giovedì 14 maggio 2020

Allora è vero!


"a memoria d’uomo non s’è mai visto un governo tanto osteggiato dall’establishment mediatico-finanziario-lobbistico."

Scrive Travaglio oggi nel suo editoriale e confesso che, trepidante come una puerpera, ho ammiccato felice di non essere in solitaria a pensarla così, avviluppato come sono ad estranei che fingono, o forse credono, di essere sulla retta via, a mio parere invece fallace e tremebonda. 
La più grande catastrofe umanitaria degli ultimi decenni ci ha trovato tutti, ma proprio tutti, impreparati. Vivevamo, molti sopravvivevano, in una specie di limbo appiccicaticcio e pregno di falsità mielose, con verticali di Krug ovunque; ci credevamo eterni sfanculando i problemi degli altri, diversi e sfortunati, rei di respirare e di infangare la nostra razza eccelsa. Lo sterco del demonio la faceva da padrone, anche adesso per carità, e i rapporti interpersonali erano tarati quasi esclusivamente su nuove idee di maggior accaparramento. D'un tratto ecco arrivare il nemico subdolo, satanico, infingardo che ci ha riportato alla realtà dei fatti, esseri respiranti e molto, ma molto indifesi ed instabili. Quello che un tempo era orrore, il restar soli ed in silenzio, è diventato riparo e rifugio dal Bastardo. Avremmo potuto e dovuto cambiare, evolvendoci in maturità, solidarietà, comunità sociale, il Maestro di Pavana invece disse che nulla sarebbe cambiato, i leoni avrebbero continuato a sbranare, gli ultimi sarebbero divenuti al massimo penultimi. Ed infatti tra i pianti per il dolore inaudito della mattanza di Covid sono emersi sommessamente i lamenti dei soliti noti, i riverberi infausti degli incontentabili, dei golosi del tutto, dei rancorosi. Hanno dei nomi certo, a cominciare dal profeta Carlo Bonomi, presidente di Confindustria: secondo lui i dané che dicono avere soprattuto matrice meneghina, dovevano finire essenzialmente nelle tasche di chi, con inchino, riveste gradi e onori nel regno imprenditoriale. Elargire soldi ai bisognosi, secondo questo energumeno, è assistenzialismo che non porta a nulla; far ripartire la macchina oliata ed unta della produzione è secondo Bonomi l'unico toccasana degno di una nazione come la nostra. 

"Che non sono odiati per i loro errori, ritardi, pasticci, litigi. Ma per i loro meriti: cioè per aver tenuto finora lontane le lobby che hanno sempre spadroneggiato con tutti i governi e ora impazziscono per l’astinenza."
Ecco il concetto principe di Travaglio che collega quanto detto sopra. Il miglior Presidente del Consiglio, a mio modesto parere, ha fatto proprio questo: ha lasciato fuori dalla porta le lobby molto esperte, basta mettere il naso nel web per ammirarle in tutto il loro fetore, nella "lagna professionale" da sempre lucrante risorse ai danni degli ultimi, ora penultimi. Piangono le categorie che nel pre-Covid ridicoleggiavano scontrini fiscali, dichiarazioni tributarie, navigando con le vele rigonfie col vento dei prelievi fiscali sempre più gravi sulle spalle dei soliti coglioni, invasiti da media proni e peripatetici. Si lagnano tutti maledicendo distante "ombrellotiche" e di "tavolini" come se i metri necessari per evitare il ritorno del Bastardo fossero stati decretati da ministri incompetenti in materia e non da esperti, i migliori tra i 60 milioni di virologi attualmente presenti su queste lande. E sanno pure i lagnanti che la task force deputata ad indicare le regole della fase due è stata larga, in sicurezza perché, lo sanno ma fanno finta di non ricordarsene e noi glielo diciamo, del Covid-19 si conosce ancora troppo poco, occorre farsene una ragione, come tenere sempre presente il fatto che possa ritornare, richiudendoci in casa. 
Il miglior Presidente del Consiglio, a mio modesto parere, è andato avanti lo stesso, ha deciso di sostenere i lavoratori, d'incrementare il gettito sulla sanità pubblica, pubblica caro il mio Celeste e i suoi nani alla Fontana per intenderci, e di avere un occhio di riguardo per i disabili e le loro avventure quotidiane alla ricerca di quella normalità civile e democratica troppe volte messa in soffitta dalla compagnia circense ruttologa, al momento tanto rosicante e invidiosa di essere messa in disparte. Per il bene di tutti.   
  

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