mercoledì 20 maggio 2020

Quella speciale attenzione


La morte di mio padre ha modificato in me qualcosa che ancora non riesco a valutare, l'alternarsi di ricordi e sensazioni, i marosi che s'infrangono sui luoghi comuni che a volte uso per depressurizzarmi, tipo "aveva 92 anni quindi è stata una fortuna averlo vicino per così tanto tempo, pensa a quelli che lo persero molto prima", non scalfendo la realtà dell'eccezionalità della tipologia d'affetto tipica ed univoca dei genitori riguardo ai figli. 

Mi è rimasto quello di mia madre che continua ad avvilupparmi con il suo speciale ed unico affetto, singolare, inimitabile. Quelle che molte reputavo bovinamente scocciature, in realtà sono cammei che il tempo, solo il tempo, renderà eterne, insostituibili. E l'infimo normalizzatore che è in me, tendente a renderle appunto quisquilie, viene travolto, almeno ora che sono alla ricerca perpetua dei gioielli donatimi da mio padre, dalla spasmodica arsura di gustare di quelle materne, le sue preoccupazioni tipiche di chi fin dal concepimento è guardiana, garante, difesa insostituibile delle creature sue. 
Poco è il tempo concessomi ancora, uniche saranno le future occasioni di poter sperimentare cotanto calore appagante qualsiasi disagio. Non le sprecherò, non le annacquerò, soprattutto perché configurano e modellano ciascuno di noi al ricevimento di ciò che fuori dal tempo ci è stato promesso nell'attimo eterno in cui tutto, ma proprio "tutto canterà e griderà di gioia."

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