere pure il restante 80% o almeno una parte. Dice: “Non regalerò i territori occupati ai russi”, ma dimentica che si può regalare ciò che si possiede, non ciò che si è perduto. Gli europei invece sono un caso psichiatrico. Alla notizia del vertice Trump- Putin in Alaska, il sestetto Ursula-Macron-Merz-Starmer- Tusk-Meloni ha scritto che “l’attuale linea di contatto dovrebbe essere il punto di partenza dei negoziati“, ma “i confini internazionali non devono essere modificati con la forza”. La linea di contatto è il fronte bellico di 1.200 km, da Odessa a Sumy, dove i russi avanzano ogni giorno da due anni ininterrotti: in che senso vogliono partire dai nuovi confini, ma senza modificarli? L’hanno capito che finire subito la guerra conviene solo all’Ucraina, militarmente ed economicamente in ginocchio, e sta a Kiev e agli alleati proporre concessioni per convincere Putin a fermarsi? O serve un disegnino?
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