lunedì 18 maggio 2020

E poi dicono che sono barze!



Onnivoro, inquietante, dicotomico, aberrante, il "potere forte" si materializza nella vicenda Repubblica. Lo sapete già: la Famigliola Sabauda si è pappata Repubblica, la Stampa, era già sua, il Secolo XIX e altre testate, cannibalizzando il comune senso del pudore e della libertà di pensiero. 
L'ex direttore Verdelli è stato spazzato via dal giovane Elkann in quattro e quattro'otto, per la prima volta infatti gli diedero otto ore per liberare l'ufficio; al suo posto Molinari, vassallo del Mekkanico, il quale si è preso pure il lusso di sfornare l'editoriale nella domenica santificata e riservata da sempre al fondatore Scalfari. 
Succede che FCA abbia chiesto un prestito da 6 miliardi e passa con la garanzia dello stato, pur pagando le tasse all'estero perché più convenienti. 
Il Comitato di Redazione avrebbe voluto pubblicare un articolo contro questa scelta dei regnanti sabaudi, ma il vassallo Molinari glielo ha impedito.
Apriti cielo e chiuditi libertà! 
Oggi ci sarà la riunione a cui probabilmente presenzierà pure il direttore stesso. 
Sullo sfondo il tristissimo presagio di una stortura massima al diritto fondante il giornalismo, calpestato in ogni dove da pennivendoli peripatetici. 
Gran brutta vicenda questa. Da combattere in ogni dove per difendere le libertà di pensiero che spariglia ed argina i proni e i devoti ai forti. 
Gardner ha già fatto le valige, altri lo seguiranno. Nel mio piccolo ho annullato l'abbonamento. 
Tristezza e repulsione verso questi mocciosi che si credono graniticamente potenti, portatori di verità inattaccabile, ribaldeggiando su concetti oramai troppo desueti: rispetto delle regole, abbattimento dei privilegi, riduzioni delle becere distanze sociali soffocanti molti, per il trastullarsi di pochi.  
  

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